Il Ticchettio, il cassetto e...

di Dino Colognesi.


Castelguglielmo, 18 febbraio 1935.

Adelina Beltrame si trova in casa del fratello Dino abitante in piazza Vittorio Veneto a Castelguglielmo. Con loro c’è anche Cente, un amico di famiglia.
Stanno tranquillamente discutendo quando il martellante ticchettio di una sveglia interrompe i loro discorsi. Si guardano increduli e, incuriositi dal rumore di un oggetto, che non dovrebbe trovarsi lì, si mettono a cercare.


I due fratelli si avvicinano ad una cassettiera; Dino apre e fruga nei vari cassetti. Quando tira l’ultimo il ticchettio si interrompe senza però trovare nulla. Si pongono domande che non trovano risposta, poi riprendono i loro discorsi. Poco più tardi bussa alla porta di casa il medico del paese e dice ad Adelina e Dino che la loro madre è morta da poco. Era morta nello stesso momento che si interrompeva il ticchettio, dopo avere aperto quell’ultimo cassetto.

 

 

Castelguglielmo, 4 settembre 1945.

Adelina abita sopra il bar del paese e sta sbrigando le sue faccende domestiche quando un ticchettio attira la sua attenzione. Sa di non avere nessuna sveglia in quelle stanze e istintivamente si mette a cercare. Fruga un po’ dovunque fino ad arrivare ai cassetti dell’armadio nella stanza da letto che ad uno ad uno apre. Quando tira l’ultimo il ticchettio si interrompe ma dentro non trova niente.
Richiude e torna alle sue faccende.
Poco dopo arriva di corsa la custode del centralino telefonico del paese, la signora Irma Maragno, che le comunica di avere ricevuto una telefonata, che la sollecitava a recarsi subito a Lendinara senza voler dare ulteriori informazioni. Ora a Lendinara abita il fratello Dino e la sua famiglia. Adelina sale in bicicletta e parte immediatamente, quando dopo qualche chilometro viene raggiunta da Rico Beltrame con la sua auto che si offre di accompagnarla fino a Lendinara.
Quando arrivano la casa del fratello sta ancora bruciando. Dino, la moglie e il figlio piccolissimo sono da poco morti nel rogo. Sono morti nello stesso momento che si interrompeva il ticchettio dopo avere aperto quell’ultimo cassetto.

 

 

Castelguglielmo, 24 dicembre 1993.

All’ospedale di Badia Polesine viene ricoverato e operato urgentemente Radames, il marito di Adelina. Dopo l’intervento le sue condizioni sono critiche. La sera stessa Adelina è in casa da sola quando, ancora una volta, sente distintamente il ticchettio di una sveglia. Si china per aprire i cassetti del mobile della cucina dai quali sembra provenire quando di colpo si blocca.

All’improvviso, percossa da un innaturale e agghiacciante brivido, rivede la scena di quanto successe tanto tempo prima. Disperatamente cerca di resistere alla tentazione di aprire i cassetti e piangendo prega.
Dopo interminabili minuti il ticchettio si interrompe.
Il mattino seguente arrivano dall’ospedale notizie incoraggianti.
Radames ha superato la crisi e sta lentamente migliorando. Verrà dimesso dopo una quindicina di giorni.

Tornando dall’ospedale mi sono fermato a casa sua quella sera del 24 dicembre, il ticchettio si era interrotto da poco e Adelina aveva ancora le lacrime agli occhi. Era pallida, tremante e sfinita e si teneva ancora stretta le mani come a non volerle lasciare libere. Preoccupato le chiesi che cosa fosse accaduto e solo allora e con voce tremante mi raccontò questa storia.
Se non fossi passato di lì in quel momento non me l’avrebbe mai raccontata come non la ha mai raccontata a nessuno.

Oggi Adelina ha 79 anni e abita ancora a Castelguglielmo con suo marito.

Adelina Beltrame è mia madre.

Dino Colognesi, 20 novembre 1999.