Località: MAROZZO di LAGOSANTO
DATA: 28/05/1994
Ore 24.00
Durata del fenomeno: 2 minuti
Testimone: Z. M. di Casaglia (FE)
Racconto testimoniale
“Mi recai in località Marozzo la sera del 28 Maggio per pescare in un canale che passa nelle adiacenze di un’idrovora abbandonata. Arrivai sul posto alle 23.45 e preparai le canne per la pesca. Dopo un quarto d’ora, esattamente a mezzanotte, vidi a circa 600 metri da me, in piena campagna, alcune luci (6 o 7), avvolte da un alone luminoso chiaro, sollevarsi dal terreno in modo verticale. Non riuscivo a distinguere nessun oggetto, soltanto queste luci di colore azzurro, avvolte dall’alone luminoso, che salivano verso il cielo. Ho visto chiaramente questo fenomeno in pieno possesso delle mie facoltà mentali. Quest’oggetto, chiamamolo così, mi ha lasciato molto perplesso, in quanto non riuscivo proprio a classificarlo tra nessuno dei velivoli che normalmente si è abituati a vedere (aerei, elicotteri, ecc.). Ho voluto convincermi che forse era un elicottero, anch’io lo credo a stento, ma cos’altro diavolo poteva essere? Quest’oggetto, comunque, si alzò chiaramente dal terreno, salì verticalmente in cielo per circa un minuto, molto lentamente, e quando si trovò ad una notevole altezza (ed io lo vedevo ancora chiaramente) si allontanò ad una velocità sostenuta fino a scomparire. Mentre saliva emetteva uno strano ronzio, un rumore simile ad una lavatrice in centrifuga. Come ripeto, voglio credere che fosse un elicottero: ma, se lo fosse stato, quello che non mi spiego è che a quella distanza avrei dovuto sentire distintamente il rumore delle eliche, invece niente.Poi, è possibile che un elicottero abbia 6 o 7 luci accese che emettono un alone luminoso, che lo avvolga nascondendone la sagoma?
Dimenticavo che nelle immediate vicinanze c’era un albero, che venne illuminato nel momento che le luci si sollevarono da terra. Ricordo esattamente il punto esatto. Alla luce del sole sarei certamente in grado d’individuarlo con un errore di pochi metri. Quanto raccontato e scritto sopra corrisponde ad assoluta verità; non vi è nulla di più e nulla di meno di quanto sia realmente accaduto.
Per motivi personali non gradisco alcun tipo di pubblicità e sarei grato se questa mia testimonianza restasse a conoscenza dei pochi cui ho fatto parola”.
Una delle tre impronte circolari apparse nel pomodoreto in località Marozzo il 28 Maggio del 1994. Il terreno intorno all'orma, come anche intorno alle altre, appare calcinato. Foto USAC
L’équipe tecnico-scientifica dell’USAC avrebbe dovuto recarsi dopo qualche giorno nella suddetta zona per compiere gli accertamenti del caso in questione, ma una pioggia copiosa fece ritardare la “field investigation”. Il giorno 8 Giugno, dopo ulteriori informazioni da parte del testimone circa il luogo del presunto atterraggio (il signor Z. M. non riuscì a seguirci per motivi di lavoro e perché schivo di ogni interesse per il fenomeno UFO), trovammo lo spiazzo adiacente al canale e collocato tutt’intorno ad un albero, cui aveva accennato il testimone.
L’inizio del rilevamento avvenne alle ore 18. Terminammo le indagini poco oltre le ore 19. Quello che si presentò ai nostri occhi, e come si può osservare dalle foto che scattammo e riportate in questa relazione, ci lasciò stupefatti: era evidente che qualcosa di grosso fosse atterrato ai limiti del campo coltivato a pomodori, in prossimità di un vasto canale, che rasentava una vecchia idrovora abbandonata ed una nuova distante poche centinaia di metri dalla prima. In posizione Sud Ovest, su un terreno argilloso apparivano visibilissime tre impronte circolari ai vertici di un ideale triangolo isoscele.
Il terreno all’interno di dette impronte risultava durissimo e compatto, nonostante la pioggia dei giorni scorsi, rendendo impossibile un’efficace analisi penetrometrica. Inoltre, la loro superficie mostrava per buona parte una colorazione rosso mattone, simile alla ruggine. Il terreno, come si è accennato sopra, era argilloso e non presentava altre orme di piedi umani o di diverso tipo.
Le foglie delle piantine in zona circostante alle orme risultavano bucherellate.
Una seconda impronta nel pomodoreto - Foto USAC
La terza impronta, situata sul ciglio dello stradone parallelo al canale, presentava una larga fessura nel terreno, dovuta senza dubbio allo smottamento dello stesso. L’interno della seconda impronta conteneva una sovrapposizione con un’altra simile, dovuto questo con ogni probabilità ad un movimento di vibrazione.
Secondo il testimone. Le condizioni del cielo erano ottimali, la temperatura di circa 18° C e la visibilità buona. Il signor Z. M. (oggi 37enne) asserì di godere eccellente salute e vista ottima con cultura generale discreta.
La terza impronta, situata sul ciglio dello stradone parallelo al canale, presentava una larga fessura nel terreno, dovuta senza dubbio allo smottamento dello stesso. L’interno della seconda impronta conteneva una sovrapposizione con un’altra simile, dovuto questo con ogni probabilità ad un movimento di vibrazione.
Secondo il testimone. Le condizioni del cielo erano ottimali, la temperatura di circa 18° C e la visibilità buona. Il signor Z. M. (oggi 37enne) asserì di godere eccellente salute e vista ottima con cultura generale discreta
Terza orma che completa la triade, rappresentata con rotazione di 90°. Si noti la forte pressione al suolo, all'interno della corona dell'orma. il terreno argilloso, quasi cotto, ha impedito la penetrazione del puntale del penetromentro. Alcune foglioline all'interno dell'area apparivano secche e bucherellate. Quest'orma, inizialmente quasi interamente coperta dal terreno, è stata liberata in un secondo momento da un pennello. Foto USAC
Rappresentazione schematica dell'atterraggio UFO
STRUMENTI USATI
1) Fotocamera “Olympus A.F.1 mini” con pellicola Kodak 400
2) Contatore Geiger per la misura della radioattività
3) Flussimetro di gauss per il rilevamento di campi magnetici
4) Penetrometro per misure di pressione e, quindi, di peso al suolo
5) Contatore USAC selettivo per raggi Gamma
6) Vari attrezzi per il prelievo di piante e terreno
MISURE ESEGUITE
La radioattività delle orme e del terreno circostante si aggirava su valori normali.
Sono stati scattati 15 fotogrammi.
Non vi è stata alcuna anomalia magnetica.
Il puntale del penetrometro, avente il diametro di 6,4 mm., il più piccolo della serie in dotazione, s’incuneava all’interno del terreno argilloso soltanto di qualche millimetro e con forza, e ciò era dovuto, secondo l’analisi microscopica, ad una modificazione fisica della struttura cristallina dell’argilla all’interno delle orme.
Codesta modificazione è stata causata, senza dubbio, da una fonte esterna di calore ad alta intensità (microonde ad altissima frequenza?).
Infatti, il colore ruggine rinvenuto sulla superficie delle tre orme lascia dedurre un inizio di cottura dell’argilla, trasformata conseguentemente in quasi mattone. E questo spiegherebbe anche perché la pioggia copiosa del giorno seguente sia stata ininfluente per la chimica delle orme.
Abbiamo escluso in modo razionale che le orme fossero state artefatte da qualcuno per i motivi su esposti. E’ da escludere anche che le impronte circolari siano state forgiate da un volano.
Nelle vicinanze del pomodoreto era situata una piccola casa colonica. I proprietari, intervistati da noi dell’USAC, hanno riferito di non aver udito nulla di strano, al di fuori di animali domestici, che all’esterno sembravano inquieti ed emettevano versi. L’ora, circa mezzanotte, corrispondeva all’avvistamento del signor Z. M.
Possiamo catalogare l’evento suddetto come un I. R. - II°