Guarda la nube e la luce
Interpretazione clipeologica di un passo tratto dal Vangelo di Giuda
Il Vangelo di Giuda è un testo
gnostico la cui esistenza era testimoniata, fino a non molto tempo addietro,
solo per tradizione indiretta. Ireneo, infatti, nel 180 d.C. aveva citato questo
libretto per bollarlo come “eretico”.
[1]Ora,
in seguito al ritrovamento in Egitto, avvenuto negli anni ‘70 del XX secolo, e
grazie all’impegno di decine di esperti, sotto l'egida della
National Geographic Society, i lacerti del documento sono stati
tradotti.
[2]
Il vangelo, che è stato datato
al III secolo, è la copia in copto di un testo in greco risalente a circa
cent'anni prima. Vi si raccontano gli ultimi giorni della vita di Gesù
attraverso i dialoghi con i discepoli e, in particolare, le conversazioni
private con Giuda.
Gli esegeti attribuiscono la
paternità di tale opuscolo ad una setta gnostica che, in quanto tale, conferiva
potere salvifico alla capacità mistica di ottenere la conoscenza pura,
liberandosi della prigione, considerata impura, del corpo. Nel manoscritto,
infatti, Gesù affida al “traditore” il compito di adempiere il piano divino,
esortandolo con le seguenti parole:“Sacrificherai l'uomo che mi rinchiude”.
Non intendo soffermarmi, in
questo breve studio, sul ruolo di Giuda all’interno della vicenda evangelica. Il
testo va letto, a mio parere, come testimonianza della dottrina elaborata da una
corrente gnostica con ogni probabilità cainita. Inoltre, come avviene nel caso
di alcuni episodi dei Vangeli canonici, di qualche brano delle Lettere paoline,
anche nel Vangelo di Giuda si rintracciano dei versetti passibili di un’esegesi
clipeologica, in linea con un approccio che ho applicato ad un passo
appartenente alla Prima lettera ai Tessalonicesi.
[3]
Due brevi discorsi acquisiscono
una luce particolare se colti da un’angolazione paleo-ufologica. Leggiamoli e
prendiamoli in esame.
Gesù, rivolgendosi a Giuda, lo
esorta nel modo seguente: "Ti ho detto tutto. Apri gli occhi e guarda la
nube e la
luce che da essa emana e le
stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella".
Un passaggio successivo del
testo contiene una scena simile:"Giuda aprì gli occhi e vide la
nube luminosa e vi entrò. La gente a
terra udì una voce provenire dalla nube…” Purtroppo il nucleo è lacunoso, ma il
senso della narrazione è piuttosto chiaro: Giuda è assunto in cielo, al suono
della voce di Cristo o di un eone.
È uno scenario che ricorda
quello raffigurato da Paolo nell’epistola sopra citata, per quanto attiene
all’immagine della nube e dell’anabasi verso il firmamento.
È notorio che i ricercatori nell’ambito
della paleoastronautica hanno visto nelle “nuvole” descritte specialmente in
alcuni libri dell’Antico Testamento, come l’ Esodo, delle metafore per indicare
astronavi, dischi volanti. Del resto la raffigurazione di queste nuvole in non
pochi casi sembra addirsi a mezzi tecnologici.
[4]
Nel primo passo in esame, la
nube è luminosa ed è circondata da astri: un lettore contemporaneo è tentato di
scorgervi un’astronave rutilante attorniata da ricognitori; nel secondo
excerptum Giuda entra nella nube radiosa, come se fosse un uomo che
s’introduce in un velivolo non terrestre richiamato da una voce che, come lui,
odono anche coloro che rimangano a terra. Quest’ultimo nucleo sembra quasi la
sequenza di una pellicola di genere fantascientifico, con l’eroe che,
nell’epilogo della storia, emozionato e pieno di curiosità, si avvicina al disco
volante, obbedendo ad un suadente richiamo telepatico dei visitatori.
[5]
Nel caso di questo libercolo,
per spiegare tali episodi si possono invocare le fonti: non si deve escludere,
infatti, che i brani in oggetto si richiamino a situazioni analoghe di altri
testi più o meno coevi od antecedenti, come, ad esempio, l’ascensione di Gesù
raccontata negli Atti degli apostoli, dove si legge: “Dopo aver detto questo,
alla loro vista si elevò ed una nube lo avvolse, sottraendolo ai loro sguardi.
Stando essi con gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini
vestiti di bianco si presentarono loro dicendo: “Uomini di Galilea, perché state
guardando verso il cielo? Quel Gesù che vi è stato sottratto, verrà nello stesso
modo con cui voi l’avete veduto salire al cielo”.
Questi scenari sono
classificabili come tòpoi letterari
che rimontano a visioni dell’Antico Testamento, delle letteratura apocrifa
ebraica e di altri testi originati dalle varie correnti cristiane soprattutto
tra II e III sec. d.C. Tuttavia sono descrizioni che sono state spiegate secondo
l’ottica della paleoastronautica, a volte con risultati sorprendenti, come è
accaduto per la visione di Ezechiele.[6]
Leit motiv di molti di questi passi è
la nuvola che può essere intesa come metafora di un aeromobile non terrestre. Un
altro tratto caratteristico è la luce. I vari elementi delineano “fotogrammi”di
presunto valore clipeologico anche nel caso dei versetti appartenenti al Vangelo
di Giuda.
Poiché, però, la Bibbia oscilla
tra invenzione letteraria, storia, cultura esoterica… tra i diversi ambiti che,
spesso tendono a sovrapporsi, non è facile distinguere né è sicuro che esiste un
substrato “alieno”, sebbene alcuni studiosi abbiano proposto un’interpretazione
di tipo paleoastronautico, sulla base di alcuni riscontri testuali e di
testimonianze archeologiche.
[7]Tale
interpretazione resta, però, allo stato attuale, un’ipotesi e tale rimarrà fin
quando non saranno rinvenuti altri indizi che, a dire il vero, si stanno
accumulando in modo da non far apparire del tutto astrusa o peregrina l’idea di
un’interferenza extraterrestre nel passato, anche in relazione ad eventi narrati
nella Bibbia e in testi di altre tradizioni religiose come il Corano.
[8]
Nota: recentemente Antonio De
Comite del Centro Ufologico Taranto ha dedicato al passo in esame un breve
articolo intitolato “Il Vangelo di Giuda è a sfondo ufologico?” Il testo è stato
pubblicato sulla rivista telematica Ieri, oggi, domandi, novembre, 2009, n. 2.
Si tratta di una coincidenza:l’articolo di chi scrive, infatti, è antecedente
allo studio elaborato dall’autore succitato che non poteva conoscere i contenuti
di una ricerca finora inedita. La convergenza verso un’interpretazione
clipeologica induce a ritenere che tale lettura non sia poi così inconcepibile.
[1]
Ireneo, intorno alla metà del II sec. d.C. nato in Asia Minore, si
trasferì in Gallia, dove fu eletto vescovo di Lione nel 180 d.C. circa.
Il suo scritto più importante, in cinque libri,
Confutazione e distruzione della
falsa gnosi, di cui oltre a pochi frammenti dell’originale greco,
resta una traduzione in latino, è dedicato alla critica dell’”eresia”
gnostica professata da Valentino. Ireneo così si esprime: “Solo Giuda il
traditore conosceva la Verità come nessun altro e che per questo ha
realizzato il mistero del tradimento, in seguito al quale tutto, in
terra e in cielo, rimase sconvolto. Essi hanno dunque prodotto una
storia fondata su dette basi e l'hanno chiamata Vangelo di Giuda."
(Adversus haereses, I 31,1) Per
un profilo del vescovo di Lione, vedi G. A. Primitera, R. Pretagostini,
Storia e forme della
letteratura greca, Milano,
1997, pp. 812-813
[2]
Del papiro, reperito casualmente in Egitto da alcuni agricoltori,
entrarono in possesso diversi antiquari. Lo svizzero Rodolphe Casser,
uno dei maggiori esperti di lingua copta nel mondo, è lo studioso cui si
deve gran parte della traduzione. Il Vangelo di Giuda presenta una
visione inusuale del rapporto tra Gesù e Giuda: contrariamente a quanto
raccontano “Matteo”, “Marco”, “Luca” e “Giovanni” nel Nuovo Testamento,
dove Giuda è ritratto come un traditore, secondo questo vangelo, Giuda
consegna Gesù alle autorità su richiesta dello stesso Cristo. L'ipotesi
formulata da Craig Evans, docente di Nuovo testamento presso l'Acadia
Divinity College dell'Acadia University di Wolfville, in Canada, è che
Gesù avesse segretamente dato istruzioni al sicario di consegnarlo alle
autorità romane. Si spiegherebbe così la frase a lui rivolta e riportata
dal Vangelo di “Giovanni”: «Qualunque cosa tu debba fare, falla in
fretta».
[3]
Cfr. A. Marcianò, Oltre le nuvole,
2006.
[4]
Cfr. in particolare le opere di M. Agrest, P. Kolosimo, Z. Sitchin e di
E. Von Daniken… Si consulti anche la bibliografia inclusa in R. Pinotti,
Dei, angeli, astronavi, Milano.
Le “nuvole” sono spesso menzionate nella Bibbia: vedi Isaia, 19, 1; 60,
8; Atti, 1, 9.
[5]
Vengono alla mente le scene conclusive di
Incontri ravvicinati del terzo
tipo, la pellicola girata da Spielberg nel 1977.
[6]
Vedi J. Blumrich, E il cielo si
aprì, Torino, 1976. L’autore, un tecnico della N.A.S.A., spinto
dall’intento di dimostrare che la visione di Ezechiele era priva di
qualsiasi connotato tecnologico, alla fine ricostruì una nave spaziale.
[7]
Cfr R. Pinotti, op.cit., Milano,
1991 e la bibliografia ivi riportata
[8] Vedi A. Lissoni, Altri UFO, Diegaro di Cesena, 2001, cap. 5.