Guarda la nube e la luce

 

Interpretazione clipeologica di un passo tratto dal Vangelo di Giuda

di Antonio Marcianò

 

Il Vangelo di Giuda è un testo gnostico la cui esistenza era testimoniata, fino a non molto tempo addietro, solo per tradizione indiretta. Ireneo, infatti, nel 180 d.C. aveva citato questo libretto per bollarlo come “eretico”. [1]Ora, in seguito al ritrovamento in Egitto, avvenuto negli anni ‘70 del XX secolo, e grazie all’impegno di decine di esperti, sotto l'egida della National Geographic Society, i lacerti del documento sono stati tradotti. [2]

 

Il vangelo, che è stato datato al III secolo, è la copia in copto di un testo in greco risalente a circa cent'anni prima. Vi si raccontano gli ultimi giorni della vita di Gesù attraverso i dialoghi con i discepoli e, in particolare, le conversazioni private con Giuda.

 

Gli esegeti attribuiscono la paternità di tale opuscolo ad una setta gnostica che, in quanto tale, conferiva potere salvifico alla capacità mistica di ottenere la conoscenza pura, liberandosi della prigione, considerata impura, del corpo. Nel manoscritto, infatti, Gesù affida al “traditore” il compito di adempiere il piano divino, esortandolo con le seguenti parole:“Sacrificherai l'uomo che mi rinchiude”. 

 

Non intendo soffermarmi, in questo breve studio, sul ruolo di Giuda all’interno della vicenda evangelica. Il testo va letto, a mio parere, come testimonianza della dottrina elaborata da una corrente gnostica con ogni probabilità cainita. Inoltre, come avviene nel caso di alcuni episodi dei Vangeli canonici, di qualche brano delle Lettere paoline, anche nel Vangelo di Giuda si rintracciano dei versetti passibili di un’esegesi clipeologica, in linea con un approccio che ho applicato ad un passo appartenente alla Prima lettera ai Tessalonicesi. [3]

 

Due brevi discorsi acquisiscono una luce particolare se colti da un’angolazione paleo-ufologica. Leggiamoli e prendiamoli in esame.

 

Gesù, rivolgendosi a Giuda, lo esorta nel modo seguente: "Ti ho detto tutto. Apri gli occhi e guarda la nube e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella".

 

Un passaggio successivo del testo contiene una scena simile:"Giuda aprì gli occhi e vide la nube luminosa e vi entrò. La gente a terra udì una voce provenire dalla nube…” Purtroppo il nucleo è lacunoso, ma il senso della narrazione è piuttosto chiaro: Giuda è assunto in cielo, al suono della voce di Cristo o di un eone.

 

È uno scenario che ricorda quello raffigurato da Paolo nell’epistola sopra citata, per quanto attiene all’immagine della nube e dell’anabasi verso il firmamento.  È notorio che i ricercatori nell’ambito della paleoastronautica hanno visto nelle “nuvole” descritte specialmente in alcuni libri dell’Antico Testamento, come l’ Esodo, delle metafore per indicare astronavi, dischi volanti. Del resto la raffigurazione di queste nuvole in non pochi casi sembra addirsi a mezzi tecnologici. [4]

 

Nel primo passo in esame, la nube è luminosa ed è circondata da astri: un lettore contemporaneo è tentato di scorgervi un’astronave rutilante attorniata da ricognitori; nel secondo excerptum Giuda entra nella nube radiosa, come se fosse un uomo che s’introduce in un velivolo non terrestre richiamato da una voce che, come lui, odono anche coloro che rimangano a terra. Quest’ultimo nucleo sembra quasi la sequenza di una pellicola di genere fantascientifico, con l’eroe che, nell’epilogo della storia, emozionato e pieno di curiosità, si avvicina al disco volante, obbedendo ad un suadente richiamo telepatico dei visitatori. [5]

 

Nel caso di questo libercolo, per spiegare tali episodi si possono invocare le fonti: non si deve escludere, infatti, che i brani in oggetto si richiamino a situazioni analoghe di altri testi più o meno coevi od antecedenti, come, ad esempio, l’ascensione di Gesù raccontata negli Atti degli apostoli, dove si legge: “Dopo aver detto questo, alla loro vista si elevò ed una nube lo avvolse, sottraendolo ai loro sguardi. Stando essi con gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini vestiti di bianco si presentarono loro dicendo: “Uomini di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Quel Gesù che vi è stato sottratto, verrà nello stesso modo con cui voi l’avete veduto salire al cielo”.

 

Questi scenari sono classificabili come tòpoi letterari che rimontano a visioni dell’Antico Testamento, delle letteratura apocrifa ebraica e di altri testi originati dalle varie correnti cristiane soprattutto tra II e III sec. d.C. Tuttavia sono descrizioni che sono state spiegate secondo l’ottica della paleoastronautica, a volte con risultati sorprendenti, come è accaduto per la visione di Ezechiele.[6] Leit motiv di molti di questi passi è la nuvola che può essere intesa come metafora di un aeromobile non terrestre. Un altro tratto caratteristico è la luce. I vari elementi delineano “fotogrammi”di presunto valore clipeologico anche nel caso dei versetti appartenenti al Vangelo di Giuda.

 

Poiché, però, la Bibbia oscilla tra invenzione letteraria, storia, cultura esoterica… tra i diversi ambiti che, spesso tendono a sovrapporsi, non è facile distinguere né è sicuro che esiste un substrato “alieno”, sebbene alcuni studiosi abbiano proposto un’interpretazione di tipo paleoastronautico, sulla base di alcuni riscontri testuali e di testimonianze archeologiche. [7]Tale interpretazione resta, però, allo stato attuale, un’ipotesi e tale rimarrà fin quando non saranno rinvenuti altri indizi che, a dire il vero, si stanno accumulando in modo da non far apparire del tutto astrusa o peregrina l’idea di un’interferenza extraterrestre nel passato, anche in relazione ad eventi narrati nella Bibbia e in testi di altre tradizioni religiose come il Corano. [8]

 

 

Nota: recentemente Antonio De Comite del Centro Ufologico Taranto ha dedicato al passo in esame un breve articolo intitolato “Il Vangelo di Giuda è a sfondo ufologico?” Il testo è stato pubblicato sulla rivista telematica Ieri, oggi, domandi, novembre, 2009, n. 2. Si tratta di una coincidenza:l’articolo di chi scrive, infatti, è antecedente allo studio elaborato dall’autore succitato che non poteva conoscere i contenuti di una ricerca finora inedita. La convergenza verso un’interpretazione clipeologica induce a ritenere che tale lettura non sia poi così inconcepibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Ireneo, intorno alla metà del II sec. d.C. nato in Asia Minore, si trasferì in Gallia, dove fu eletto vescovo di Lione nel 180 d.C. circa. Il suo scritto più importante, in cinque libri, Confutazione e distruzione della falsa gnosi, di cui oltre a pochi frammenti dell’originale greco, resta una traduzione in latino, è dedicato alla critica dell’”eresia” gnostica professata da Valentino. Ireneo così si esprime: “Solo Giuda il traditore conosceva la Verità come nessun altro e che per questo ha realizzato il mistero del tradimento, in seguito al quale tutto, in terra e in cielo, rimase sconvolto. Essi hanno dunque prodotto una storia fondata su dette basi e l'hanno chiamata Vangelo di Giuda."

(Adversus haereses, I 31,1) Per un profilo del vescovo di Lione, vedi G. A. Primitera, R. Pretagostini, Storia e forme della letteratura greca, Milano, 1997, pp. 812-813

[2] Del papiro, reperito casualmente in Egitto da alcuni agricoltori, entrarono in possesso diversi antiquari. Lo svizzero Rodolphe Casser, uno dei maggiori esperti di lingua copta nel mondo, è lo studioso cui si deve gran parte della traduzione. Il Vangelo di Giuda presenta una visione inusuale del rapporto tra Gesù e Giuda: contrariamente a quanto raccontano “Matteo”, “Marco”, “Luca” e “Giovanni” nel Nuovo Testamento, dove Giuda è ritratto come un traditore, secondo questo vangelo, Giuda consegna Gesù alle autorità su richiesta dello stesso Cristo. L'ipotesi formulata da Craig Evans, docente di Nuovo testamento presso l'Acadia Divinity College dell'Acadia University di Wolfville, in Canada, è che Gesù avesse segretamente dato istruzioni al sicario di consegnarlo alle autorità romane. Si spiegherebbe così la frase a lui rivolta e riportata dal Vangelo di “Giovanni”: «Qualunque cosa tu debba fare, falla in fretta». 

[3] Cfr. A. Marcianò, Oltre le nuvole, 2006.

[4] Cfr. in particolare le opere di M. Agrest, P. Kolosimo, Z. Sitchin e di E. Von Daniken… Si consulti anche la bibliografia inclusa in R. Pinotti, Dei, angeli, astronavi, Milano. Le “nuvole” sono spesso menzionate nella Bibbia: vedi Isaia, 19, 1; 60, 8; Atti, 1, 9.

[5] Vengono alla mente le scene conclusive di Incontri ravvicinati del terzo tipo, la pellicola girata da Spielberg nel 1977.

[6] Vedi J. Blumrich, E il cielo si aprì, Torino, 1976. L’autore, un tecnico della N.A.S.A., spinto dall’intento di dimostrare che la visione di Ezechiele era priva di qualsiasi connotato tecnologico, alla fine ricostruì una nave spaziale.

[7] Cfr R. Pinotti, op.cit., Milano, 1991 e la bibliografia ivi riportata

[8] Vedi A. Lissoni, Altri UFO, Diegaro di Cesena, 2001, cap. 5.