AUTOPSIA ALIENA: ULTIMO ATTO?
di Giacomo Casale
1 Giugno 2006
Nell’ottobre del 1995 la trasmissione "Misteri, speciale Ufo" condotta da Lorenza Foschini su Raidue, mandava in onda per la prima volta in Italia la famosa "Autopsia dell'alieno".
 

Le immagini mostrano le presunte riprese di un intervento autoptico su di un essere dall'aspetto umanoide, glabro e, a prima vista, privo di alcuni caratteri distintivi dei mammiferi come i capezzoli e l'ombelico. Ha il ventre rigonfio, grandi occhi scuri e sia le mani che i piedi presentano sei dita. Nel video si vedono tre uomini resi irriconoscibili da ingombranti tute anticontaminazione. Dietro un pannello trasparente si nota un altro medico, anche lui con camice, mascherina e copricapo. Uno dei tre medici opera un'incisione a Y sul torace dell'essere procedendo all’estrazione di diversi organi. Da ciò che si riesce a vedere, nessun organo sembra somigliare a quelli di un essere umano. Gli occhi dello strano essere appaiono schermati da una sorta di lenti a contatto nere (particolare della casistica ufologica più volte riportato dagli addotti), che, una volta rimosse, rivelano un bulbo oculare con grandi pupille rovesciate all’indietro. Successivamente viene sezionato il cranio con una sega a mano e rimossa la materia cerebrale.

 Il filmato, in bianco e nero, privo di  sonoro e di qualità non eccelsa, dura circa ventuno minuti, mentre l'autopsia, stando ad un orologio a parete, un'ora e un quarto. Le riprese sono molto movimentate e presentano diversi tagli nei punti cruciali. Oltre alla trasmissione della Rai anche il CUN (Centro Ufologico Nazionale), grazie all’infaticabile impegno di Maurizio Baiata, diffuse successivamente il filmato nella videocassetta "Caddero sulla Terra. Il caso Roswell", allegata alla rivista Notiziario Ufo.

Tutto era iniziato nel marzo del 1995, quando il produttore londinese Ray Santilli dichiarò di aver acquistato alcune bobine da un ex cineoperatore militare ottantenne di nome”Jack Barnett” (nome fittizio). Questi avrebbe filmato nel 1947, quando era di stanza a Washington D.C., i rottami di un disco volante precipitato nel New Mexico, le autopsie di due alieni recuperati, la ricognizione di uno strano essere all'interno di una tenda da campo (il famoso "Filmato della Tenda", dimostratosi poi un clamoroso falso), le immagini dei rottami del disco e finanche il presidente Truman.

“Barnett” affermò che dopo aver sviluppato le pellicole fece una prima consegna. Il resto del materiale non venne però mai restituito ai militari: l'USAAF (United States Army Air Force) non ritirò mai le restanti bobine, malgrado fosse stata più volte invitata a farlo dallo stesso Jack Barnett.

La storia raccontata da Santilli è stata più volte modificata nel corso del tempo, in parte per confutare le numerose critiche mosse da alcuni ricercatori. Il problema di fondo però è che nessun altro, tranne Santilli, ha mai visto il filmato proiettato dalle pellicole originali e questo ha dato adito a molti dubbi sulla reale esistenza delle stesse. Santilli ha sottoposto ad analisi pezzi di pellicola con gli appropriati codici Kodak del 1947 (un quadrato e un triangolo), ma questi erano o sui frammenti iniziali di pellicola, completamente neri (il leader), oppure su frammenti contenti immagini non identificabili, entrambi quindi del tutto inutili a fini probatori. Il criterio richiesto dalla Kodak per un test valido è che venga fornito un frammento di pellicola con immagini chiaramente identificabili come appartenenti al filmato dell'"autopsia aliena". In caso contrario il frammento prodotto potrebbe provenire da una qualsiasi pellicola del 1947.

In questi undici anni, la vicenda ha visto contrapporsi sostenitori e detrattori del filmato che hanno dato vita ad interminabili polemiche.

Tralasciando le numerose incongruenze che hanno fortemente nuociuto all’autenticità del filmato in questione (a tal proposito si rimanda all’ampia letteratura presente in rete), veniamo ad oggi.

Con un clamoroso colpo di scena, nei giorni scorsi il ricercatore britannico Philip Mantle ha dichiarato al mondo intero che il filmato dell’autopsia è un falso! L’enorme castello di carte è di colpo crollato, disilludendo le speranze di  tutti quei ricercatori che credevano, finalmente, di avere in mano la prova definitiva dell’esistenza di vita extraterrestre.

Cosa ha fatto cambiare idea a Mantle, che pure era stato uno dei maggiori sostenitori dell’autenticità del filmato? Il 4 aprile, in Inghilterra, nel corso dello show televisivo di SKY ONE TV intitolato “Eamon Investigates-Alen Autopsy”, Santilli ed il suo collega Gary Shoefeld hanno candidamente affermato che il filmato dell’autopsia è il frutto di una ricostruzione in studio. L’operazione fu resa necessaria dal fatto che il filmato originale si era per il 95% ossidato. I due decisero quindi di “ricostruirlo” sulla base di quanto Santilli ricordava e dei pochi fotogrammi intatti rimasti. La creatura sarebbe opera dello scultore inglese John Humphreys. Questi afferma di aver usato la materia celebrale(!) di una pecora per il cervello ed una zampa di agnello(!) per l’articolazione della gamba ferita. Infine, il fantomatico cameraman, che appare in un’intervista, sarebbe un tizio qualsiasi assoldato per lo scopo. Anche il filmato dei rottami sarebbe stato realizzato da John Humphreys, con materiale di fortuna reperito dal portabagagli della sua auto.

 

Sopra, immagine di scena del film “Alien Autopsy” uscito il 7 aprile 2006 nei cinema

 

La nuova versione dei fatti, data in pasto al pubblico, guarda caso, in concomitanza dell’uscita del film “Alien Autopsy”, non ha convinto Philip Mantle il quale ha dichiarato di “non credere ad una parola di quanto detto da Santilli e dal suo socio”, ritenendo il filmato “niente altro che un falso assoluto”.

 La nuova versione di Santilli non convince neppure noi, ma per motivi ben diversi da quelli di Mantle. Rivedendo l’autopsia, risulta veramente difficile credere che quell’essere martoriato steso sul tavolo possa essere un semplice pupazzo. Molti chirurghi, consultati in merito, si sono detti convinti che si tratta di un essere organico (dello stesso parere si mostrò, nel corso della trasmissione “Misteri”, il cattedratico Pierluigi Baima Bollone, che definì la creatura un “non sense biologico”). Inoltre viene spontaneo chiedersi cosa mai ha ispirato l’artista che avrebbe concepito il pupazzo. L’alieno visto nell’autopsia non è il tipico grigio macilento con quattro dita per mano.

Sarebbe stato molto più logico, in caso di artefatto, costruire un alieno più rispondente all’immagine ormai entrata nell’immaginario collettivo (e di cui più spesso riferiscono i testimoni).

Se il filmato è veramente un falso, sarebbe ora di conoscere gli interpreti di una delle più colossali truffe mai perpetrate ai danni dell’Ufologia. E’ lecito supporre che da qualche parte esistano delle  foto di scena  o, come si dice in gergo cinematografico, il backstage delle riprese. E, cosa  più importante di tutte, ci mostri finalmente Santilli il “manichino” (come direbbe la Hack) utilizzato per realizzare il filmato.Ma, incredibile a dirsi, Santilli e soci affermano di non ricordare neppure l’appartamento dove essi dichiarano di aver filmato la “ricostruzione”!

Se invece il filmato è autentico, quali potrebbero essere i motivi che hanno indotto Santilli ad affermare, a distanza di undici anni, il contrario? C’è un’ipotesi da prendere seriamente in considerazione. Supponiamo che la pellicola rappresenti davvero l’autopsia di un essere extraterrestre e che sia sfuggita, in qualche modo, dalle mani del Governo USA (magari per motivi ben diversi da quelli inizialmente dichiarati da Santilli). In tale ottica, la nuova versione dei fatti potrebbe essere il frutto di pressioni esterne sul documentarista inglese. L’alternativa, a nostro avviso, è una sola: che tutta l’operazione sia stata, fin dall’inizio, gestita ed orchestrata dalle forze di Intelligence a fini puramente disinformativi. Non sarebbe la prima volta. Come ebbe a scrivere nei suoi appunti il compianto colonnello Philip Corso, “i debunkers e gli scettici sono stati molto utili. Essi hanno fatto così bene il proprio lavoro che non abbiamo avuto bisogno di adottare particolari tattiche disinformative. Per questo io voglio ringraziarli!”.

 

 
 

Fonti:

  • Kent Jeffrey  -“ il controverso filmato dell’autopsia di un alieno: un’analisi completa”;
  • Paolo Toselli – “L'aliena virtuale L'inverosimile "affare Santilli" sempre al centro di polemiche e contraddizioni”;
  • Maurizio Baiata Autopsie ad effetti speciali” su  www.dna.magazine.it

 

 
 

Home USAC