UFO a Sanremo
di Antonio Marcianò
2 Giugno 2006

Sanremo, 7 marzo 2006. Ore 9: 37. Con lo scopo di documentare in modo inoppugnabile il sorvolo per opera di aerei che, attraverso appositi erogatori, rilasciano nell’atmosfera sostanze chimiche da ritenersi, con ogni probabilità, nocive sia per l’ambiente sia per le persone, vengono girati dei filmati per mezzo di una videocamera portatile digitale. [1] Nei giorni successivi sono realizzate altre immagini.

 

 

Allorquando si visionano tutte le riprese, ci si accorge che, oltre ai velivoli ed alle lunghe e sfrangiate scie, si notano degli oggetti presumibilmente sferici che evoluiscono nello spazio aereo circostante l’apparecchio, talora dirigendosi a velocità formidabili verso la parte anteriore della fusoleria, per poi schizzare via, con movimenti repentini e traiettorie zigzaganti, in ogni caso del tutto dissimili da quelle degli aeromobili terrestri. Talvolta gli U.F.O. sembrano seguire il velivolo, percorrendo una direzione analoga. In alcuni fotogrammi gli strani ordigni volanti, di cui alcuni discoidali, appaiono in formazione. Talora si possono osservare degli oggetti più piccoli come espulsi tutti intorno dagli altri.

 

Nei giorni successivi sono filmati altri O.V.N.I. di aspetto e colore simile. Quello che sorprende maggiormente è la velocità degli ordigni: infatti si stima, attraverso un raffronto con la velocità dell’aviocisterna ripresa e con le distanze coperte, che essa dovrebbe aggirarsi intorno ai 3500-3600 kilometri orari. Gli oggetti compiono ardite evoluzioni nel cielo, puntando ora verso la cabina di pilotaggio degli apparecchi, per poi deviare improvvisamente, ora verso la scia sfilacciata. Per lo più le traiettorie disegnano degli angoli ottusi. Si assiste ad una sorta di balletto degli U.F.O. attorno agli aerei, come se gli occupanti volessero intimidire i piloti o, in ogni caso, manifestare in modo inequivocabile e quasi provocatorio la loro presenza.

 

La serie di avvistamenti si rivela eccezionale almeno per due motivi: in primis gli U.F.O. sono stati scorti non distanti dalle aviocisterne, così da far ipotizzare un collegamento tra i voli clandestini ed eventuali extraterrestri; in secondo luogo, poiché gli avvistamenti sono documentati in modo chiaro, attraverso alcuni filmati di buona qualità, messi altresì a disposizione dei tecnici per una loro analisi.

In merito al primo punto, bisogna ricordare che, in qualche occasione, sono state viste o fotografate delle piccole sfere in prossimità dei velivoli, ma esse presentano caratteristiche differenti da quelle degli U.F.O. la cui presenza è stata rilevata nella città ligure: i globi, infatti, sono molto più piccoli, non si muovono a scatti, sono di colore argenteo. Tali proprietà fanno pensare ad oggetti terrestri usati per scopi non noti.

 

Un particolare mi sembra degno di approfondimento: mi riferisco agli oggetti di ridotte dimensioni che sono come proiettati dagli ordigni saettanti nell’aria, a somiglianza delle faville che scaturiscono da un maglio. La casistica ufologica annovera non poche istantanee e testimonianze che si riferiscono a presunte astronavi-madre, spesso di forma oblunga, attorniano da ricognitori: sono celebri, ad esempio, i sigari fotografati da George Adamski dai quali escono dischi volanti. Tuttavia, nel caso dell’evento in esame, pare che non si debba pensare ad astronavi accompagnate da velivoli per la ricognizione, ma a qualcosa di simile a sonde proiettate tutto intorno, a mo’ di gragnuola, forse per analizzare la composizione chimica dell’aria. [2]

 

A questo punto occorre chiedersi: qual è il motivo dell’interesse dimostrato dai visitatori per l’attività connessa alle scie chimiche? Essi esaminano le sostanze rilasciate nell’atmosfera, animati da mera curiosità scientifica? Cooperano in qualche modo con il governo occulto che è all’origine di questa bieca operazione? Neutralizzano o tentano di neutralizzare gli effetti deleteri causati dall’immissione nell’atmosfera di elementi come il quarzo? Come notavo in un articolo del 2005, i cristalli di quarzo, dalle proprietà piezoelettriche, sparsi nell’atmosfera potrebbero alterare le condizioni magnetiche della ionosfera e quindi interferire sul sistema di propulsione e di navigazione delle aeronavi aliene, che usufruiscono, stando agli studi ed alle ipotesi di molti ricercatori, del campo magnetico terrestre per i loro spostamenti.[3] Alcuni hanno, invece, congetturato che visitatori benevoli provvedano a rendere inefficaci i componenti chimici distribuiti con le aviocisterne, con il fine preservare gli equilibri ecologici del pianeta e la salute dei suoi abitanti.      

Le riprese video e le fotografie, che documentano gli avvistamenti, sono state realizzate da Rosario Marcianò. Parte del materiale può essere visto al seguente indirizzo: http://zret.blogspot.com/

 

 
 
Note

[1] Sul fenomeno delle scie chimiche, vedi www.sciechimiche.com e www.sciechimiche.org con i relativi collegamenti. Cfr anche V. Gambino, D. Benvenuti, Scie chimiche: qualcuno ha deciso di usare il cielo per esperimenti segreti, Cesena, 2004, DVD con libretto; Scie chimiche: cosa accade nei nostri cieli, video a cura dell’associazione culturale SaraS.

[2] Un fenomeno con qualche analogia è descritto non negli annali dell’Ufologia contemporanea, ma in un testo mistico di Ildegarda di Bingen, Scivias: il nuovo cielo e la nuova terra, Città del Vaticano, 2002. La santa tedesca riferisce una sua visione nel modo seguente: “Vidi una struttura gigantesca e scura simile ad un uovo… Lo strato esterno era interamente costituito da un fuoco scintillante e nella parte inferiore giaceva qualcosa di simile ad una membrana scura… La vampa lo scuoteva con un fragore simile al tuono, con una bufera ed una grandine di sassi appuntiti, grandi e piccoli”. L’opera della badessa vissuta nel XII secolo, è esaminata da G. Bonn, Le “visioni” di Ildegarda di Bingen: un parallelo tra documenti antichi e moderni in E. Von Danichen, I misteri dell’archeologia Alla ricerca di tracce cosmiche sul nostro pianeta, Roma, 2005.

[3] Vedi A. Marcianò, Dal simbolo del caduceo ai fenomeni elettromagnetici nell’ambito dell’Ufologia, 2005. Si consulti anche la bibliografia ivi inclusa.

 

 
 

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