UNA PRESENZA INTOLLERANTE.
Intorno
agli anni novanta una coppia di coniugi, C. P. ed R. S., decisero
di acquistare una casa a Villanova del Ghebbo in provincia di
Rovigo. La casa era piuttosto vecchia e disabitata da un po’
di tempo ed era loro intenzione procedere quanto prima con i
dovuti lavori di manutenzione e restauro in modo da poterci
andare ad abitare entro la fine dell’anno. Erano a conoscenza
che in quella casa era morto un ragazzo a causa delle esalazioni
tossiche causate da uno scaldabagno difettoso ma non avrebbero
mai immaginato quello che li stava aspettando. Da un vicino
vennero informati che da quella casa gli ultimi abitanti se
ne erano andati precipitosamente e terrorizzati. L’anziana
signora, che ci abitava con due giovani sposi, si rifiutava
di dormire nella sua camera e aveva preparato un lettino nella
cucina dove trascorreva ormai tutte le notti. Altre persone
che abitano nelle vicinanze dissero di avere sentito più
volte, durante le ore notturne, strani rumori e delle urla disperate
provenire da quella casa e che la fuga precipitosa era dovuta
a qualche cosa che stava succedendo all’interno.
Inutile
dire la preoccupazione dei due coniugi quando appresero queste
notizie anche per il fatto che dovevano far crescere dei figli
ancora in giovane età e che avevano bisogno di stare
in un posto tranquillo e non certo di terrore. Decisero quindi
di contattare Anna, amica e sensitiva e che aveva già
risolto casi di spiritismo, ma senza informarla di quello che
si diceva su quella casa in modo da potere averne oltretutto
una conferma. Anna arrivò una domenica pomeriggio in
compagnia del marito e dopo i convenevoli si apprestavano ad
entrare.
Appena Anna varcò la soglia si bloccò, impallidì
e fu colta da malessere. Non rispose alla domande dei presenti
preoccupati per le sue condizioni, si riprese solo dopo qualche
minuto e ancora tremante disse che in quella casa c’era
qualche cosa di strano e che doveva essere risolto.
“ Ora devo andare di sopra” disse ai coniugi “e
devo andare da sola”. S’incamminò salendo
la ripida scala che porta al piano superiore. Dopo una ventina
di minuti videro Anna scendere le scale molto lentamente ancora
pallida in viso ed esausta. Non avevano ancora trovato il coraggio
di chiedere che cosa fosse accaduto quando Anna, avvicinandosi
ai due, disse: “ Ora potete stare tranquilli, vi lascerà
vivere in pace senza recarvi alcun fastidio”. C. e R..
si guardarono in faccia e prima ancora che chiedessero spiegazioni
Anna aggiunse. “ Ho parlato con lo spirito del giovane
che ha trovato la morte in questa casa e gli ho riferito che
sarebbero venute ad abitarci delle persone buone e per bene
e che dovevano far crescere dei bambini in pace. Mi ha promesso
che così sarebbe stato”.
E cosi è stato. A lavori ultimati andarono ad abitare
in quella casa e non è successo nulla più. Non
hanno mai raccontato a nessuno questa storia neppure ai loro
figli ed è solo un caso che lo abbiano fatto con me.
Ho chiesto loro se potevano farmi incontrare Anna ma mi hanno
risposto che in seguito sono stati a farle visita ma che l’avevano
trovata stanca, esaurita e gravemente malata, forse provata
dalle numerose esperienze, come nel caso specifico, e che nel
corso degli anni hanno probabilmente minato la sua salute. Ha
aggiunto che desiderava essere lasciata in pace e che non voleva
più parlare con nessuno.
Peccato, perché Anna avrebbe avuto molte cose da raccontare
e sicuramente le sue esperienze avrebbero aiutato a capire il
mondo dell’ignoto.
Dino
Colognesi.
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