UFO a Monte Bignone | ||
di Antonio Marcianò |
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2 Giugno 2006 |
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13
aprile 2006. Insieme con mio fratello, decido di fare un’escursione in
montagna, approfittando della giornata di sole: la meta è Monte Ceppo, una cima
che svetta nell’entroterra tra Sanremo e Taggia. |
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Così ci inoltriamo nell’entroterra, percorrendo la strada che porta a San Romolo, frazione montana del comune di Sanremo, per poi svoltare a destra in direzione di Passo Ghimbegna, il valico superato il quale, la carrozzabile s’inerpica sino a Monte Ceppo, a quota 1600 metri. Prima di giungere al passo, ci fermiamo lungo la strada panoramica da cui si possono ammirare il mare, la costa e i declivi che s’innalzano fino alle pendici di Monte Bignone. Siamo, infatti, nella zona di Monte Bignone, a circa mille metri di altitudine. Mio fratello imbraccia una videocamera portatile e comincia a realizzare delle riprese del paesaggio in direzione sud. L’area è coperta da una bella pineta e da essenze della macchia mediterranea. Il cielo è sereno, la visibilità è buona: sono le condizioni ideali per eseguire delle riprese video. Sono le 14.35. Si riparte quindi alla volta di Monte Ceppo: vi rimaniamo per un’ora circa. Infine riprendiamo la strada per casa. Dopo aver riversato le immagini su DVD, ci si accorge che le riprese naturalistiche inquadrano un oggetto aereo anomalo, che schizza a velocità formidabile da est verso ovest. L’elevatissima celerità del velivolo ha impedito di osservarlo ad occhio nudo, ma la videocamera l’ ha registrato sicché è possibile analizzare i vari fotogrammi. Grazie alle analisi ed alle scansioni condotte, la sagoma scura che attraversa fulmineamente il campo visivo e lo schermo, rivela sorprendenti caratteristiche: in primo luogo l’U.F.O. sembra materializzarsi progressivamente, a partire da una silhouette bianca. La forma diviene via via un oggetto di colore scuro dalla forma che ricorda uno dei dischi volanti avvistati da George Adamski: si notano una calotta nella parte superiore e delle semisfere in quella inferiore. L’ordigno tuttavia ha un profilo più squadrato rispetto ai ricognitori fotografati dal famoso contattista statunitense. L’impressione è che l’oggetto provenga da un’altra dimensione spazio-temporale o che abbia disattivato un sistema di dissimulazione per rendersi visibile, anche se per soli 12 decimi di secondo. Molto interessante è il fotogramma corrispondente a 00:00:32, dove si nota, come si diceva, una sagoma evanescente che, due decimi di secondo dopo, si materializza. Si propongono le immagini ed il filmato, assai più eloquenti del rapporto di avvistamento.
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