Il caso di BOARA - Giugno 1989

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GLI UFO RITORNANO AL GRANO!

Nella seconda decade di Giugno del 1989, avuto sentore della comparsa di alcune e strane orme in un vasto campo di grano, mi recai con la mia équipe dell’USAC nella zona, subito individuata in una località nei pressi di Boara (FE). Effettuammo le prime indagini. Come può vedersi dallo schizzo riportato qui sotto e dalle foto che seguono, tre enormi cerchi del diametro di m 2.15 rompevano il giallo paesaggio di frumento che si estendeva a vista d’occhio per parecchi Kmq.
Da misurazioni eseguite i tre cerchi erano disposti ai vertici di un triangolo isoscele, i cui lati uguali misuravano m 12.5, mentre la base era di m 11.5. Nell’ortocentro di detto triangolo appariva una zona circolare d’erba bruno-violacea, quasi annerita, tangenzialmente alla quale un filare di piante selvatiche mostrava le foglioline più esterne, per un certo tratto, annerite. Sulla citata zona circolare centrale trovammo, non senza stupore, la carcassa d’un gatto completamente mummificato, con la parte posteriore in parte bruciata. Ancora una volta l’espressione sul volto dell’animale lasciò una certa inquietudine su tutti i presenti. Non eravamo, infatti, del tutto nuovi ad uno spettacolo del genere (vedere la cagnetta sul Canal Bianco nel caso di Pincara).

I tre cerchi trovati nella zona suddetta non erano affatto dovuti, come qualcuno potrebbe pensare, al piegamento del frumento a causa di precipitazioni ventose: esso è ben altra cosa.
Come si può osservare dalle foto seguenti, il fondo terroso o cosparso di pianticelle sporadiche di grano in alcuni tratti di esso mostra quattro altre piccole buche per ciascun cerchio, delle quali una parete è completamente levigata, testimoniando in tal modo l’intrusione nel terreno di un oggetto solido particolare.
Tre cerchi, seppur di diametro minore, furono riscontrati anche nei casi di Roncala del 1986, e situati ai vertici del solito triangolo isoscele, avente i lati di dimensioni minori rispetto al nostro attuale.
In direzione Nord, avanti una trentina di metri, una casa abbandonata, adibita a deposito di cereali, avrebbe di lì a poco svelato un altro particolare della strana vicenda. Perlustrando i suoi dintorni, scoprimmo nel suo retro, sparse al suolo in modo confuso delle zolle di terra ricoperte di muschio annerito, mentre sul tetto di un altro casolare a pochi metri dal primo le zolle (erano visibili dal basso) risultavano coperte da muschio verde. Evidentemente le prime erano precipitate dalla superficie della tettoia posteriore del deposito.
Dopo un attento esame escludemmo come cause principali il vento e la pioggia: infatti, nei dieci giorni precedenti, periodo durante il quale si suppone sia avvenuto il presunto atterraggio, non si erano riscontrate precipitazioni significative e con una forza tale da provocare la caduta di suddetti detriti a base di muschio annerito.
Ipotesi? Il presunto UFO, proveniente con ogni probabilità da Nord, ha stazionato al di sopra del tetto del suddetto deposito per un certo tempo prima di atterrare, provocando per mezzo della sua corrente energetica (corrente d’aria abbinata a microonde) la caduta delle zolle terrose di muschio, dopo averle bruciate. Codeste zolle erano presenti soltanto dietro il casolare citato.

La presenza più inquietante era rappresentata dalla carcassa completamente mummificata di un gatto, che appariva curvato e con un’espressione di sofferenza sul volto. La parte posteriore, bruciata, lasciava intravedere alcune parti di arti carbonizzati. Anche la parte centrale dell’ipotetico triangolo isoscele presentava al suolo l’erba di color bruno-violaceo, mentre le foglioline del filare rettilineo (solamente quelle superficiali) erano completamente annerite.

Scattammo numerose foto e prelevammo numerosi campioni di terra e di erbe dalla zona in questione per sottoporli ad analisi. I primi risultati ci svelarono che la carcassa del gatto, sebbene trascorsi più di dieci giorni dal prelevamento, rivelava rispetto a quella di fondo del nostro Geiger una radioattività leggermente superiore (forse un’eventuale maggiore consistenza si era diluita nel tempo, ma di questo non siamo certi).Le foglioline, sottoposte ai raggi ultravioletti, evidenziavano una patina superficiale giallastra, leggermente luminescente. L’analisi chimica dei campioni del terreno dentro e fuori i tre cerchi ci rivelò una composizione costante. All’analisi microscopica il muschio annerito si mostrò quasi completamente bruciato (era evidente una potente azione energetica termica, forse dovuta a microonde). Lo stesso era per le foglie annerite dei cespugli lungo la canalina.
Non riuscimmo a reperire alcun testimone dell’avvenimento ma soltanto voci sparse, che, però, permisero alla mia équipe di affrontare uno dei tanti casi genuini delle nostre zone.


Sebastiano Di Gennaro

 

Foto 1

Una parte del campo di grano nella visione Ovest. Al centro del fotogramma è ben visibile la traccia circolare prodotta dall'UFO. La stretta apertura nel grano è stata prodotta dal passaggio dei membri dell'USAC

 

Foto 2

In quest'immagine è riportato il filare di piante selvatiche, da cui l'équipe dell'USAC ha già prelevato la maggior parte di foglie esterne annerite o bruciacchiate.

 

Foto 3

Alcuni particolari di una delle due orme della visione Ovest. Il grano all'interno appare schiacciato e non piegato.

 

Foto 4

Particolari dell'altra orma della visione Ovest. La scatola contenete un metro flessibile rende l'idea delle dimensioni delle altre buche trovate all'interno del cerchio.

 

Foto 5

Le pianticelle di grano appaiono schiacciate e in gran parte diradate.

 

Foto 6

La seconda orma della visione Ovest. Un'altra idea delle dimensioni delle orme lasciate dalle buche, provocate da estroflessioni quasi cuneiformi. Confronto con la penna bic.

 

Foto 7

Visione dell'orma nella posizione Est. Il grano sembra in uno stato di completa prostrazione.

 

Foto 8

Anche qui si notano le stesse caratteristiche delle altre due orme della visione Ovest.

 

Foto 9

Il terreno non apparee molto uniforme.

 

Foto 10

Panorama della zona Est. In fondo (cliccando sull'immagine per visualizzare la versiona ingrandita) è visibile una delle case adibite a deposito.

 

Foto 11

Immagine del gatto mummificato tolto dalla zona di erba bruno-violacea il giorno prima, onde evitare eventuale deterioramento e manomissione, e riportato all'aperto il giorno dopo dall'équipe dell'USAC.

 

Foto 12

Ingrandimento della zampa mummificata del gatto.

 

Foto 13

L'estremità della zampa posteriore appare completamente scarnita e bruciata.

 

Foto 14

Un'immagine della carcassa, molto appiattita ed arcuata, forse a causa dell'intenso calore a cui è stata sottoposta.

 

Foto 15

La superficie è completamente priva di pelo.

 

Foto 16

Come nel caso della cagnetta di Pincara sul Canal Bianco l'espressione del gatto è quella di terrore.

 

Foto 17

Particolari della bocca.

 

 



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