Battaglia Celeste
di Marcello Soave
Questo è il resoconto di antiche tavolette sumere, che confermano
la Teoria del grande impatto per quanto riguarda la formazione
del pianeta Terra e del suo satellite Luna. Dal sesto paragrafo della seconda
tavoletta delle Enuma Elish, pag60 del “Libro perduto del dio Enki” di Zecharia
Sitchin.
Questo è ora il racconto della
Battaglia Celeste e di come la
Terra fu creata e del destino di Nibiru. Il Signore Nibiru andò
avanti, seguì la sua strada decisa dal Fato. Si rivolse verso la rabbiosa Tiamat,
con le sue stesse labbra pronunciò un incantesimo. Indossò come vestito di
protezione Ciò Che Pulsa e Ciò Che Irradia. La sua testa fu incoronata da
terribile fulgore. Alla sua destra posizionò Ciò Che Colpisce, alla sua sinistra
mise Ciò Che Respinge. Mandò avanti come una tempesta i sette venti, la sua
schiera di aiutanti, per scrutare il piano di Kingu, comandante della schiera di
Tiamat. Quando scorse il valoroso Kingu, la sua vista si offuscò; mentre
guardava i mostri, il suo corso si sconvolgeva, non riusciva a mantenere la
direzione, compiva gesti confusi. Gli aiutanti di Tiamat le si strinsero
attorno, tremanti di terrore. Le radici di Tiamat si scossero, emise un
terribile ruggito. Su Nibiru opera un incantesimo, lo avviluppò con il suo
fascino. Fra i due si arrivò allo scontro, la battaglia era inevitabile! Tiamat
e Nibiru si trovarono faccia a faccia; avanzavano l’uno contro l’altro. Si
avvicinavano alla battaglia, si preparavano ad un duello. Il Signore distese la
sua rete, la gettò per avvilupparla. Con furia Tiamat gridò, perse i sensi come
se fosse posseduta. Il Vento del Male, che lo seguiva, Nibiru le scatenò contro;
il Vento del Male le scagliò in faccia. Tiamat aprì la bocca per divorare il
Vento del Male, ma non riuscì più a chiudere le labbra. Il Vento del Male caricò
il suo ventre, penetrò nelle viscere. Le sue viscere erano dilaniate, il suo
corpo si gonfiò, la sua bocca si spalancò. Attraverso l’apertura Nibiru scagliò
una freccia lucente, un lampo divino. Penetrò nelle sue viscere, le dilaniò il
ventre; le si conficcò nel grembo, le spezzò il cuore. Dopo averla così domata,
egli spense il suo soffio vitale. Nibiru esaminò il corpo senza vita, Tiamat era
ora come una carcassa macellata. Vicino alla padrona senza vita, i suoi undici
aiutanti erano tremanti di paura. Nella rete di Nibiru furono catturati; furono
incapaci di fuggire. Anche Kingu, proclamato da Tiamat capo della schiera, era
fra di loro. Il Signore lo incatenò, lo legò alla padrona senza vita. Strappò da
Kingu le Tavole dei Destini, ingiustamente a lui date. Vi impresse il suo
sigillo, fissò il Destino al suo petto. Gli altri della schiera di Tiamat legò
come prigionieri, li intrappolò nel suo circuito. Li calpestò sotto i suoi
piedi, li fece a pezzi. Li legò al suo circuito; le fece orbitare indietro.
Nibiru partì poi dal Luogo della Battaglia, si recò ad annunciare la vittoria
agli dèi che lo avevano prescelto. Compì un circuito attorno ad Apsu, viaggiò
verso Kishar e Anshar. Gaga venne a salutarlo, poi fece rotta come messaggero
verso gli altri. Nibiru oltrepassò An ed Antu, si diresse verso la Dimora del Profondo. Ripensò
poi al fato di Tiamat ormai senza vita e a quello di Kingu. Il Signore Nibiru
allora ritornò a Tiamat, che prima aveva domato. Le si avvicinò, si soffermò a
vedere il suo corpo senza vita. Nel suo cuore concepì ingegnosamente un piano
per dividere il mostro. Poi come si fa con una cozza, la divise in due parti, le
separò il petto dalle parti inferiori. Recise i canali del suo sangue, guardò
con stupore le sue vene d’oro. Calpestando la sua parte posteriore, il Signore
Nibiru le tranciò di netto la parte superiore. Convocò accanto a sé il Vento del
Nord, suo aiutante. Comandò al Vento di portare via il cranio staccato, di
gettarlo nel vuoto. Allora il Vento di Nibiru si librò su Tiamat, investendola
con un fiotto di acque. Nibiru scoccò un lampo, impartì il segnale al Vento del
Nord. Con un fulgore, la parte superiore di Tiamat venne portata in un luogo
sconosciuto. Anche Kingu, a lei legato, fu con lei esiliato, per essere compagno
della parte staccata. Nibiru riflettè poi sul fato della parte posteriore: che
fosse un eterno trofeo di battaglia, questo era il suo volere. Che fosse per
sempre ricordato nei cieli, per custodire il Luogo della Battaglia. Con la sua
mazza schiacciò in mille pezzi la parte posteriore, poi li unì per formare il
bracciale martellato. Unendoli insieme, li posizionò come guardiani, un
Firmamento per dividere le acque dalle acque. Separò i Mari Superiori sopra il
Firmamento dei Mari Inferiori. Tutto questo Nibiru creò con molto ingegno. Il
Signore Nibiru attraversò i cieli per scandagliare le regioni. Misurò le
dimensioni dal regno di Apsu alla dimora di Gaga. Nibiru esaminò poi il limite
del Profondo, gettò lo sguardo verso il suo luogo natale. Si soffermò ed esitò;
poi lentamente ritornò al Firmamento, al Luogo della Battaglia.
Nell’attraversare di nuovo la regione di Apsu, ripensò con rimorso alla sposa
del Sole che più non c’era. Guardò la metà ferita di Tiamat, prestò attenzione
alla sua Parte Superiore. Le acque della vita, la sua ricchezza, stillavano
ancora dalle ferite. Le sue vene d’oro riflettevano i raggi di Apsu. Allora
Nibiru si ricordò del Seme della Vita, eredità del suo Creatore. Quando aveva
calpestato Tiamat, quando l’aveva separata, sicuramente le aveva trasmesso il
seme! Si rivolse ad Apsu, così gli parlò: con i tuoi caldi raggi, risana le
ferite! Che nuova vita sia data alla parte staccata, che possa essere accolta
nella tua famiglia come una figlia! Che le acque siano tutte raccolte in un
luogo, che possa apparire la terraferma! Che sia chiamata terraferma, che il suo
nome d’ora in poi sia Ki! Apsu prestò attenzione alle parole di Nibiru: che
la Terra
si unisca alla mia famiglia! Così decretò. Ki, Terraferma del Mondo Inferiore,
che il suo nome d’ora in poi sia Terra! Che con la sua rotazione, ci siano notte
e giorno; che di giorno io la possa irradiare con i miei raggi risanatori. Che
Kingu sia una creatura della notte, di notte brillerà come compagna della Terra,
che per sempre sia la Luna! Nibiru ascoltò con compiacimento le parole
di Apsu. Attraversò i cieli ed ispezionò le regioni. Agli dèi, che lo avevano
reso supremo, concesse stazioni permanenti. Decise che non dovessero trasgredire
i confini dei propri circuiti, né darsi battaglia. Rafforzò le serrature dei
cieli, ai loro lati posizionò dei cancelli. Scelse per sé una dimora esterna; si
estendeva al di là di Gaga. Supplicò Apsu perché decretasse che il grande
circuito fosse il suo destino. Dalle loro stazioni tutti gli dèi decretarono:
che la sovranità di Nibiru fosse senza pari! Lui è il più radioso degli dèi, che
lui sia veramente il Figlio del Sole! Dalla sua dimora Apsu concesse la sua
benedizione: Nibiru deve essere il Luogo dell’Attraversamento del Cielo e della
Terra; Luogo dell’Attraversamento sarà chiamato! Sopra o sotto Nibiru gli dèi
non dovranno mai attraversare. Una posizione centrale è stata conferita per
sempre a Nibiru, per essere così il pastore degli dèi. Il suo circuito sarà uno
Shar; questo sarà per sempre il suo Destino!
Traduzione:
Questo è ora il racconto di
un’antico Impatto Gigantesco avvenuto del Sistema Solare eoni fa. Allora il
pianeta Terra fu creato e si modificò il percorso del pianeta Nibiru, fissandone
l’orbita attorno al Sole ed a Nemesis. Allora Nibiru stava percorrendo il suo
tracciato nello spazio siderale (traccato deciso dal Fato), quando si trovò ad
essere toppo vicina al pianeta Tiamat (del Sistema solare). Gli Anunnaki, il
popolo che abitava il pianeta Nibiru allora si mobilitò per affrontare questo
pericoloso avvenimento. Vennero attivati vari sistemi tecnologici di sicurezza
planetaria (Ciò Che Pulsa, Ciò che Irradia, Ciò che Respinge, Ciò che Colpisce,
probabilmente sistemi simili ai nostri laser satellitari o terrestri). I primi
ad avvicinarsi a Tiamat furono i sette satelliti naturali di Nibiru (i Sette
Venti) e gli astronauti delle stazioni permanenti su detti satelliti fecero le
prime rilevazioni del caso, soprattutto relativamente al satellite maggiore di
Tiamat, cioè Kingu (la Luna).
Man mano che Nibiru si avvicinava a Kingu ed a Tiamat, il suo percoso veniva
disturbato e deviato dalla loro attrazione gravitazionale. I satelliti di Tiamat
vennero spinti ad avvicinarsi al loro pianeta di riferimento. Sul pianeta Tiamat
i continenti vennero scossi da numerosi terremoti ed i vulcani eruttarono con
grande fragore. A questo punto anche Nibiru era caduto nel campo gravitazionale
di Tiamat e fra i due pianeti si arrivò allo scontro! Il primo ad impattare
Tiamat fu un satellite di Nibiru (Vento del Male), che si conficcò nel corpo
roccioso di Tiamat. A questo punto gli Annunaki utilizzarono le loro armi
tecnologiche (laser?) per spezzare in due il corpo Tiamat-Vento del Male. Dopo
che venne colpita dal raggio degli Annunaki proveniente da Nibiru, Tiamat (o
quello che ne rimaneva) interruppe la sua attività vulcanica e venne privata dei
suoi undici satelliti, che vennero attirati permanentemente nel campo
gravitazionale di Nibiru. Anche Kingu (la Luna) era fra di loro. Quindi gli Anunnaki di
Nibiru decisero di cambiare il destino gravitazionale di questi corpi celesti
(scritto nelle Tavole dei Destini, specie di tavole astronomiche) lasciare Kingu
a Tiamat e distrussero gli altri satelliti, creando la Fascia degli Asteroidi. A
questo punto Nibiru si allontanò trascinando gli asteroidi con sé (e portandoli
tra Marte e Giove) e quindi si allontanò dal Luogo della Battaglia (celeste tra
Nibiru e Tiamat). Compì un’orbita attorno ad Apsu/Sole (cioè passò il perielio
della sua nuova orbita) e quindi si diresse verso Kishar/Giove, Anshar/Saturno.
Incontrò Gaga/Plutone e quindi oltrepassò An/Urano ed Antu/Nettuno e si diresse
verso la Dimora
nel Profondo (il resto della sua orbita al di là del Sistema solare, verso
Nemesis). Nella successiva orbita di ritorno (dopo circa 3600anni) Nibiru si
riavvicinò a Tiamat e Kingu e gli Annunaki con telescopi e satelliti videro che
Tiamat era senza vita. Allora gli Anunnaki decisero di dividere il pianeta in
due e facendo questo videro il magma e l’oro del suo interno. Un satellite di
Nibiru (Vento del Nord) agganciò gravitazionalmente la parte superiore di Tiamat,
staccata di netto dal resto del pianeta, e la portò nel vuoto lontano da Tiamat.
Allora Vento del Nord riversò le sue acque su Tiamat e Kingu venne agganciata
gravitazionalmente a Tiamat (staccandola da Nibiru). Gli Anunnaki decisero che
Tiamat sarebbe stata ricordata nella loro storia come il Luogo della Battaglia
(che i Nibiruruani vinsero, nel senso che lo scontro cosmico non causò la loro
estinzione). Con un’altra azione Nibiru distrusse la parte posteriore del
pianeta riducendola ad un gruppo di asteroidi, che si unirono al resto della
Fascia degli Asteroidi. Gli Anunnaki allora decisero che nelle loro carte
spaziali la Fascia
degli Asteroidi avrebbe diviso le “acque dalle acque” (cioè diverse zone
spaziali del Sistema Solare). La
Fascia degli Asteroidi avrebbe diviso i “mari inferiori”
(corrispondente grosso modo ai nostri pianeti terrestri) dai “mari superiori”
(corrispondenti ai nostri pianeti gioviani). Di nuovo Nibiru percorse la sua
orbita fino al Sole/Apsu e dal Sole fino a Plutone/Gaga, poi verso Nemesis. Nel
successivo ciclo di Nibiru (dopo i soliti 3600 anni) tornò nel Sistema Solare,
dalle parti della Cintura degli Asteroidi. Gli astronomi degli Anunnaki
osservarono di nuovo Tiamat. Nell’area del polo nord ancora vi erano i segni
dell’impatto (vulcani attivi e faglie aperte): si vedevano le sue acque e le sue
vene d’oro a cielo aperto. Allora gli Anunnaki si resero conto che nell’impatto
i semi della vita (spore, batteri di Nibiru) erano passati su Tiamat ed avevano
attecchito. Tiamat si stava trasformando in un pianeta vivente e gli Anunnaki lo
chiamarono Ki (la nostra Terra). Notarono l’alternarsi del giorno e della notte,
nella rotazione di Ki/Terra. Kingu (la luna) divenne il satellite naturale di Ki/Terra.
Qundi compì ancora il suo passaggio al perigeo. Quindi gli Annunaki misero delle
stazioni di controllo e collegamento in tutti i pianeti di questo Sistema
Solare, a cui si erano ormai legati, e dei radiofari ai suoi limiti. Decisero
che il loro pianeta Nibiru si sarebbe chiamato Luogo dell’Attraversamento, il
Pastore dei pianeti del Sistema Solare. Calcolarono che un’intera orbita (anno
nibiruriano) sarebbe durato uno Shar (3600 anni terrestri) e che questa orbita
era il loro destino.