REALTA' EXTRATERRESTRE
del Prof. Sebastiano Di Gennaro
L'idea che l'umanità non sia sola nello spazio è ormai accettata quasi da tutti, anche se per farsi strada ha dovuto combattere e lo sta ancora facendo contro ciechi ed assurdi dogmi di alcuni baroni della scienza. L'antropocentrismo, la considerazione che l'uomo sia solo nell'Universo, l'autoconsiderazione che lo porta a credere che lo stesso universo sia strutturato per lui solamente sta mutando, anche se lentamente. Già nell'antichità moltissimi personaggi e uomini illustri non nutrivano alcun dubbio circa la diffusione della vita nello spazio. Molti di questi dovettero pagare a caro prezzo le proprie convinzioni,vedi Galileo, altri non ebbero neppure modo di difendere la propria vita, vedi Giordano Bruno. Sarebbe un vero miracolo se la Terra fosse l'unica ad aver visto sbocciare la vita in essa, vista la miriade di possibilità - e cioè di pianeti e corpi celesti - che le si offrono come ricettacolo.
L'antesignano della convinzione della diffusione della vita nello spazio fu Talete con tutta la sua scuola ionica. Lo affiancarono nel tempo Leucippo, Pitagora, Lucrezio, Empedocle. Dopo un lungo periodo d'oscurantismo, con il Rinascimento il problema torna ad essere affrontato fino a divenire dal XVIII secolo in poi, grazie ai fantastici progressi dell'ottica, della fisica e con l'invenzione dei telescopi, il fulcro delle ricerche delle menti più illuminate: Fontanelle, Leibnitz, Bernouilli, Newton, Voltaire, Buffon, Condillac, Goethe, Shelling, Laplace, Young, Herschel, Kant. Andando avanti nel tempo l'elenco aumenta: da Einstein a Fermi, da Theillard de Chardin a Bohr.
Ma vediamo cosa possiamo addurre per provare l'esistenza di vita extraterrestre nello spazio e conseguentemente della realtà aliena sulla nostra Terra.
1) Prova statistica o probabilistica
2) Prova esobiologica
3) Prova clipeologica
4) Prova dell'Archeologia spaziale
5) Apparizioni di velivoli non convenzionali e di fenomeni anomali (UFO, Crop Circle, abduction)
1) Il grande astronomo Harlow Shapley suppose che nel campo visivo dei nostri telescopi esistessero circa 10 alla 20ma stelle. Mi si permetta di attribuire un sistema planetario soltanto ad una stella su mille (10 alla 17ma) e si supponga che di tutte queste stelle solo una su mille offra le condizioni necessarie alla vita: questo calcolo ci porta pur sempre ad un totale di 10 alla 14ma. Shapley si chiede, poi, quante fra queste hanno un sistema planetario con un'atmosfera adatta alla vita. Risponde lui stesso: una su 1000. Resterebbe ancora un numero di 10 alla 11ma stelle. Anche se supponiamo che di quest'ultimo solo un pianeta su 1000 abbia generato la vita, restano ancor sempre 100 milioni di pianeti abitati per le nostre congetture sulla presenza di altri esseri viventi nel cosmo.
2) L'Esobiologia è la scienza che studia ad ogni livello (fisico, chimico, geologico, filosofico) la possibilità di vita, non solo intelligente, nel cosmo. Il materiale è fornito non solo dallo studio delle molecole organiche ad opera della radioastronomia ma anche e soprattutto dalle meteoriti.
a) Molecole inorganiche ed organiche nello spazio
Le tecniche di datazione radioattiva danno per la formazione delle condriti carboniose un’età compresa fra 4,5 e 4,7 miliardi di anni, cosicché esse risultano più vecchie della crosta terrestre. Ben pochi dubbi possono sussistere sul fatto che, dal tempo della loro aggregazione da granelli e molecole separati, questi oggetti non sono mai stati esposti a temperature elevate né a sbalzi di temperatura sensibili. In nessun periodo della loro storia sono mai stati riscaldati a temperature superiori a 400 o 500° K (ossia 400-500 gradi sopra lo zero assoluto), giacché un tale riscaldamento avrebbe alterato le loro primordiali strutture chimiche e mineralogiche, le quali persistono invece tuttora.
3) La clipeologia è lo studio delle testimonianze di fenomeni anomali nel passato. Questo numero è praticamente infinito ed ogni giorno che passa aumenta con progressione geometrica: miti, leggende, saghe, racconti popolari, testi sacri, ovunque si parla di UFO, di divinità scese dal cielo con i loro ordigni perfetti e luminosi. Ma, volendo immetterci in un campo più tradizionale ed ufficiale, ci ritroviamo sommersi da valanghe di citazioni e testimonianze. Cicerone nella “Della divinazione” parla di un tempo in cui si videro nel cielo due Soli, di quando si vide il Sole notturno e di quando, udendosi strani rumori, si videro dei globi luminosi nel cielo che pareva scoppiare. Plinio il Vecchio nelle sue “Storie Naturali” è una ricca fonte per molti studiosi di Ufologia: un episodio narra delle tre lune che comparvero insieme durante il consolato di G. Domizio e G. Fannio, e un altro in cui, durante il consolato di L. Valerio e G. Mario, uno scudo infiammato attraversò il cielo sprizzando scintille. Da un brano di Kolosimo, sempre a proposito delle citazioni pliniane, leggiamo che “travi brillanti apparvero all’improvviso, come quelle che si mostrarono dopo la disfatta navale che costò ai Lacedemoni l’impero di Grecia”; “una scintilla, cadendo da una stella, si accrebbe avvicinandosi alla Terra e dopo aver raggiunto la grandezza della luna, diffuse una luminosità di un giorno nuvoloso, per ritirarsi poi nel cielo sotto forma di torcia”. Anche Giulio Ossequente, Licostene, Cassio e Tito Livio, massimo storico latino, sono ricchi nelle loro opere di appunti inerenti a episodi celesti sconcertanti. Livio nel XII Libro dell’Opera “Ab urbe condita” parla dei Clypei (in latino scudi) volanti; osservati più volte scorazzare liberamente nel cielo e sempre, e sempre Livio riferisce che ad Adria fu avvistata un’ara in cielo attorno alla quale esseri dall’aspetto umano compivano evoluzioni. Ossequente parla di tre soli risplendenti nel medesimo tempo nel cielo di Lanuvio e poi ancora di un sole brillante nella notte di Pesaro. Nel 222 a.C.,ricordano le cronache romane, ad Arpi, nei pressi dell’odierna Foggia, vennero avvistati al di sopra della città numerosi oggetti volanti luminosi a forma di disco. Sotto Tiberio, nell’anno zero circa, si racconta che alcune coorti di soldati accorsero in aiuto della città di Ostia che pareva in preda ad un devastante incendio. Quando però i militi giunsero, già pronti ad un combattimento, alle porte della città, rimasero stupefatti dinanzi ad un fenomeno senza precedenti: in alto nel cielo, al di sopra delle case, una gigantesca trave luminosa se ne stava immobile avvolta in un luccicore abbagliante e lo spettacolo durò fino al mattino del giorno successivo.
Un gran numero di storiografi latini cita poi le famose “trabes ignitiae” e gli altrettanto noti e comuni “clypei ardentes” e l’avvicinarsi ad astronavi madri o a semplici dischi volanti non ci pare cosa impossibile. Passando in Asia, e particolarmente in Cina, vediamo che le medesime apparizioni vengono chiamate “Draghi di fuoco”, mentre nelle tradizioni indiane i misteriosi e fantastici mezzi volanti sono detti “Vimanas”.
4) L’Archeologia spaziale è una branca di ricerca che tende a dimostrare, tramite l’esame di reperti archeologici, mitologici e l’interpretazione di antichi testi, che la Terra è stata visitata nel più remoto passato da esseri provenienti dallo spazio. E’ proprio grazie ad essa, infatti, che alcuni episodi di carattere ufologico importantissimi e macroscopici sono stati portati alla luce ed alla conoscenza anche dei profani. Tra i numerosissimi tre episodi meritano una segnalazione più specifica: La famosa pietra tombale di Palenque, il fantomatico Papiro Tulli e i dischi di pietra di Bayan-Kara-Ula.
a) Sul primo reperto si è scritto moltissimo, e in effetti la sua importanza è incommensurabile che non si può fare a meno di ricordarlo ancora una volta. Nel 1952 la spedizione archeologica condotta da Alberto Ruz Lhuillier rimase esterrefatta quando, ritrovata a Palenque nel Messico, all’interno della Piramide a gradoni, nota come “Tempio delle iscrizioni”, una lapide funeraria, si accorsero che essa presentava delle incisioni molto elequenti e significative. Si scoprì per la prima volta che anche le piramidi Maya erano edifici sepolcrali come quelle egizie e si trovò una mummia con il volto coperto da una maschera di giada. Quello che lasciò perplessi i ricercatori e tutt’oggi chiunque si avvicini al reperto è la cosiddetta “Lapide dell’astronauta”. G. Tarade e A. Millou, noti studiosi francesi di Archeologia spaziale, affermano che i geroglifici della pietra di Palenque riguardano certo il pilotaggio di un’astronave. Anche noi ne siamo convinti. Il personaggio rappresentato porta un casco e guarda in direzione della prora della nave, le sue mani sono occupate e sembrano manovrare delle leve, la testa appoggia su di un supporto ed un inalatore penetra nel naso, mentre dalla parte posteriore dello stesso ordigno fuoriescono delle fiamme.
b) Il Papiro Tulli, eccezionale documento storico egiziano di circa 3500 anni fa, fu ritrovato fra incartamenti del Prof. Tulli, già direttore della sezione egiziana dei musei vaticani, fu permesso di essere tradotto e pubblicato dal fratello, monsignor Gustavo Tulli. Il frammento risale all’incirca al 1600 a.C. Quanto accaduto in quella lontana epoca (3.500 a.C.) fu trascritto e conservato per ordine del Faraone Thutmose III negli annali della Casa della vita. Questo papiro è stupefacente. Ci riferisce dell’apparizione nei cieli d’Egitto di macchine volanti pilotate da esseri intelligenti! L’autenticità del frammento, la provenienza e la serietà con cui sono stati tradotti gli studi sono elementi determinanti per annoverarlo tra le prove inequivocabili dimostranti la presenza di esseri extraterrestri sul nostro pianeta.
c) E veniamo ai dischi di pietra di Bayan-Kara-Ula, una serie di grotte sui confini cino-tibetani. Studi effettuati dal sovietico Viaceslav Saitsev riportano le mirabolanti scoperte di un archeologo cinese, inerenti a 716 dischi di pietra recanti strane incisioni spiraliformi e ritrovati nelle grotte suddette. I solchi rappresentano la più strana scrittura venuta alla luce in Cina e nel resto del mondo. Dopo inutili tentativi di decifrazione da parte di numerosi archeologi vi riuscirono i Cinesi ed il risultato fu tanto sbalorditivo che l’Accademia delle Scienze di Pechino ne vietò in un primo momento la pubblicazione (Accademia per la Preistoria). Quando finalmente il permesso venne accordato, quei solchi di pietra narrarono le avventure di misteriose navi spaziali approdate in un remoto passato in quella zona. Si seppe di esploratori Dropa provenienti dal cosmo e approdati sul nostro pianeta circa 12.000 anni fa. “I Dropa scesero dalle nubi sui loro apparecchi” si legge sui fantastici reperti. I dischi di Bayan-Kara-Ula sono realtà e non favola.
A conclusione di questi tre reperti possiamo dire che la storia ci insegna che migliaia di anni fa la tecnologia umana non aveva ancora realizzato i mezzi meccanici in grado di volare. Ciò non toglie però che una civiltà superiore, non appartenente alla Terra, avesse potuto raggiungere tale traguardo. Noi tutti ci chiediamo: chi erano gli esseri che pilotavano quelle macchine volanti? Da dove venivano? Perché erano sulla Terra? Già da alcuni anni il mondo dell’Archeologia è come scosso da diversi strani reperti ritrovati in tutti i continenti e gli archeologi sono stranamente restii ad inserirli nel grande mosaico della storia dell’umanità. Questi reperti risultano di tale imbarazzo per la scienza ufficiale che essa esita a prenderli in considerazione. Perché? Perché se facesse ciò, dovrebbe riesaminare la sua posizione e le sue teorie per quanto concerne l’origine dell’uomo e la sua evoluzione: molti ritrovamenti archeologici sono autentiche prove avvaloranti la tesi, ormai sostenuta da numerosi insigni scienziati, secondo la quale esseri intelligenti ed evoluti di provenienza extraterrestre hanno visitato in passato la Terra. Certo questa teoria lascia sbigottite anche le menti più inclini a credere alla pluralità dei mondi abitati, ma essa è l’unica valida risposta data a tutta una serie di domande sorte in seguito alla constatazione che il passato dell’uomo, lungi dall’essere svelato, va assumendo una nuova e rivoluzionaria prospettiva storica.
Perché vogliamo debellare una verità così profonda vissuta nei meandri del tempo di questo pianeta? Bene, a voi l’interpretazione di tutto questo.
5) E giungiamo ai nostri tempi.
La sigla UFO è un neologismo coniato nel 1947 dagli americani in seguito all'avvistamento di nove velivoli metallici in prossimità del monte Rainier, nello Stato del Washington (USA), da parte dell'industriale americano Kenneth Arnold. Da allora si sono moltiplicate le visite di questi visitatori sulla nostra Terra fino a raggiungere il numero esorbitante di più di mezzo milione di avvistamenti in tutto il mondo. Il più di mezzo milione di incontri UFO rappresenta un circa 10% di tutte le testimonianze. Esso è già stato filtrato abbondantemente dai fanatismi, dalle fantasticherie, dalle allucinazioni e dalle burle. E non passa giorno che non si verifichino su tutto il pianeta centinaia di altri incontri con questi misteriosi velivoli di natura non terrestre ed altrettanto strane creature provenienti da un altrove enigmatico ed inquietante. Questa che noi ufologi stiamo studiando non è una realtà umana e, come tale, si discosta da tutti i prototipi e i canoni scientifici comuni. La scienza è fatta di osservazioni empiriche, conoscenza, intelletto, deduzioni logiche, intuito e spesso ispirazione. Deduzioni logiche ed intuizioni sono state spesso respinte dai baroni della scienza, i quali sono cambiati poco rispetto alla gerarchia del Vaticano che condannò Galileo, che, come tutti sanno, è stato reintegrato con le dovute scuse nei ranghi della verità dal Papa da poco tempo. La realtà che viene studiata da noi ufologi, essendo non terrestre, è al di fuori della nostra comprensione scientifica. Qualsiasi forma non umana progredita, capace di viaggi interstellari, avrà delle tecnologie che a noi sembreranno magiche. E se guardiamo a questa ricerca, come dice Steven Greer, solo attraverso un punto di vista antropocentrico, perderemo il 99,9% della verità. Le migliaia di foto e filmati sugli UFO, prodotte da testimoni attendibili, piloti civili e militari, astronomi, ingegneri e gente di ogni ceto sociale, sono un'ulteriore prova della loro presenza sulla Terra. Molti obietteranno: ma le prove scientifiche dove sono? Bisogna riflettere su cosa s'intende per prova scientifica. Se si vuole l'UFO o l'alieno a tavolino bisogna rivolgersi all'Area 51 del Nevada o alla fitta ragnatela di basi segrete americane, francesi, inglesi e russe. Lì si trovano tutte le prove scientifiche che noi desideriamo. Certamente l'uomo della strada non può pretendere di avere l'alieno come ospite a casa sua! Naturalmente il cover up gestito sapientemente dagli organi governativi delle nazioni su accennate implicherà sfacciatamente la negazione addirittura della base segreta, figuriamoci della presenza in essa di UFO o di alieni. Le prove pur schiaccianti della loro esistenza non escludono una seconda domanda: come è possibile viaggiare attraverso enormi distanze interstellari sino ad un luogo così lontano entro l'arco di vita naturale di una forma di vita biologica? Come possiamo rispondere a codesta domanda per ovviare agli inconvenienti delle smisurate distanze che coprono gli UFO e delle loro intercomunicazioni?
L'unica risposta certa è che gli alieni si avvarrebbero di tecnologie a noi sconosciute, che provocano una distorsione spazio-tempo come noi lo conosciamo. Cioè essi devono sparire dalla realtà spazio-temporale lineare e comunicare o viaggiare usando tecnologie ben al di fuori dello spettro elettromagnetico attualmente in uso per rilevarli.
Questa non è fantascienza. Gli E.T. stanno usando aspetti dell'universo fisico che superano l'attuale strumentazione scientifica. Stanno usando spettri vibrazionali che sono invisibili ai nostri strumenti rivelatori. Di tanto in tanto penetrano nella nostra realtà finendo con l'essere visti, fotografati, filmati, atterrano e si schiantano persino (o vengono abbattuti). Lasceranno allora tracce su uno schermo radar o creeranno un significativo flusso energetico in certi spettri d'energia, come le microonde, gli ultrasuoni e così via. Ma poi svaniranno. Ma dove? E come? E quando? Ci sono numerosissimi riscontri nella letteratura ufologica, relativi ad apparizioni improvvise e ad altrettante sparizioni di UFO. I testimoni di questi fenomeni sono svariati. A determinati tipi di E.T. (i cosiddetti Nordici o Beta-2, secondo la classificazione di Brad Steiger) vengono attribuite fattezze angeliche e una consistenza eterica. Pertanto la loro capacità di smaterializzarsi o passare a livelli vibrazionali più sottili deriva dalla conoscenza di leggi fisiche a noi ignote, come quelle che entrano in gioco durante i fenomeni di Viaggio Astrale o OBE (Out of Body Experience). Ritengo che molte civiltà stellari abbiano acquisito informazioni sulla deformazione spazio-tempo per valicare immani distanze stellari in pochi istanti, operando sull'altro lato della barriera luce-materia. Gli UFO per viaggiare potrebbero sfruttare una desincronizzazione parziale o totale del tessuto materiale. Viaggiando, quindi, in un corridoio limbo esistente tra le dimensioni, gli E.T. sfuggirebbero alle leggi di questo continuum materiale, diventando tanto intangibili quanto invisibili, a seconda della densità materiale ottenuta. Inoltre è probabile che essi comunichino mediante specifici interfaccia non locali in tempo reale, come ad esempio, ologrammi 3D. Vorrei ricordare uno dei protocolli del progetto CSETI del Dr. Greer, per comunicare con le intelligenze extraterrestri. Molte di queste tecniche si basano sull'ampliamento di poteri mentali, associabili alla Telepatia e alla Remote Viewing. Forse antichi popoli, come i Celti, avevano sviluppato alcune strutture litiche (Stonehenge) proprio per incrementare tali facoltà e comunicare meglio con le ETI. Un altro dei programmi del CSETI viene definito CE-5 (incontri ravvicinati del 5° tipo) e prevede l'uso della tecnica nota come Remote Viewing (visione a distanza o proiezione astrale) per comunicare con gli E.T. o le loro astronavi (Ingo Swann ha lavorato per anni per il governo USA in progetti di spionaggio basati su tale tecnica). Le diverse forme aliene di natura luminosa e apparentemente incorporee potrebbero essere entità dimensionali presenti solo parzialmente nel nostro continuum spazio-temporale. E' plausibile che le abductions e i contatti con entità aliene avvengano più facilmente durante le ore notturne, quando l'individuo si trova in uno stato prossimo al sonno, risultando quindi maggiormente aperto alla percezione di realtà dimensionali diverse da quella materiale.
Spesso si sono osservati oggetti fondersi tra loro o attraversare corpi solidi senza schiantarsi.Come è possibile tutto ciò? Ritengo che questo sia possibile tramite un'alterazione di frequenza nel materiale del velivolo in modo che possa fondersi con materia di densità normale senza danneggiarla o attraversarla. Un'alterazione della fase di frequenza permette ad un oggetto solido di attraversarne un altro senza interazione. La maggior parte di quello che chiamiamo materia solida non è affatto solida, è per lo più spaziale. Questo fenomeno è stato riportato per decenni, tanto che alcuni hanno sminuito questi racconti, relegandoli a manifestazioni di fantasmi o poltergeist. In realtà questa è solo una manifestazione dell'alta tecnologia degli ET che operano ad un livello più profondo o sottile d'esistenza, e che può alterare la frequenza della materia (possono anche alterare i rapporti spazio/tempo attraverso mezzi simili. Fonti militari occulte hanno testimoniato al Dr. Greer che, almeno dal 1953, progetti umani segreti materializzavano e smaterializzavano gli oggetti trasferendoli attraverso spazi delimitati. Se ciò è avvenuto segretamente dal 1953, si può solo immaginare di cosa siano capaci le tecnologie ET interstellari. Certi fenomeni collegati alla natura multidimensionale e non-locale del cosmo vengono erroneamente interpretati quali attività paranormali o Poltergeist. Io, personalmente ritengo che la variazione, il passaggio di uno stato vibrazionale ad un altro della materia rappresenti l’attraversamento di un mondo ad un altro parallelo. Lo stesso compianto Sakarov, il padre dell’atomica russa, elaborò una teoria basata, però, con modelli matematici impeccabili, sulla realtà degli universi paralleli.
Quali altre prove vogliamo addurre alla realtà extraterrestre? I fenomeni di abduction? I Crop Circle? Le mutilazioni di animali? Le apparizioni di strane creature appartenenti alla categoria gamma e soprattutto delta?
Non sto qui ad elaborare ulteriormente codesti fenomeni che certamente molti di voi conosceranno. Nei meeting internazionali annuali d’Ufologia, organizzati dall’USAC, ho avuto l’onore di essere stato il primo a portare in Italia al nostro simposio l’Ing. Dr. Eltjo Hans Haselhoff, massimo esperto dei Crop Circle, di cui fra poco uscirà un libro in Italiano, ed il Dr. Helmut Lammer, esponente del Centro Spaziale di Graz, in Austria, ed esperto di rapimenti di testimoni ad opera di militari, a volte associati ad alieni (Grigi). Nei miei più che ventennali anni d’attività ufologica ho sentito di tutto, ma le mie sinapsi neuroniche vibrano drasticamente quando sento che qualche gruppo ufologico ancora si chiede se gli UFO sono di origine terrestre o extraterrestre.
Io non voglio convincere nessuno. Desidererei però che si considerasse attentamente e con spirito deduttivo quanto detto. Non si tratta di affermare o di negare (come diceva Spinoza) ma di capire. Vorrei per ultimo ricordare che la Scienza può spiegare tutto ma non oggi il fenomeno UFO. Bisogna solo che gli scienziati considerino attentamente questo fenomeno di portata mondiale e affrontino con decisione gli scalini della conoscenza. Camille Flammarion, uno dei più grandi astronomi, diceva: La negazione sistematica di fatti inesplicati non ha mai fatto avanzare la Scienza di un sol passo.
Alcuni brani dell'ultima parte di codesta relazione sono tratti da un lavoro di Steven Greer, la cui ipotesi circa l'origine degli UFO, il loro superamento della barriera "spazio-tempo", la loro introduzione nel nostro piano vibrazionale era stata da me enunciata nel lontano 1978 e mi trova concorde con lui.