Gli Insettoidi e gli Aracnoidi nell'Ufologia

 di Antonio Marcianò

 

Sono rare ma inquietanti le testimonianze, all'interno dell'Ufologia, di una razza insettoide. Il ricercatore statunitense Brad Steiger ha proposto una classificazione delle più comuni razze aliene, basandosi sulla casistica. Steiger cataloga quattro tipologie: gli Alfa, i Beta, i Gamma, i Delta. Ai Delta appartengono alieni non umanoidi, affini agli Insetti, ai Rettili, agli Anfibi, ai Pipistrelli. Rientrano nella categoria anche i mostri simili a quelli partoriti dalla fervida fantasia di H.P. Lovecraft. 

 

All'interno di questo gruppo, è possibile isolare gli Insetti come il sinistro Mothman, l'uomo-falena che, secondo John Keel, proverrebbe da una dimensione parallela. La spaventevole creatura fu avvistata negli anni 1966-1969 in West Virginia: alta circa due metri, di corporatura affusolata, con pelle grigiastra, arti inferiori analoghi a quelli umani ed enormi ali dispiegantesi dalle terga. Gli occhi del Mothman sarebbero rossi e rutilanti. La vicenda dell'Uomo-falena è associata alla presenza di oggetti volanti non identificati ed a sciagure. Il mito dell'Uomo falena è stato rinverdito da Mark Pellington che nel 2002 girò la pellicola The Mothman prophecies, basata su un saggio di Keel e con protagonista Richard Gere. [1]

 

Credo che uno dei riferimenti più antichi ad una razza insettoide si possa rintracciare in Africa. Sono reperibili ancora oggi presso tribù dell’Africa australe lacerti di tradizioni che rimontano ad un contatto con esseri preternaturali, di solito in sembianze di serpenti o di insetti. Ad esempio, i San (Boscimani) venerano un dio creatore dal nome Kaggen che significa Mantide. [2]

 

"Secondo il prof. David Jacobs, uno storico della Temple University autore del volume The treath, gli alieni perseguono un piano ben preciso: la modifica biogenetica dei terrestri allo scopo di una convivenza tra umani ed alieni sulla Terra. Tale progetto dovrebbe concludersi tra circa quattro generazioni, quando ormai tutta la popolazione terrestre avrà subito almeno un’esperienza di abduction. A questo punto le persone normali diventeranno civili di seconda classe con diritti molto limitati rispetto agli “ibridi”. Jacobs individua i veri mandanti di tale sinistro piano nei Grandi insettoidi o Mantidi religiose anziché nei Grigi". [3]

 

Mantidi fra arte preistorica e gli oscuri meandri dell'Ufologia demoniaca, quindi.

 

Osserva Davy, nell'articolo La ragnatela non è tessuta dal Rettile, "E' notevole come simboli nobili ed esoterici, come quello del giglio, si possono trovare sul dorso dei ragni. Alcuni studiosi sostengono che le genealogie merovingie hanno basi radicate in distinte stirpi. Essi affermano che i leggendari e fantomatici vampiri, ora agiscono in sette occulte che compiono orribili sacrifici e riti anche con spargimento di sangue mondiale, ma erroneamente, anche i più rinomati ricercatori, associano l’indole di questi esecrandi adepti di oscure sette al rettile, mentre è evidente che il modus operandi di tali sinistri personaggi è indubbiamente insettoide. Pensando alle rigide società di insetti di in un formicaio o di un alveare, è elementare notare come queste minuscole (agli occhi umani) comunità, siano instaurate sulla base di macchinose gerarchie che possono essere paragonate alle subordinazioni che oggi divengono scopo del Nuovo Ordine Mondiale".[4]

 

La tessera di Davy dunque si incastra con nel mosaico disegnato da Jacobs.

 

Recentemente sono state compiute delle scoperte archeologiche a Rennes Le Chateau. Il ricercatore britannico Ben Hammot, nella località pirenaica legata agli intrighi dell’abate Berenger Saunier ed ai suoi presunti segreti sulla discendenza del Messia,  in una grotta presso la Torre Magdala ha reperito un bauletto contenente vari manufatti databili al I secolo d.C. e riferibili alla Giudea. Lo scrigno, databile al XIII secolo, mostra sulla superficie un motivo simile ad un ragno, simbolo della famiglia Hautpoul, i signori di Rennes le Chateau, discendenti dai Templari. [5]

 

E’ noto che, a torto o a ragione, i Templari e soprattutto i loro epigoni, sovente interpreti non fedeli dell’insegnamento templare, sono considerati, tra le confraternite che perseguono piani occulti di dominio globale. E’ solo un indizio il ragno araldico, anche se è induce a pensare che il numero tredici, legato all’Ordine dei cavalieri di Cristo, poiché il 13 ottobre del 1307 cominciò la persecuzione dei monaci soldati per opera di Filippo IV il Bello, re di Francia, è anche il numero dei puntini sul dorso della malmignatta.

 

E’ comunque nell’Ufologia più sinistra che si rinvengono cenni ad una dominazione insettoide. Philip Imbrogno, intervistato da Lavinia Pallotta, così si esprime a proposito dell’inquietante Progetto Philadelphia: “Hynek venne contattato da una persona che affermò di aver partecipato al progetto. Hynek si recò in Messico per incontrare il testimone Carlos (nome in codice) perché questi sentiva che la sua vita era in pericolo. Sembra che fosse il terzo Carlos e la storia era stata tramandata ai successori. In questa versione del famigerato Project invisibilità, la nave scomparve per andare in un’altra dimensione dove l’equipaggio incontrò esseri intelligenti simili ad insetti che condussero esperimenti su di loro. Quando la nave fece ritorno, metà dell’equipaggio era scomparso. Secondo questa versione, si era aperta una finestra dimensionale: gli esseri dell’altra parte la stanno tenendo aperta per venire nel nostro mondo e noi non siamo in grado di chiudere il portale”. [6]

 

Lo scienziato statunitense, Terence McKenna, autore di True hallucinations e di The invisibile landscape, descrive “un incontro con intelligenze insettoidi che avevano cose curiose da dire sulla natura del tempo”. [7]

 

Stando alle testimonianze raccolte dal chimico Corrado Malanga, autori dei rapimenti sarebbero anche delle spaventevoli mantidi di due metri di altezza, se accucciate. Questi insettoidi sarebbero associati a militari israeliani. [8]

 

Nel mito e nelle leggende il ragno è talora associato alla creazione: nella mitologia egizia, questo aracnide è un attributo della dea Neith, come tessitrice del mondo. Secondo i nativi delle isole Nauru, nel Pacifico meridionale, il mondo fu creato da Areop-Enap, Ragno antico. [9]

 

Il ragno, per gli Aztechi era il simbolo dell’oltretomba, mentre in Perù era collegato al dio Huari. [10]

 

L’ape, simbolo tra i più ricchi, è nell’arma dei Barberini e dei Bonaparte: sebbene Frozar e Bludorf associno la raffigurazione di questo imenottero nel blasone della famiglia Barberini all’ipercomunicazione [11],  vi si può leggere anche un rigido ordine gerarchico ed una mentalità da alveare dove le operaie sono semplici esecutrici di una volontà a loro superiore. [12] 

 

Chiudendo il cerchio, non può mancare un cenno alla “mitologia” contemporanea: nel cinema l’evocazione di insetti “alieni” risale già a George Melies: nel film intitolato Viaggio sulla luna (Le voyage dans la lune), cortometraggio di quindici minuti del 1902, ispirato ad opere di Verne e Wells, il pubblico pagante incontra i Seleniti, corpi da insetto e teste da uccello, la cui interpretazione viene affidata agli acrobati del Folies Bèrgeres.

 

Nel film L'astronave degli esseri perduti (Quartermass and the pit), durante alcuni scavi viene ritrovata un’astronave con creature senza vita che ricordano le cavallette. Quartermass ne deduce che l'astronave arriva da Marte (?); lo scienziato scopre che gli esseri-cavalletta erano i padroni degli schiavi trovati sul vascello spaziale. Quando il razzo cadde sulla Terra, milioni d'anni prima, si salvarono solo alcuni di questi prigionieri che diedero vita alla razza umana. [13]

 

Ancora cavallette, meccaniche questa volta, nel reboante e noioso Starship troopers.  La storia è ambientata nel XXIII secolo: la Terra è governata da una dittatura militare, che porta la violenza come primo strumento di affermazione e che conferisce pieni diritti solo a chi si arruola nei ranghi delle forze armate planetarie, segnando così una divisione netta tra combattenti e civili. Johnny Rico, giovane studente sudamericano, si arruola nelle forze federali, indotto dal professor Rasczak e per seguire la sua fidanzata, Carmen Ibanez. Il loro rapporto è, però, destinato a deteriorarsi a causa della lontananza e delle differenti destinazioni dei due: aviazione per Ibanez, fanteria mobile per Rico. Durante un'esercitazione, muore un commilitone di Rico per sua responsabilità: decide quindi di congedarsi, salvo poi ripensarci.  Buenos Aires, città natale di Rico, è stata distrutta da un meteorite lanciato dagli Aracnidi, specie aliena proveniente da un pianeta chiamato Klendathu, già in conflitto con la Federazione Terrestre. Ora combattere è questione di vendetta, e la guerra appena dichiarata agli insetti è l'occasione per ottenerla. I militari vengono inviati sul pianeta inospitale per sterminare il nemico. Arrivati sul mondo alieno, i terrestri si scontrano immediatamente con temibili ed agguerriti insetti giganti. [14]

 

Claustrofobica e conturbante la produzione The bug (2006) per la regia di William Friedkin. Tratto da una piéce di Tracy Letts, il film narra la storia di Peter, ex marito di Agnes e veterano di guerra. L’uomo coinvolge Agnes in un turbinio di agghiaccianti eventi e visioni a base di insetti invisibili che si annidano sotto la pelle.  Sintomatico che nella pellicola Peter menzioni il famigerato gruppo Bilderberg ed i suoi diabolici progetti: dal 1982 la popolazione è dotata di un microprocessore sin dalla nascita. L’esercito ha scelto alcune persone per sperimentare il controllo a distanza come accadde con Timothy Veigh, il candidato manciuriano che fu accusato dell’atto scellerato di Oklahoma City. Gli insetti bionici sono parte di un sinistro progetto militare. Sebbene nel film si tenda a presentare le affermazioni del protagonista sotto la speciosa e tranquillizzante giustificazione della paranoia che lo affliggerebbe, restano gli indizi relativi al controllo mentale, ad insidiosi insetti e pure ad una malattia di origine nanotecnologica come il Morgellons. [15]   

 

Il film The mist del 2007 scritto, diretto e prodotto da Frank Darabont, è la trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King La nebbia, contenuto nella raccolta Scheletri.

 

Bridgton, cittadina del Maine, viene avvolta da una misteriosa nebbia popolata da spaventose creature che mietono vittime tra la popolazione. Un gruppo di persone, rifugiatesi in un supermercato, lotta per sopravvivere.

 

Il film si apre con David, il protagonista, che sta completando un dipinto. Poco dopo una tempesta elettrica proveniente dal lago, porta lui e la sua famiglia a mettersi in salvo in cantina. Il giorno seguente David, insieme con il vicino Brent Norton e suo figlio Billy, si dirige al supermercato, ma una misteriosa nebbia comincia a dilagare sulla cittadina.  

 

Gli esseri abominevoli sono cavallette aliene ed è significativo che la causa dell’invasione sia addebitata ai militari che, in seguito ad esperimenti compiuti in una vicina base per l’apertura di un portale verso altre dimensioni, provocano l’ingresso degli insetti. [16]

 

Venenum in cauda… la meccanica pellicola Ultimatum alla Terra, rifacimento del classico risalente agli anni 50 del XX secolo. Nella versione del 2008, così distante dal dolente lirismo dell’originale girato da Robert Wise, a mo’ forse di obliquo messaggio, compaiono delle inarrestabili cavallette robot, risultato di nanotecnologia,  che distruggono flora, fauna ed oggetti…

 

La meccanizzazione, come sigillo di un annientamento dell’ultimo barlume di umanità, foss’anche la disperazione.   

 

Colpisce l’immagine che raffigura la magnetosfera: pare un gigantesco Aracnide che, con le sue mostruose zampe, stringe la terra in una morsa fatale. Questa figura ricorda il ragno istoriato a Nazca (Perù): si tratta del Ricinulei, dell’Amazzonia, un animaletto delle dimensioni di sei millimetri circa. Si nota qualche affinità… singolare coincidenza.

 

 

 

 


 

[1] Vedi R. Malini, UFO dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003 s.v. razze aliene

[2]A. Marcianò, Il mistero delle pitture rupestri, 2008. Un’altra traccia preistorica si reperisce in Cina: recentemente è stata compiuta una scoperta archeologica in una regione cinese al confine con la Mongolia. Dopo un lavoro durato sedici anni, un gruppo di archeologi, capeggiati dal Professor Xiao Jing Jin Xi Yong, ha scoperto un sito sotterraneo  da cui sono stati portati alla luce dei piccoli manufatti che effigiano uomini, insetti ed anche un drago. Le statuine che raffigurano gli uomini ricordano l'homo pekinensis. I reperti dovrebbero risalire al Paleolitico superiore, circa 35.000-10.000 anni or sono.   

[3] G. Casale, Le abductions aliene in una nuova prospettiva. Anche Rick Strassman, nel suo libro, DMT the Spirit molecole, 2001, accenna a contatti con entità rettiliane ed insettoidi incontrati dai volontari che si erano sottoposti agli esperimenti con la dimetiltriptamina.

 

[4] Davy, La ragnatela non è tessuta dal Rettile, 2008. Nell'araldica è diffuso il motivo del fleur de lis, in quanto i gigli "sono fiori reali, soprattutto perché la loro forma assomiglia a quella dello scettro o di una lancia oppure perché i serpenti fuggono dinanzi ai gigli che sprigionano intorno a sé un profumo che rianima (Vedi G. A. Bockler, Ars araldica, Norimberga, 1971) Si narra che il re dei Franchi Clodoveo (481-511) ricevette un giglio da un angelo. Il giglio araldico è un'alterazione grafica dell'iris delle paludi (Iris pseudacorus L. o 'iris gialla') che fu scelto come simbolo da Clodoveo, dopo la sua vittoria riportata a Vouillé sui Visigoti ad ovest di Poitiers e che fiorisce sui bordi dei fiumi Lys e Senne in Belgio. In precedenza, Clodoveo si era fregiato di un blasone con tre rospi. 

 

I gigli di Francia o fiordalisi (fleur de lis è termine risalente al 1161), sono tanto noti e popolari quanto incerta e dibattuta è la loro origine. Verso il 1137/47 Luigi VII il Giovane avrebbe scelto, come segno di distinzione, vesti ed addobbi azzurri seminati di gigli d’oro; il giglio era peraltro già presente come ornamento sulle corone e gli scettri dei re carolingi. Lo scudo azzurro con solo tre gigli, definito “di Francia moderna”, dal quale deriva la bandiera, comparve nel XIII secolo. Fu una semplificazione, di quello seminato, denominato “di Francia antica”, al quale pure corrisposero analoghe bandiere. Fu Luigi XI ad introdurlo nell'emblema dei Medici e, per questa mediazione, in quelli di Firenze e della Toscana. Il giglio dei Borboni, dinastia francese discendente da un ramo cadetto dei Capetingi, si differenzia da quello fiorentino poiché quest'ultimo è completo di filamenti. (Vedi P. Guelfi Camaiani, Dizionario Araldico, Firenze, 1982)

[5] A. Forgione, La linea di sangue e la sacra tomba della Maddalena, 2008

 

 

[6] L. Pallotta, Dimensioni aliene, 2008

[7] P. Coppens, Messaggi dall’onda temporale, 2008

[8] C. Malanga, 2009, l’anno della verità, 2009

[9] A. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende, Roma, 2001, s.v. Ragno

[10] M. Paoletti, Geometrie aeronautiche

[11] G. Fosar, F. Bludorf, L’Intelligenza in Rete nascosta nel DNA, Diegaro di Cesena, 2006

[12] Sul valore simbolico dell’ape, vedi Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1991, s.v. inerente 

[13] L. Pachì, Alieni nel cinema

[14] Dizionario dei film, a cura di Morandini, Bologna, 2009, s.v. inerente   

[15] Ibid. s.v. inerente

[16] Dizionario dei film, op. cit., s.v. inerente