Un
grossissimo caso ufologico del dopoguerra
dell'Ing. Bruno Resta
Come tutti sappiamo la sera del 27 Gru.
1980 sui cieli di Ustica è avvenuto un incidente aereo che costò la vita a
tutti i passeggeri e all' equipaggio.Attualmente non si conosce ancora la causa
che ha prodotto l'incidente. La magistratura inquirente ha accertato l'
esistenza di uno scenario bellico in stretta concomitanza con il disastro.
Il rinvio a giudizio dei quadri dell'Aeronautica Militare presuppone un nesso di
causa ed effetto tra tale scenario bellico e il disastro. Però va detto che
nulla di definitivo è stato ancora dimostrato, se non altro perché il
dibattito in aula non si è ancora svolto ed anche perché, e soprattutto, manca
il giudizio del Tribunale. In occasione dell'apertura del processo (avvenuta il
28 SETT 2000) il generale Mario Arpino, Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica,
ha affermato che anche i Militari italiani stanno pagando per colpe che non
hanno commesso, e che "anch' essi, se pur con il diverso rispetto dovuto ai
morti, sono stati vittime di SCENARI RECONDITI" (Corr.Sera del 29 SETT
2000). Emerge sempre di più la contraddizione tra i convincimenti intimi di
ognuno di noi circa la causa bellica del disastro e gli effettivi riscontri
emersi dalle indagini. Queste convinzioni circa la causa bellica discendono
unicamente dalle campagne mediatiche dei mezzi di informazione, e dalla
propaganda di parte politica. Al contrario di quello che comunemente si crede,
queste certezze non possono di certo derivare dai riscontri delle indagini
preliminari. Infatti il Giudice Rosario Priore è riuscito ad ottenere il rinvio
a giudizio degli indagati solo in extremis, nei tempi supplementari si potrebbe
meglio dire. Ricordiamo come, per svariati anni, il giudice di Bologna ha sempre
ritenuto insufficienti le prove indiziarie raccolte per poter rinviare a
giudizio qualcuno come probabile responsabile del disastro.
I due milioni di fogli che compongono l'indagine preliminare si prestano ad
essere visti più come un deterrente a salvaguardia di preconcetti, che come una
luce sull' evento. Comunque sia le certezze di una causa bellica del disastro si
sono formate in passato e tuttora vantano un indiscusso primato.
L'incidente è avvenuto nei cieli dell'atmosfera terrestre, che è il luogo di
elezione degli…avvistamenti Ufologici. E' quindi lecito e doveroso pensare
anche ad un UFO quale possibile causa del disastro.
Per UFO, è bene precisarlo, intendiamo un oggetto volante o un effetto fisico
non ancora riconosciuto dalla scienza attuale, al di la di ogni possibile
implicazione tecnologica, religiosa, filosofica, o di altra natura. Va subito
detto che la cultura di chi ha svolto le indagini sul CASO USTICA non contempla
l'Ufologia come categoria fisica, perché l'ufologia ancora attira su di sé lo
scetticismo ed anche lo scherno dell'ufficialità scientifica. Per questo motivo
un evento UFO non è stato finora preso in considerazione come possibile causa
del disastro. Quindi diventa un onere di chi giustifica l'ufologia proporre una
tale evenienza, fin tanto che permangono avvolte nel mistero le cause del
disastro (si parla infatti di scenari reconditi) e fin tanto che una tale
posizione può forse essere utile al raggiungimento della verità. Nessun
oltranzismo nell'introdurre anche un evento ufologico nello scenario di USTICA.
A proposito di posizioni preconcette della scienza ricordiamo che le meteoriti
sono state accettate come corpi extraterrestri solo all'inizio de11800. Prima di
allora, in un'ottica strettamente scientifica, si credeva che esse fossero
condensazione di polvere terrestre atmosferica, e prima ancora la scienza ne
negava l'esistenza perché, in quanto corpi pesanti, non potevano trovarsi in
cielo. Inoltre la loro caduta non era ripetibile, quindi non si poteva neanche
provare la loro provenienza dal cielo. In un'ottica strettamente scientifica la
scienza ufficiale esprimeva una posizione corretta nel negare l'esistenza delle
meteoriti e la loro reale natura. La stessa cosa avviene anche ora quando la
scienza ortodossa nega l'ufologia.
I convincimenti scientifici contro le meteoriti erano talmente radicati che la
scienza ufficiale ha letteralmente disperso nel 1700 una copiosa raccolta di
meteoriti conservate nel museo di Amburgo per evitare la venerazione di feticci
e per salvaguardare la razionalità.
Ma il filosofo greco Anassagora vissuto nel 4° secolo A.C., privo del
metodo scientifico discriminante, reputava le meteoriti di origine
extraterrestre.
L'ufologia moderna esiste perché è accreditata dagli avvistamenti di persone
anche credibilissime quali piloti di aerei, controllori di volo, oltre a
personalità di tutti i settori: dall'industria allo spettacolo alla politica.
Ricordiamo che l'ex presidente americano Jimmy Carter, da giovane e da
poco laureato in fisica, aveva sentito il dovere civico di segnalare assieme ad
altri 12 testimoni un avvistamento ufologico alla competente autorità. L'
accademia, o scienza ufficiale, disconosce il fenomeno ufologico (unicamente )
perché non sono note le leggi fisiche che lo producono, e perché esso non è
ripetibile.
La scienza ufficiale nega l'ufologia per salvaguardare la propria egemonia
culturale. In contrapposizione a ciò i sensi dell'uomo, scevri da pregiudizi
culturali, attestano 1'ufologia e indicano, in questo modo, nuovi orizzonti di
conoscenza.
Sottraendoci dalla pregiudiziale scientifica, le possibili cause del disastro di
USTICA possono essere circoscritte a due categorie. Una categoria che
comprende tutte le cause che "viaggiavano" dentro all'aereo e che
chiameremo categoria delle cause endogene ed un'altra categoria che
comprende le possibili cause esterne e diverse dall'aereo e che chiameremo categoria
delle cause esogene.
A - Cause endogene |
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B - Cause esogene |
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1. Cedimento strutturale |
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1. Missile |
2. Bomba a bordo |
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2. Proiettili |
3. Esplosione interna |
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3. Collisione aerea |
4. Avaria dei motori |
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4. Mancata collisione aerea |
5. Dirottamento |
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5. Volatili |
6. Pazzia dell'equipaggio
(nessuno ce ne voglia
per questa ipotesi; la mettiamo nel conto per
dovere di analisi perche' questa causa si e'
effettivamente verificata in passato.) |
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6. UFO |
Sinteticamente e preliminarmente
consideriamo che:
A) Le comunicazioni radio tra la torre di controllo e la cabina di
pilotaggio sono avvenute regolarmente fino all'ultima parola del copilota che è
stata "GUARD" e quindi questa regolarità fino al momento fatale porta
ad escludere sia il DIROTTAMENTO sia un atto di deliberata FOLLIA dei poveri
piloti. Anche l'AVARIA DEI MOTORI appare non compatibile con l'istantaneità del
disastro documentata dalle registrazioni radio, né mai i periti, esaminati
reperti e documenti, hanno trovato elementi tali da poterla sostenere.
B) I VOLATILI non sono normalmente presenti alla quota alla quale è
stato registrato l'incidente, né ho mai sentito parlare di piumaggi rinvenuti
nei motori dell' aereo.
C) I resti del DC-9 ricomposti nell'hangar di Pratica di Mare appaiono
deformati verso l'interno. Questo tipo di deformazione, in aggiunta al fatto che
i cadaveri non risultavano ustionati, obbliga di escludere come causa del
disastro la BOMBA A BORDO e qualsiasi altra ESPLOSINE INTERNA.
D) Non è mai stato ritrovato un frammento di missile, né altre
necessarie evidenze della sua azione, quali deposito di esplosivo sul fasciame (
dalla parte esterna) o fori di schegge o fusioni del fasciame stesso dovute ad
una esplosione ravvicinata. Rottami di un mezzo volante non sono mai stati
individuati sui fondali. Questo, pur nella sua sconcertante banalità, porta ad
escludere il MISSILE e la COLLISIONE AEREA.
E) Il DC-9 non era un bersaglio, ma ugualmente avrebbe potuto essere
stato colpito accidentalmente da una raffica di mitragliatrice. Anche in questo
caso i PROIETTILI appaiono non adatti a spiegare la rapidità dell' evento e non
ho mai sentito parlare dell'esistenza di riscontri. Inoltre i piloti del DC-9
avrebbero dovuto segnalare una battaglia aerea in atto, cosa che non hanno
fatto.
F) Ultimamente la mancanza di evidenze certe circa la apparente
ineluttabilità della causa bellica, ha introdotto come possibile causa del
disastro lo spostamento d'aria provocato da una MANCATA COLLISIONE. I piloti
professionisti ritengono del tutto improponibile questa ipotesi.
Rimangono da considerare, quali cause del disastro, il cedimento strutturale e
l'UfO.
Il cedimento strutturale fine a se stesso appare altamente improbabile perché
quel velivolo era stato revisionato di recente e perché la sua struttura, a
detta di chi lo aveva pilotato, era sanissima.
Ma guardando i resti dell'aereo sicuramente si tratta di cedimento strutturale: CAUSATO
DA CHI O DA CHE COSA?
E sicuramente c'erano, nel momento del disastro, gli aerei militari di mezzo
mondo: ATTRATTI DA CHI O DA CHE COSA?
Appare altamente improbabile, e quindi illogico, disgiungere il cedimento
strutturale dal grande apparato bellico internazionale dispiegato in quell'area.
Ma abbiamo anche visto come, alla luce delle note risultanze delle indagini
preliminari, appaiano del tutto inconsistenti le possibili connessioni
convenzionali tra il cedimento strutturale del DC-9 e la presenza di aerei
militari.
Per necessità, e solo per necessità, si impone un operatore ufologico che
consenta la connessione tra l'avvenuto cedimento strutturale del DC-9 e
l'accertata presenza militare.
Parliamo un pò, di ufologia.
Il silenzio, l' ostracismo e la controinformazione, soprattutto da parte delle
autorità americane, nei confronti del problema ufologico sono stati
classificati "congiura del silenzio". Il primo ad esprimersi in questo
modo è stato il professor Joseph Allen Hynek, l'astronomo americano
riconosciuto come il padre dell'ufologia moderna, per oltre vent'anni consulente
scientifico dell'Aeronautica militare statunitense per la questione ufologica.
Con l' espressione congiura del silenzio egli ha voluto stigmatizzare
certi comportamenti delle autorità americane, volti a nascondere l'ufologia per
il fondamentale motivo che l'ammissione di una tecnologia extraterrestre,
immensamente diversa dalla nostra, metterebbe in crisi l'autorità politica
costituita e le gerarchie sociali in essere. Ed è qui, infatti, che io rilevo
un punto cruciale: la diversità della tecnologia extraterrestre più che la sua
presunta superiorità. A mio avviso il rapporto tra autorità americane e
problema ufologico è meglio spiegabile con il termine "strategia del
rilascio", intendendo per "rilascio" il rilascio
dell'informazione ufologica. Negli anni '40 i radar alleati scoprirono delle
tracce di oggetti volanti con prestazioni nettamente superiori ai propri mezzi
aerei, attribuendo subito tali tracce al nemico e aspettandosi il peggio. Un
notevole lavoro di "intelligence", riscontri derivati da avvistamenti
diretti, e la mancata utilizzazione bellica di tali oggetti volanti, convinsero
le autorità militari americane che quegli oggetti non erano terrestri. Il
problema cessò quindi di essere esclusivamente militare, e di esso venne
investita tutta la cultura americana, anche se con estrema riservatezza.
Questa è I' opinione del Prof. Stanton Friedmann il quale, con le sue
ricerche, ha raccolto prove dell'esistenza del cosiddetto "Majestic
Twelve" (MI2). Questa istituzione segreta, voluta dal presidente Harry
Truman, era formata da dodici eminenti scienziati incaricati di riferire in
materia ufologica direttamente al presidente Truman.
I militari fornivano in questo modo prove dell'esistenza di una tecnologia che
poteva essere classificata come "non terrestre", proprio perché
basata su evidenze che le conoscenze fisiche consolidate non erano in grado di
spiegare. Gli scienziati, insomma, erano messi fuori gioco da prestazioni che
non avevano riscontro nelle leggi fisiche conosciute: la magia dei secoli
passati, le storie dei diavoli medioevali,le antiche mitologie, si sarebbero
prestate ad essere di aiuto più della scienza stessa, per chiarire l'ambito di
esistenza di quelle anonime astronavi che i radar, quando erano in grado di
farlo, indicavano solo come puntini luminosi. I vertici militari americani
avevano dunque, sul finire degli anni '40, la certezza strumentale
dell'esistenza di Mezzi ExtraTerrestri (Met). E muovendo un piccolo passo
all'interno dei meandri delle mitologie e della cultura della magia, piuttosto
che nei rassicuranti laboratori scientifici, avrebbero potuto nutrire il fondato
sospetto che tali astronavi fossero governate da intelligenze extraterrestri. È
quindi perfettamente plausibile che i vertici politici non si siano sentiti
legittimati di fronte alla storia, a rilasciare al grande pubblico la notizia di
tali acquisizioni: esse si sarebbero rilevate destabilizzanti della cultura
scientifica ufficiale e delle intime convinzioni dell'opinione pubblica. Allo
stesso modo, gli stessi vertici non se la sentirono di assumersi l'onere di
falsificare stabilmente tali acquisizioni ufologiche in loro possesso. Non
potendo negare si poneva quindi il problema di ammettere. Si poneva cioè il
problema di un "rilascio strategico" di queste notizie, dosato
secondo i tempi e i modi della psicologia: era necessario informare, ma le
informazioni dovevano essere rilasciate man mano che aumentava l'autoconsapevolezza
delle problematiche ufologiche da parte del pubblico. In questo senso, la
problematica ufologica non doveva essere sottratta all'interesse dell'opinione
pubblica, ma doveva semplicemente essere gestita in modo da non creare psicosi.
Verosimilmente i Vertici non si proposero di ignorare aprioristicamente
1'ufologia, ma si proposero di adombrare con qualsiasi mezzo l'identità UFO =
Mezzo ExtraTerrestre. Doveva essere invece la psicologia umana a maturare nella
direzione di questa identificazione, stimolata dalla dialettica che oggi passa
sotto il nome di questione ufologica. Dal punto di vista ufologico, il quadro
storico nel quale avviene la tragedia di Ustica è indicativamente rappresentato
dal problema della gestione dell'informazione sull'esistenza di tecnologie
aliene o di fenomeni fisici che non sono ancora alla portata della nostra
scienza. L'incidente è avvenuto, come ho prima ricordato, il 27 giugno 1980
alle ore 21,00. La versione ufficiale fornita dalle autorità relativamente alle
cause del disastro del DC-9 Itavia è quella del cedimento strutturale. Il "caso
Ustica", cioè la campagna di stampa volta alla non accettazione di
questa versione, nasce dal giornalista Andrea Purgatori. Purgatori dà corpo a
perplessità e a sospetti accreditati fin dall'inizio presso certi strati
dell'Aeronautica Militare: quegli strati che, valutando una serie di
incongruenze, non avevano accettato la spiegazione ufficiale del cedimento
strutturale. TV e giornali ci hanno tenuto informati dei progressi
dell'inchiesta del giudice Rosario Priore con cadenza circa settimanale e
con un crescendo d'interesse fino al viaggio a Washington del magistrato,
avvenuto nel dicembre del 1992. Sembrava che il giudice sarebbe tornato a casa
con il nome del pilota responsabile dell'eccidio. Invece, proprio da quel
viaggio in poi, di Ustica per un certo tempo non si è più parlato: il fronte
dell'inchiesta romperà il silenzio soltanto per riportare le pretese di alcuni
marescialli russi che asserivano di conoscere le cause del disastro, e per
riportare la perizia di un esperto missilistico americano il quale affermava che
il DC-9 era stato colpito non da uno ma da due missili, di cui egli vedeva i
fori di entrata e di uscita.
A questo punto si possono quindi effettuare alcune riflessioni.
La "tesi del missile", per alcuni aspetti, è sicuramente più
soddisfacente dell'ipotesi del cedimento strutturale, e certamente più coerente
per spiegare alcuni fatti e alcuni comportamenti. In particolare, la "tesi
del missile" può essere ripresa per giustificare i depistaggi e le
omissioni di cui è accusata l'Aeronautica militare, la quale avrebbe coperto
quanto realmente accaduto a Ustica attraverso l'attuazione di un'opportuna
strategia che passa sotto il nome di "muro di gomma". Il muro di gomma
sarebbe stato ideato per nascondere la presunta-verità del missile, e
conseguentemente salvare la credibilità e la rispettabilità delle Forze
Armate. Ma in contrasto con tutto ciò la sua pratica attuazione ha comportato
una generale perdita d'immagine dei Comandi militari italiani e alleati.
Sembrerebbe si sia trattato, più che di un "muro", di una
"groviera" di gomma. L'ipotesi del missile, come pure le altre ipotesi
convenzionali quali la bomba a bordo o la mancata collisione in volo, lasciano
inoltre senza risposta molti interrogativi. Vediamoli uno ad uno.
1. Come detto, al ritorno da Washington del giudice Priore non si assiste
alle annunciate e prevedibili accelerazioni all'inchiesta. Perché questo
atteggiamento?
2. Si è sostenuto che i missili che avrebbero colpito l'aereo non siano
esplosi. Che non esploda un missile è ammissibile, ma com'è possibile che non
esplodano due missili su due? E anche ammettendo che entrambi i missili non
siano esplosi, perché non sono mai stati ritrovati?
3. Il 18 luglio 1980 vengono rinvenuti in Aspromonte i resti di un Mig
libico. La perizia necroscopica del medico del paese asserisce che il cadavere
rinvenuto nell'aereo era vecchio di tre giorni. Le testimonianze dì alcuni
abitanti del luogo collocano la caduta del velivolo in un ristretto intorno del
giorno 27 giugno 1980, cioè almeno diciotto giorni prima di quanto stabilito
dalla perizia del medico del paese. Nella primavera 1993 ho assistito in TV alla
dichiarazione di quel medico il quale diceva che il cadavere di quel povero
pilota era vecchio di almeno venti giorni; che egli era stato forzato, anzi
obbligato, da due personaggi piovuti da Roma, a riportare in perizia che quel
cadavere era vecchio di tre giorni. Perché questo strano comportamento da parte
del medico e da parte di quei signori?
4. Prima di cadere il Mig era nei cieli dell'Aspromonte e quindi nello
spazio aereo italiano. Perché l'Italia non ha protestato contro l'invasione del
suo spazio aereo? Perché Gheddafi non ha protestato per quell'abbattimento?
Perché le autorità libiche non hanno chiesto e dato notizie del Mig, visto il
suo mancato ritorno alla base? Perché l'Italia restituirà quei resti in
silenzio, minimizzando in questo modo l'accaduto?
5. Per giustificare l'abbattimento del DC-9 da parte del missile è stato
ipotizzato il seguente scenario fantapolitico: Gheddafi, in viaggio da Tripoli a
Belgrado, subisce l' attacco di alcuni jet militari; per sottrarsi all'attacco
il suo aereo si fa schermo col DC-9 di linea situandosi sotto di esso; a questo
punto viene colpito il DC-9 assieme al Mig di scorta, poi trovato in Aspromonte.
Come poteva il DC-9, viaggiando in senso contrario al presunto stormo libico,
prestarsi a questo scopo? E poi, com'è possibile che, per recarsi da Tripoli a
Belgrado, sia stata concessa all'aereo di Gheddafi una rotta che passava nelle
immediate vicinanze della portaerei Saratoga? E se, come è logico pensare, a
tale aereo non è stata concessa quella rotta, come è possibile che l'abbia
percorsa ugualmente? Infine, se il velivolo con Gheddafi a bordo fosse stato
veramente bersagliato da qualche missile non andato a segno, il capo di stato
libico non avrebbe denunciato ad alta voce l'aggressione?
6. Il giornalista Claudio Gatti, nel libro "Quinto
scenario", scritto nel 1994 con Gail Hammer, sostiene che ad
abbattere il DC-9 sarebbero stati gli israeliani. La sciagura sarebbe stata
provocata nel quadro di un'azione, effettuata dagli israeliani, volta ad
impedire il rifornimento di uranio agli iracheni, i quali avrebbero potuto farne
un uso bellico contro Israele. Il vettore di questo trasporto sarebbe stato un
aereo Airbus. I Mig con la stella di Davide, invece che aspettare l' Airbus
sorvolando comodamente il Mediterraneo meridionale, sarebbero andati a
intercettarlo nel basso Tirreno, in una zona troppo lontana data la loro
autonomia e quindi facendo ricorso a tecniche complicate e rischiose quali il
rifornimento in volo e l'impiego di serbatoi ausiliari; il tutto al fine di
colpire con il favore del sole (ricordo che il disastro è avvenuto alle
ventuno) in conseguenza dell'assoluta necessità di non sbagliare bersaglio, dal
momento che l' azione militare era giudicata vitale per Israele. Le motivazioni
per un' azione del genere, al di là della loro condivisione, sarebbero tutte
plausibili. Ma com'è possibile che i piloti cui era stato affidato l' incarico
di colpire a vista un aereo con i motori montati anteriormente sotto le ali,
qual'è l'Airbus, abbiano invece colpito un aereo con i motori montati
posteriormente e a contatto con la fusoliera, quale il DC-9?
7. Nel 1983 è stato abbattuto da un missile sovietico un jumbo coreano
con trecento passeggeri. Gli americani, grazie al monitoraggio di cui
disponevano, sono stati in grado di dimostrare la causa dell'incidente e la
paternità del missile aggressore, con tale convincimento da costringere i
sovietici ad ammettere le loro responsabilità nel giro di poche ore. Perché i
sovietici avrebbero dovuto tacere nel 1980? Un'ipotetica e probabile inferiorità
tecnologica dei sovietici può giustificare la loro impossibilità di monitorare
almeno quanto stava avvenendo nei dintorni della portaerei Saratoga?
8. Qualche anno prima di Ustica gli americani hanno perso due bombe
atomiche da un B-52 in volo, incidente che hanno comunicato apertamente e
prontamente. Ne1 1991, durante la Guerra del Golfo, ancora gli americani hanno
abbattuto erroneamente un Fokker civile con settanta persone a bordo, incidente
anche questo prontamente ammesso. Perché gli americani avrebbero dovuto
nascondere l'incidente di Ustica? Cosa c'è di diverso nel caso di Ustica da
richiedere l'innalzamento di un "muro di gomma"?
9. Sui cieli teatro delle due disgrazie di Ustica erano presenti con i
loro velivoli, a quanto risulta, le aeronautiche militari d'Italia, Francia,
Gran Bretagna, USA, Israele, e Libia. Nessuna esercitazione era in corso per
ammissione delle stesse autorità militari. Perché tanti aerei si trovavano in
quella zona? Cosa facevano o cercavano? Sotto gli occhi di questi spettatori,
nel giro di poche ore o di pochi minuti ( con precisione non si sa), cadono un
aereo militare e uno civile. La più elementare e la più attuata delle
reazioni, in questi casi, è quella di cercare di coprire la parte amica e di
screditare la parte avversaria. Dunque, se gli americani potevano avere dei
motivi per tacere, non ne dovevano avere i sovietici, e viceversa. In questo
caso invece, e nonostante la gravità dei fatti avvenuti in loro presenza, le
due parti solidarizzano. Non solo, ma la reciproca copertura avviene pur
figurando tra i presenti nel cielo di Ustica anche i libici e gli israeliani, i
quali avevano sempre dimostrato di non perdere alcuna occasione per diffamarsi a
vicenda, anche al di là degli obblighi di appartenenza ai due contrapposti
blocchi politico-militari (il blocco sovietico e il blocco americano). Sotto
questa luce inoltre, la "tesi dello stragismo" non risulta
assolutamente plausibile, in quanto la disgrazia si svolge su di uno scenario
internazionale.
10. I resti del DC-9 ritrovati sul fondo del mare risultavano
circoscritti entro una superficie di trecento metri quadrati, quando il
rettangolo che circoscrive l' aereo integro è di circa novecento metri
quadrati. Cosa hanno mai subito quei rottami? Banali azioni meccaniche per
depistare, improbabili azioni di correnti marine, o insolite azioni di una forza
sconosciuta?
11.Secondo quanto riferitomi da un viaggiatore, il DC-9 era decollato
frettolosamente da Bologna con due ore di ritardo perché con tale ritardo vi
era giunto da Palermo, quindi dalla stessa zona di cielo che poi ne avrebbe
visto la tragica fine. La fretta era spinta al punto tale da iniziare l'imbarco
dei passeggeri in salita mentre era in corso lo sbarco dei passeggeri in
discesa. Qual è stata la causa del ritardo accumulato a Palermo e i motivi
della grande fretta di ripartire da Bologna?
E' mai possibile che a determinare la politica degli italiani e degli alleati
relativa al muro di gomma siano stati degli analisti così poco accorti? A
questo punto, visti i danni di immagine, visto il massacro a cui sono andati
incontro i vertici delle Forze Armate, visto l'accerchiamento anche politico,
sarebbe legittimo aspettarsi un'inversione di tendenza. Invece, questa
chiarificazione ancora non c'è, perché la particolarità nascosta dietro al
caso Ustica continua ad essere indicibile, mentre invece l'ammissione del
missile, se di missile si tratta, sarebbe una liberazione per tutti.
Ma se l'analisi del caso Ustica venisse svolta attraverso una prospettiva
culturale, che contemplasse l'esistenza di Mezzi ExtraTerrestri, gli elementi di
tutto il mosaico troverebbero più facili e coerenti collocazioni.
Ricostruiamo quindi questo mosaico.
1. I libici vengono a conoscenza della presenza di un Fenomeno Ufologico
sui cieli del Mediterraneo e mandano un caccia militare Mig. Il caccia, in
esecuzione dell'ordine ricevuto, intercetta l'oggetto volante ma successivamente
precipita sul suolo dell'Aspromonte.
2. Contemporaneamente, dalla portaerei Saratoga o dagli aerei radar, gli
americani rilevano la presenza del Met e capiscono quanto sta per succedere, ma
decidono di non comunicare l'incidente del Mig. Le autorità militari americane
comprendono con certezza quegli accadimenti quantomeno perché nel 1948 il
pilota americano Thomas Mantell venne abbattuto da un Met: lo stava inseguendo
con il suo aereo mentre era in contatto radio con la base, alla quale ne
descrisse le dimensioni, la forma e le evoluzioni. Persistendo la presenza del
Met sui cieli del Mediterraneo, gli avvistatori condizionano i voli militari e
civili in quell'area allo scopo di evitare altri incidenti. Forse promuovono
anche qualche incursione con aerei militari, ed obbligano il DC-9 a ritardare di
due ore la sua partenza da Palermo. A questo punto anche le aviazioni militari
di quasi tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo si portano su quello spazio
di cielo. È per questo motivo che qualche radarista, avendo rilevato in modo
inatteso una moltitudine di aerei militari, sostiene che si sia addirittura
sfiorata una guerra. Tantopiù che tali aerei volavano con il sistema automatico
di identificazione disinnescato.
3. Quando i cieli sembrano sgombri da pericoli le autorità militari
liberalizzano precipitosamente i voli civili. Il DC-9 si trova quindi coinvolto
nell'incidente: le tracce radar non lasciano spazio a dubbi circa le cause del
disastro, si tratta di un oggetto volante non identificato proveniente dalla
destra dell'aereo.
4. Subito dopo l'abbattimento del DC-9 la Saratoga punta sul luogo del
disastro per portare soccorso, ma torna stranamente indietro. Successivamente
sulla Saratoga si riuniscono le massime autorità militari Nato, e l'Ambasciata
statunitense d'Italia diventa sede di un'unità di crisi. L 'unità di crisi
lavora per una settimana, cioè per il tempo necessario a ricondurre il caso
Ustica nell'alveo in cui sono destinati i casi ad esso analoghi: l'alveo della "congiura
del silenzio- strategia del rilascio".
A sostegno di questa tesi del Mezzo ExtraTerrestre vi è una lettura
senza pregiudizi della più recente fra le perizie radar. Da essa emergono i
seguenti elementi.
l. Subito dopo la partenza da Bologna il DC-9 viene agganciato da un
caccia non identificato che lo segue in volo parallelo. La non comune presenza
del caccia, che si suppone di scorta, può essere intesa solo come l' effetto
del rilevamento di una situazione anomala ma non ancora di pericolo.
2. Immediatamente prima del disastro viene rilevato un aereo non
identificato che si muove con traiettoria perpendicolare rispetto al DC-9,
provenendo dalla sua destra. Questo "aereo" non identificato potrebbe
essere quell'oggetto che ha provocato l'ultima esclamazione del copilota del
DC-9 Gatti prima del disastro, rilevata dalla "scatola nera":
"Guarda!". I resti di questo presunto aereo o missile, o le tracce
della sua collisione col DC-9, non sono però mai stati ritrovati in fondo al
mare o sul DC-9 stesso.
3. Nel teatro della tragedia vengono rilevati "aerei" non
identificati che mostrano riduzione di velocità e di quota. Questa presenza di
aerei, se di aerei si trattava, avrebbe richiesto anche la presenza di una
portaerei nelle immediate vicinanze, ma sia gli americani per quanto riguarda la
Saratoga, sia i francesi relativamente alla Clemenceaux, sosterranno sempre e
decisamente di non essere mai usciti dalle rispettive rade di Napoli e Tolone. A
proposito di questi strani "aerei" va detto che esistono migliaia di
qualificati avvistamenti di oggetti volanti, rilevati anche dai radar, i quali
si muovono nello spazio aereo con le stesse modalità di quelle ora descritte, e
non richiedono la presenza di portaerei!
Se il muro di gomma che protegge la verità di Ustica funziona e continua a
funzionare, significa che non è stato improvvisato. L'incidente avvenuto al Mig
libico è stato il preallarme che ha consentito di programinare l'occultamento
di informazioni probanti e il rilascio di altre informazioni fuorvianti.
Io non c'ero a Ustica e non ho esperienza diretta dell'accaduto; ma una cosa a
mio avviso è certa: l'ipotesi ufologica spiega meglio delle tesi finora
avanzate sia la dinamica dell'accaduto, sia la conseguente erezione del muro di
gomma, sia la sopportazione dei crolli di immagine subiti da parte di tutte le
autorità a torto o a ragione coinvolte nella vicenda. Senza avere quindi alcuna
certezza (parlo infatti di "ipotesi ufologica"), ricordo comunque che
la sera del disastro un UFO era stato avvistato: l'avvistamento avvenne in
Calabria proprio dopo le 21, e si trattava di un oggetto avente la forma di un
sigaro.
Diciassette anni dopo, quindi pochi mesi fa, l'equipaggio di un Boeing-747
svizzero, volo SR 127, ha segnalato la mancata collisione in volo sui cieli di
New York con un oggetto bianco affusolato senz'ali, dalla forma quindi molto
vicina a quella di un sigaro. L'oggetto, a folle velocità, ha evitato
inspiegabilmente l'impatto con l'aereo dopo che i piloti si erano già
rassegnati alla loro fine, avendo abbandonato i comandi per farsi scudo con le
braccia. Nostradamus ha scritto (Quartina L XI, Centuria V) "Le grand
tappis plie ne monstrera, (il grande tappeto piegato non mostrerà) Fors que
demy la pluspart de l'histoire (altro che per metà la maggior parte della
storia). Chasse è du regne loign aspre apparoistra, (Cacciato dal regno in
luogo aspro, apparirà) Qùau faict bellique chacun le viendra croire. (ciò che
un fatto bellico ciascuno lo vorrà credere). Questa quartina ben si presta a
spiegare il caso Ustica secondo i termini fin qui ipotizzati. Ecco quindi la mia
interpretazione. Il Met a forma di sigaro è ben rappresentabile da un tappeto
arrotolato, essendo l'arrotolamento il modo di piegare i tappeti. Inoltre, se
Nostradamus ha attinto il concetto di tappeto dalla cultura islamica delle
"Mille e una notte", allora tale concetto è anche evocativo dello
stare sospeso in aria, del volare. L'immagine del grande tappeto piegato
rappresenta quindi con efficacia e con vigore sia la forma sia la dinamica
dell'evento ufologico segnalato in Calabria in concomitanza con la disgrazia di
Ustica. L'avvistamento dell'UFO sul cielo della Calabria rappresenterebbe la metà
non di tutto quanto è successo, ma della maggior parte della vicenda:
l'avvistamento in quanto tale ha costituito infatti poca cosa, essendo il resto
della storia proprio la caduta del DC-9. Un Mig della nazione libica (regno),
cacciato all'inseguimento del Met è apparso in Aspromonte a causa della sua
caduta, cioè con una modalità tale che ciascuno lo vorrà credere un_fatto
bellico. Quest'ultima circostanza descrive perfettamente l'attuale clima
psicologico che circonda il caso Ustica.
Fin qui ho esposto l'ipotetica ricostruzione di un fatto realmente accaduto
eseguita facendo uso della logica convenzionale, e attingendo ulteriori
argomenti da una cultura sottovalutata quando non apertamente osteggiata: la
cosiddetta "cultura di fine millennio". Ciò nonostante l'ipotesi
sostenuta ha una sua coerenza, e le conclusioni che propone hanno una loro
fisionomia, una loro dignità e, perché no, anche una loro credibilità:
infatti, sui resti del DC-9 non sono state rinvenute tracce chimiche di
esplosivo né tracce fisiche ( come fori nel fasciame o fusioni locali prodotte
dall'esplosione della testata di un missile ); allo stesso modo, né un missile,
né un aereo, né i loro resti sono mai stati rinvenuti sui fondali.
La bomba a bordo è altresì ancora più improbabile, perché le deformazioni
del fasciame del relitto del DC-9 sono rivolte verso il suo interno, cioè in
direzione contraria a quella di propagazione dell'onda d'urto che può generare
un'esplosione interna. Una parte dei periti si è espressa a favore della bomba
probabilmente nel tentativo di giustificare l'assoluta mancanza di prove a
carico del missile, tanto quanto la restante parte dei periti si è espressa a
favore del missile giudicando impossibile che una bomba possa avere deformato
l'aereo verso il suo interno. Questo atteggiamento si comprende accettando il
presupposto che l'esistenza di presenze extraterrestri disturba.
Se proprio ci si deve arrendere a questa evidenza, tale resa viene condizionata
alla pretesa che la tecnologia extraterrestre sia perfetta: nutriamo cioè nei
confronti di queste presenze il complesso della superiorità divina. Questo
preconcetto va invece rigettato, in quanto tutte le tecnologie di trasporto
diventano pericolose quando sono usate al limite delle loro possibilità.
Una moderna automobile, per esempio, con tutto il comfort e la sicurezza attiva
e passiva di cui dispone, è da considerarsi un mezzo di assoluta sicurezza di
fronte alla carrozza trainata da cavalli; ma lo è solo se usata alla velocità
della carrozza: se usata al limite delle sue possibilità, diciamo di duecento
chilometri orari, l'automobile diventa molto più pericolosa della carrozza
stessa. Di conseguenza, dilatando l'esempio esposto, non ci può essere nessuna
difficoltà a pensare che l'incidente di Ustica possa essere stato provocato da
un Met portato al limite delle sue possibilità tecnologiche. Ma di quali
possibilità si tratterebbe? Certamente un fattore che qualifica il viaggio
interstellare dei Met è la grande velocità di spostamento dal luogo di
provenienza fino a noi. La documentata presenza di Met sul nostro pianeta (in
quest'epoca e in epoche passate), la loro presumibile enorme distanza di
provenienza, e certe testimonianze sulle modalità di contatto (come quelle
dello svizzero Billy Eduard Meier, l'americano George Adamski)
richiedono che essi compiano il loro viaggio interstellare a velocità superiori
a quella della luce. D'altro canto anche alcune esperienze parapsicologiche,
quali la bilocazione e i viaggi astrali, richiedono una velocità superiore a
quella della luce.
Focalizziamo quindi con un altro esempio la nostra indagine sulla velocità di
questi mezzi e sulle loro modalità di locomozione. Se debbo mandare un
messaggio da Bari a Ragusa posso consegnarlo a un nuotatore, a una barca a vela
o a un motoscafo. Ne deriveranno diverse velocità di trasmissione di tale
messaggio in dipendenza del tipo di mezzo scelto, ma sarà lecito aspettarsi di
incontrare un limite alla sua velocità di trasmissione, per quanto sofisticata
diventi la tecnologia del mezzo di trasporto impiegato. Per superare tali limiti
di velocità possiamo però immaginare di usare direttamente l'acqua del mare
come mezzo di trasmissione del messaggio, nel senso che possiamo pensare di
sfruttare l' elasticità del mezzo acquoso per trasmettere il segnale.
Immaginiamo quindi di percuotere in un certo modo e con certi mezzi l'acqua a
Bari: potremo ascoltare il segnale a Ragusa con un'adeguata tecnologia di
ricezione dell'onda elastica. Per analogia con questo esempio si può dire che i
segnali elettromagnetici cavalcano l'etere al pari del nuotatore, della barca a
vela o del motoscafo. A tali segnali deriva quindi, strutturalmente, un certo
limite alla loro velocità di propagazione, che è la velocità della luce. Al
fine di rimuovere questo limite strutturale di velocità, possiamo immaginare di
"percuotere" l'etere, piuttosto che utilizzare i mezzi che viaggiano
al suo interno soggiacendo al limite della velocità della luce. In conseguenza
di ciò la velocità di propagazione di un segnale potrà essere maggiore di
quanto la conosciamo, perché il segnale stesso si trasmetterà come onda
elastica del mezzo. Ma come può di fatto avvenire questa propagazione
nell'etere? Può avvenire attraverso la sostituzione di un corpo, di un fenomeno
o di un processo, con un cosiddetto "vettore di stato". Un
vettore di stato è la completa descrizione di un, corpo, di un fenomeno o di un
processo, effettuata in modo numerico. Le fotografie giunte da Marte erano
numeri, cioè vettori di stato, che viaggiavano alla velocità della luce.
Possiamo quindi pensare di sostituire a Federico il suo vettore di stato (che,
essendo un segnale, è immateriale), di fare viaggiare tale vettore di stato ad
una velocità superiore alla velocità della luce (utilizzando il mezzo etere),
e di ricostruire Federico una volta che il suo vettore di stato sia giunto a
destinazione. Il vettore di stato di Federico contiene tutte le informazioni che
riguardano Federico: in sostanza esso è il "progetto" di Federico
che, come tale, ci consente l'operazione di ricostruzione. A proposito di questa
operazione è da osservare che quanto più dettagliata è l'informazione
contenuta nel vettore di stato, tanto meno vincolante sarà la disponibilità
della qualità della materia prima per la ricostruzione dj Federico.
Spiego quanto voglio dire sempre servendomi di un ulteriore esempio. Se il
vettore di stato descrive organi, si potrà ricostruire Federico solo disponendo
di organi; ma è molto limitativo, anzi impossibile, pensare di andare in un
pianeta dove siano a disposizione gli organi adatti alla costruzione di una
persona. Se invece il vettore di stato descrive tessuti, si potrà ricostruire
Federico solo disponendo di tessuti: il ventaglio di opportunità sarà più
ampio rispetto al precedente ma pur sempre limitato. Ancora, se il vettore di
stato descrive atomi, si potrà ricostruire Federico disponendo di atomi, e
questa opportunità è senz'altro ancora più ampia. Infine se il vettore di
stato descrive energia si potrà ricostruire Federico a partire dall'energia e
quindi, presumibilmente, in qualunque posto dell'Universo.
Riepilogando, sostengo che si possono ottenere velocità superiori alla velocità
della luce nel modo seguente: che si assuma innanzitutto l'esistenza di un
"discontinuo immateriale" (già chiamato "etere") come
supporto dell'universo; tale discontinuo immateriale è il mezzo che consente,
grazie alla sua elasticità, la propagazione di segnali ad una velocità
superiore a quella della luce. Se si vuole quindi far viaggiare un corpo da un
punto ad un altro dello spazio, non si farà viaggiare il corpo stesso ma il suo
vettore di stato, che è immateriale ed è il prodotto di quel corpo. Il vettore
di stato, una volta giunto a destinazione, si materializzerà utilizzando
l'energia presente in tale punto dell'universo, dando luogo ad un'aggregazione
conforme alla dimensione d'approdo. Un viaggio nello spazio condotto ad
ipervelocità può quindi consentire anche il cambiamento di dimensione, cioè
può consentire di approdare a dimensioni diverse dalla nostra purchè la
descrizione contenuta nel vettore di stato sia sufficientemente dettagliata. Il
Dc-9 di Ustica si sarebbe trovato a passare dove era fisicamente in atto la
materializzazione di un Met, materializzazione intesa come il compimento di un
viaggio interstellare.
Quindi il DC-9 ha impattato contro una zona ad alta densità, intendendo con
questo termine una densità che possiamo immaginare intermedia tra quella
dell'aria e quella di una montagna. Come detto infatti, l'aereo si presenta
accartocciato verso l'interno soprattutto nella parte anteriore, circostanza che
fa pensare ad un urto piuttosto che a un'esplosione. Per uscire dal terreno
delle ipotesi bisognerebbe disporre di riscontri microscopici oltre che dei noti
riscontri macroscopici quali la constatazione dell'avvenuto accartocciamento
della parte prodiera dell'aereo. Questi riscontri microscopici dovrebbero
consistere nel reperimento, nel fasciame della fusoliera, di microfessurazioni e
inclusioni di materiali diversi da quelli che costituiscono il fasciame dei
DC-9. Così si potrebbe tentare di ricercare la presenza di tali
microdeformazioni e inclusioni facendo ricorso all'attrezzatura denominata "Facility
Microbeam", presente presso il Dipartimento di fisica dell'Università
di Padova.
Dal punto di vista del Met, l'incidente avrebbe soltanto devastato il
"cantiere" della sua rimaterializzazione, perchè essa può trovarsi
al di fuori della nostra portata culturale, ma sicuramente abbiamo i mezzi di
indagine per accertare le qualità contingenti di quella causa. Per esempio,
prendendo le mosse dalla banale osservazione che mancano dalla fusoliera i pezzi
pesanti (sedili, motori, porta bagagli) si potrebbero senz'altro verificare se
tali pezzi si siano staccati tutti secondo una certa direzione o meno. Potremmo
anche determinare l' accelerazione responsabile di tali distacchi, e quindi l'
entità dell'urto subìto. Un evento presuppone una causa e comporta degli
effetti, mediando causa ed effetti in modo coerente alla cultura di chi indaga.
Sembra quindi di essere tagliati fuori dalla comprensione della causa del
disastro di Ustica perché la sua tipologia non è stata convenientemente
recepita ed elaborata dalla nostra cultura. Se anche così fosse, disponiamo
comunque dei mezzi per poter configurare almeno un simulacro della causa che ha
prodotto quegli effetti, purché tale causa dia ragione non solo della dinamica
e della meccanica relative all'abbattimento del DC-9, ma anche dei conseguenti
comportamenti tenuti dalle autorità nei riguardi del caso. Esistono infine
delle residuali incongruenze e incompletezze che potrebbero essere superate solo
da una radicale revisione del caso Ustica. Tali incongruenze e incompletezze
sono essenzialmente le seguenti:
- la testimonianza del pilota Capitano di Corvetta Bonifacio, che sorvolando
Ustica con un aereo Atlantic all'alba del 28 luglio, e quindi poche ore dopo
l'incidente, avrebbe visto galleggiare il DC-9.
- la questione del carburante del Mig libico, che chiarirebbe se il Mig è
caduto o meno per l'esaurimento del carburante stesso (e su questa questione i
soccorritori sicuramente qualcosa sanno);
- le quasi contemporanee collisioni aeree del DC-9 con il Met, che sembrerebbero
effettivamente tante anche per essere provocate da un Met in difficoltà.
È convinzione diffusa che le indagini siano ostacolate dal muro di gomma eretto
da alcune autorità militari del pianeta di fronte a tali investigazioni, al
fine di coprire un fatto bellico; ma questa convinzione per quanto ancora può
durare? Visti infatti i risultati fin qui ottenuti da tali indagini, può essere
ragionevole chiedersi a cosa si debba attribuire il mancato emergere e
progredire di pertinenti e probanti acquisizioni sulle cause dell'incidente.
Senz'altro, le dominanti inflessioni culturali delle perizie fin qui svolte,
sono congrue ai limiti culturali di ciascuno di noi. Con mille fatti si può
dimostrare che l'uomo moderno non conosce l'ambiente in cui vive così
compiutamente come convenzionalmente egli ritiene. Con mille altri fatti si può
dimostrare che il "metodo scientifico" non è in grado di descrivere
la totalità dell'ambiente in cui l'uomo vive. Per tali ragioni mi sembra
corretto affermare che l'indagine su Ustica potrà progredire solo se essa saprà
e potrà liberarsi dai limiti della convenzionalità e dai dogmi del metodo
scientifico.
(Relazione del III Meeting Internazionale di Ufologia dell'USAC 13-14-15
Ottobre 2000)
Centro Accademico Studi Ufologici
Via Baccanazza, 13
45030 - Santa Maria Maddalena (Rovigo)
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