UFO a Pontelagoscuro
Alle 20 e 30 del 24 agosto 2002, la signora M. G. e il figlio quattordicenne, dal loro appartamento situato al quarto piano di un edificio a Santa Maria Maddalena (RO), hanno assistito ad un evento alquanto insolito.
Guardando verso Ovest, si accorsero della presenza di un globo luminoso di discrete dimensioni e di colore arancione stazionare in cielo. (elaborazione grafica a lato) Stavano guardando incuriositi quell’insolita presenza quando, dopo qualche istante, il globo si spostò con uno scatto repentino verso il punto 2, dove si fermò per alcuni minuti. Poi, con un altro scatto improvviso, si portò ad una latitudine più bassa e nuovamente verso Ovest, per fermarsi al punto 3.
Qui vi rimase per qualche istante e poi, con una serie di scatti ripetuti, si spostò sopra l’Isola Bianca rallentando vistosamente la sua corsa fino a fermarsi per qualche secondo al punto 4 e subito dopo, a velocità sostenuta, puntare verso l’isolotto fino a scomparire tra gli alberi.
Passarono tre o quattro minuti quando dalla vegetazione si sprigionò una luce fortissima simile ad un flash, mentre dalla cima degli alberi ricompariva il globo arancione per risalire velocemente e fermarsi al punto 6. Tutto questo sotto gli occhi attenti ed increduli dei due testimoni. Dal punto 6, con un’incredibile accelerazione, si portò nuovamente verso Ovest dove sostò per un paio di minuti al punto 7. Di seguito avanzò nella stessa direzione fino a raggiungere il punto 8. Qui il globo luminoso sembrò volatilizzarsi e al suo posto comparve una sagoma nera dalla forma non ben definita.
Le testimonianze della signora M. G. e del figlio sono di estrema importanza in quanto confermerebbero un’azione mirata e uno scopo ben preciso di questo genere di oggetti.
L’oggetto aveva sicuramente un obiettivo ben preciso e dopo una prima fase di studio, determinata dai vari e bruschi spostamenti, puntava decisamente verso l’Isola Bianca. Il flash intravisto chiaramente tra il fogliame confermerebbe che in quel punto è accaduto qualche cosa di rilevante ma che noi non siamo ancora stati in grado di capire.
Una volta compiuta la missione se ne andava riacquistando l’aspetto originale o rientrando in un corpo sconosciuto dal quale era stato partorito.
Purtroppo, in questa ultima parte della vicenda, né la signora M. G. né il figlio hanno saputo dare informazioni più dettagliate. Tuttavia la testimonianza dell’evento assume sotto tutti gli aspetti una rilevante importanza per il proseguo degli studi e della ricerca su questi globi luminosi che con sempre maggiore frequenza fanno la loro comparsa.
Il giorno dopo l’intervista, un corrispondente del Resto del Carlino di Rovigo, venuto a conoscenza del caso, fu invitato dal Prof. Sebastiano Di Gennaro, Direttore dell’USAC, a recarsi assieme al segretario dello stesso Centro, Matteo Tenan, nei dintorni della località dell’evento per ulteriori indagini, comprese informazioni, foto e misurazioni strumentali. Non riuscirono ad approdare sull’Isola Bianca, perché occorreva un permesso dal Presidente della LIPU, e quand’anche fosse stato loro concesso, si sarebbe dovuto seguire un sentiero ben preciso, senza scantonare in altre direzioni. Dall’esterno dell’isolotto, il Prof. Di Gennaro con gli altri due accompagnatori notarono alcune zone secche e degli alberi quasi bruciacchiati. Senza una visita più accurata all’interno non era possibile capire se i rappresentanti della flora fossero stati colpiti da un fulmine o rappresentassero una prova dell’evento ufologico. Il dubbio rimane ancora.
Dino Colognesi. |