Un UFO in un’opera raffigurante San Benedetto
Cosmas Damian Asam (1686-1739) è
un pittore ed architetto bavarese, interprete del gusto Rococò. Egli lavorò con
il fratello Edguin (Egid Qurin) e fu l'iniziatore di una dinastia di architetti
in Germania, tra cui Josef e Sebastian.
All'interno della chiesa annessa
al Convento benedettino di Weltenburg, presso Kehlheim, Damian dipinse molte
opere di ispirazione devozionale, tra cui “La visione di San Benedetto”. La
tavola ad olio, risalente al 1734, raffigura San Benedetto che volge lo sguardo
al cielo. Il santo, che indossa il saio dell'ordine, la mano destra con il dorso
poggiato sul Vangelo e la sinistra sul cuore a sfiorare la cordicella cui è
appeso il crocefisso, è assorto in una visione mistica. San Benedetto, dalla
barba fluente e con l'aureola che, a mo' di anello, è sospesa sul capo, è
rappresentato in una cornice di angeli avvolti da nubi grigie con sfumature
glauche. Sulla sinistra, a sottolineare la postura eretta del santo, si innalza
un pilastro scanalato.
Nel quadro prevalgono colori
terrosi, appena lumeggiati dai bagliori cerulei che baluginano tra i panneggi
del drappo sul quale è collocato il Vangelo, e dalla raggiera di luce che
proviene dall'alto. In alto, a destra, si scorge un oggetto scuro, di forma
sferica da cui si irradiano dei fasci luminosi verso la terra. L'oggetto,
secondo il biologo ed ufologo tedesco Johannes Fiebag, non è né il Sole né la
Luna, ma pare avere le sembianze di un disco volante, il cui volume è suggerito
mediante una sapiente gradazione di ombreggiature.
Roberta J. M. Olson and Jay
Pasachoff hanno ipotizzato che Asam immortalò un’eclissi totale di Sole on tanto
di corona. E’ possibile, come non si può del tutto escludere che l'artista
tedesco raffigurò un oggetto volante non identificato.
Non è l'unico dipinto che si può
spiegare in chiave clipeologica, sebbene ad un'attenta disamina, molte opere
antiche, medievali e moderne, generalmente guardate come indizi di contatti con
gli extraterrestri, rivelino particolari solo all'apparenza singolari, poiché
riconducibili a motivi iconografici noti o ad aspetti del paesaggio del tutto
naturali. Resta tuttavia un pur esiguo novero di quadri ed affreschi nei quali
si possono enucleare oggetti anacronistici o misteriosi e la cui interpretazione
si collega, di solito, ad incontri ravvicinati del terzo tipo. Forse “La visione
di San Benedetto” appartiene a questo novero.
Fonti:
AA.VV. Dizionario universale
dell'arte e degli artisti, Milano, 1970
Andrew, St. Benedict and the
diamond ring effect, 2008
J. Fiebag, Gli alieni, Roma,
1994