I dischi
volanti e reticolo elettromagnetico terrestre
Nella casistica ufologica si trovano
numerosi avvistamenti accompagnati da anomalie elettromagnetiche, motori di auto
che si spengono, disturbi radio, bussole che impazziscono, ed anche anomalie
gravitazionali: i giroscopi impazziscono. In casi di atterraggio di UFO o volo
molto radente al suolo si sono riscontrati fenomeni come la disidratazione di
microorganismi e la presenza di composti che solo una forte esposizione a
microonde può produrre. Gli UFO compiono manovre di volo complesse, arresti
improvvisi, possono stazionare in un punto ruotando su se stessi, possono
ripartire con accelerazioni impossibili agli aeromobili convenzionali, possono
compiere svolte ad angolo retto, scomparire e riapparire in un altro punto, di
notte presentano una forte luminosità il cui colore è variabile, di giorno la
loro superficie presenta riflessi metallici. Ma si hanno segnalazioni di
differenti aspetti: anche la forma è varia, non solo dischi, ma cilindri,
triangoli, forme a delta, a “V, sfere di piccole dimensioni. Questi fatti non
sono spiegabili attenendosi alla scienza insegnata nelle università. La quasi
totalità degli esponenti del mondo scientifico nega addirittura la realtà dei
fatti. La motivazione è che, non essendo questi fatti studiati da esponenti del
mondo scientifico, il materiale esistente non è da ritenersi scientifico.
Invece esistono alcuni ricercatori universitari che applicano rigorosamente il
metodo scientifico agli studi ufologici, ma si tratta di iniziative individuali,
mentre è accettato solo ciò che ha l'approvazione istituzionale ed è
pubblicato sulle più accreditate riviste scientifiche. Essendo le riviste
ufologiche e i convegni considerati non scientifici dal mondo accademico, tutto
ciò che è presentato non é considerato degno della minima attenzione ed è
lasciato ai commenti scherzosi dei giornalisti, che trattano l'argomento come
folklore. Tutte le documentazioni ufologiche presentate fino ad oggi non sono
servite a modificare questa situazione. Alla ricerca di qualcosa che possa
essere utile per le ricerche ufologiche ho scoperto che nella storia della
scienza vi sono molti elementi trascurati. Da ormai svariati anni mi sono
impegnato per presentare ai colleghi ufologi ed al pubblico interessato i
risultati delle mie ricerche nei convegni organizzati dall'USAC. In
particolare vado illustrando l’opera di Nikola Tesla, perché fra le
sue invenzioni ve ne sono molte che possono aprire nuove prospettive alla
ricerca ufologica. Ancora troppo pochi ne conoscono l'importanza, è opportuno
ricordare che è Tesla l’inventore della corrente alternata. Con la
distribuzione a corrente continua di Edison non si sarebbe mai potuta realizzare
una distribuzione come quella a corrente alternata. Ma l’autore
dell'invenzione alla base dello sviluppo industriale, quale ringraziamento, è
stato cancellato dalla storia. Il progetto della prima centrale idroelettrica
sulle cascate del Niagara porta la firma di Tesla. Mentre i finanziatori della Westinghouse
facevano i conti degli enormi profitti ricavabili dalla distribuzione elettrica
mediante fili, Tesla commetteva lo sbaglio di far sapere che era possibile farlo
anche senza fili. Presidente dell'associazione degli ingegneri, invitato a
tenere conferenze nelle più importanti università, amico dei più eminenti
scienziati, sicuramente il più noto ed il più pagato, improvvisamente, pur
essendo ancor vivo, finì nel dimenticatoio. Pur ritrovandosi da solo e con
mezzi finanziari molto limitati Tesla scoprì che l’energia poteva essere
ricevuta non solo senza fili, ma anche senza produrla, perché c’è già.
All'inizio di questo secolo Tesla, in una conferenza universitaria, disse che un
filo teso da terra fino alla ionosfera può captare energia. Ottanta anni dopo
un italiano, il Prof. Colombo, propone alla NASA
l’esperimento del Tethered satellite, un satellite collegato allo
"shuttle" con un cavo d’acciaio, che può essere srotolato per una
lunghezza di dieci chilometri. Al primo tentativo il cavo si ingarbuglia, ma già
fa misurare una corrente superiore al previsto, poi al secondo tentativo il cavo
raggiunge una maggiore lunghezza, confermando che l'energia è di più di quella
prevista, anche se non è mai stata raggiunta tutta la lunghezza possibile. Poi
avete voi più saputo qualcosa? Tesla è autore di tantissime altre invenzioni,
ma dal punto di vista teorico non ha rivelato che una minima parte di ciò che
aveva capito. Due anni fa ho invitato a questo convegno Claudio Bianchini,
studente d'ingegneria della gestione a Reggio Emilia. Claudio s'interessa come
me di Tesla ed era inevitabile che in una città piccola come Reggio ci
incontrassimo.Nel convegno di due anni fa giungemmo alla conclusione che per
capire Tesla si sarebbe dovuto ripercorrerne il percorso scientifico dai primi
esperimenti, realizzando degli apparecchi. Alle parole sono seguiti i fatti. Così
ho invitato Claudio ed il suo collega di studi Marco Scolari esponendoli
al convegno dell'USAC. Ho chiesto a Claudio quale fra gli esperimenti di Tesla
ha attirato la sua attenzione. Claudio ha spiegato che in un libro su Tesla era
riportato che Faraday fece due esperimenti con quello che è divenuto
noto come il disco di Faraday. Nel primo ben noto esperimento un disco di
rame ruota rispetto ad un magnete fisso; fra il centro del disco e la periferia
si stabilisce una corrente, ma poi vi fu un secondo esperimento, meno noto, in
cui il disco di rame è solidale al magnete, perciò disco e magnete ruotano
insieme, ma la corrente c’é ugualmente. La teoria attualmente accettata
spiega il primo esperimento, ma fallisce per il secondo. Così perché la cosa
era imbarazzante, piuttosto che ammetterla si è preferito eliminare dai libri
il secondo esperimento. Claudio e Marco hanno pensato di proporre
l’esperimento come rievocazione storica, ottenendo così il finanziamento
dall’università per la costruzione del disco di Faraday. Poi Marco ha
mostrato le foto della macchina e ha spiegato com'è stata costruita. Rispetto
alla macchina originale di Faraday il disco di rame è solidale a due magneti,
posti sulle due facce del disco, allo scopo di potenziare l’effetto. Poi sono
stati mostrati i risultati delle misurazioni elettriche: a 5600 giri è stata
misurata una differenza di potenziale di centoventicinque millivolt, ma
l’intensità della corrente era di settantasei ampere, (lo scrivo in lettere
perché non si pensi ad un errore di stampa, sono settantasei!).La prova è
stata fatta nel laboratorio universitario di compatibilità elettromagnetica
presso l’istituto Leopoldo Nobili di Reggio Emilia, alla presenza del docente
della facoltà d'ingegneria Prof. Ivan Montanari, del presidente Carlo
Baldi della fondazione “Studium Regiense, che ha in parte
finanziato il progetto, e dei giornalisti.Il risultato della tensione, per la
teoria che è accettata oggi, è già una sorpresa, ma il dato sull'intensità
della corrente è stato una sorpresa anche per gli stessi progettisti e
costruttori, considerando che la macchina, per contenere i costi al minimo, è
costruita con dei magneti in ferrite e il prelievo di corrente è ottenuto con
comuni spazzole. Tesla, partendo proprio da questa base, ha sviluppato, in
seguito, varianti del disco, per approdare poi a macchine il cui rendimento
energetico è superiore all'energia spesa. Ciò è chiamato rendimento
sovraunitario o "free energy"”(energia gratuita), sia con
macchine rotanti sia con apparecchiature statiche. Anche altri inventori hanno
fatto simili realizzazioni, una delle più note è di Bruce DePalma ,
ex-docente presso il Mit (USA). Questa macchina è basata sul principio
del disco di Faraday, ma sono impiegati magneti al neodimio ed il
prelievo di corrente è a bagno nel mercurio, che consente di raggiungere
diecimila giri senza i problemi di resistenza attrito ed usura delle spazzole.
Il tutto costa molto di più ma il rendimento è enormemente maggiore, tanto da
superare largamente il consumo del motore che mantiene in rotazione i magneti,
quindi si può definire sovraunitario. Dopo questo Bruce De Palma ha lasciato
gli Stati Uniti per stabilirsi in Nuova Zelanda, dove è morto nel 97. Anche la
fusione fredda produce più energia di quanta occorra per innescare la reazione.
Risultato? Grandissima opposizione del mondo scientifico, nonostante sia stata
riprodotta in svariati istituti. Tesla, avendo inventato sia gli alternatori sia
le bobine di induzione per l’alta tensione, si impegnò per produrre scariche
sia in aria sia in tubi a vuoto, gettando le basi per lo sviluppo dei tubi
termoionici. Dagli esperimenti risultò che l’energia emessa era superiore a
quella immessa. Considerando tutti i risultati ottenuti, Tesla ne concluse che
lo spazio non è vuoto, ma contiene un’energia potenziale che può essere
captata. Tesla fu il primo a trasmettere segnali radio a distanza, e non mancava
di ricordarlo. Ciò non poteva piacere alla nota azienda Marconi, che gli
fece causa. Tesla presentò i suoi brevetti regolarmente registrati negli Stati
Uniti in data precedente a quelli di Marconi, perciò la Corte Suprema degli USA
emise una sentenza che riconosceva a Tesla di essere stato il primo a
trasmettere a distanza. Mi dispiace per i tifosi di Marconi, ma inoppugnabili
prove documentali dimostrano questo al di là di ogni ragionevole dubbio. Il
verbale del processo è stato pubblicato, ed il suo contenuto non solo è
interessante dal punto di vista storico ma dal punto di vista scientifico, perché
Tesla spiega alla Corte cose mai prima spiegate altrettanto chiaramente. In
particolare Tesla spiega che il suo sistema di trasmissione è stato male
copiato, perché il suo consente di trasmettere senza attenuazione anche
attraverso la stessa terra, mentre quello di Marconi no. A questo proposito
spiega che la superficie terrestre e la ionosfera sono come le due armature di
un grandissimo condensatore, e l'atmosfera terrestre funge da dielettrico. Il
ricercatore americano Tom Bearden, per spiegare la modo di trasmissione
senza attenuazione di Tesla, ha introdotto il concetto di "onda scalare".
Sono stati fatti esperimenti che dimostrano l’esistenza di onde longitudinali,
ed infine ricordo che esiste un brevetto di nome Rogers, impiegato dalla
marina militare americana durante il secondo conflitto mondiale.
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