Al di là del ponte

di Dino Colognesi

 

Se non fosse per i numerosi testimoni che all’epoca furono in qualche modo coinvolti in questa assurda e inspiegabile storia, mi troverei sicuramente in seria difficoltà a raccontarla, tanto è fantasiosa e per certi versi incredibile. Quello che ha vissuto Renzo, del quale ho già parlato nell’articolo “ Uno strano caso fotografico”, è andato ad aggiungersi ad una serie già ricca di eventi strani e incomprensibili.


Una trentina di ragazzi riempivano la capiente sala del bar del paese, metà dei quali componevano il gruppo di Badia Polesine mentre il resto era del paese limitrofo. Erano soliti incontrarsi e trascorrere le fredde giornate invernali tutti in compagnia in ambienti caldi e accoglienti. Si erano riuniti anche quella domenica di un ormai lontano inverno e in quell’occasione fu presentata a Renzo e agli altri componenti del gruppo, una ragazza che nessuno di loro aveva mai visto ne conosciuto prima. Renzo rimase quasi scoccato quando lei le strinse la mano e quando presero posto si ritrovarono seduti uno di fronte all’altra in quella colorata cornice umana che riempiva la stanza. Mille domande si succedevano nella mente di Renzo, ma quello che stava provando non aveva niente a che fare con le emozioni o i sentimenti che già conosceva. Non era amore a prima vista e nemmeno il classico colpo di fulmine ma si trattava di una cosa ben diversa, qualche cosa che andava ben oltre la sua conoscenza.
Poche furono le parole che uscirono dalle loro bocche, in quella chiassosa riunione, ed entrambi sembrarono assorti in una specie di meditazione interrotta solo da qualche prolungato sguardo. Giunto il momento del congedo, Renzo le strinse la mano e il battito del suo cuore cominciò ad aumentare vertiginosamente mentre uno strano tremore percosse il suo corpo. Guardando la ragazza allontanarsi, chiese ad un amico di lei dove abitasse. Questi rispose che abitava a Salvaterra, che la conoscevano già da qualche tempo ma che solo da poco era entrata a far parte del loro gruppo e che era una ragazza simpatica e alla buona. Prima di congedarsi si erano messi d’accordo che si sarebbero ritrovarti tutti quanti nella stessa sala del paese quindici giorni dopo.
Nei giorni che seguirono, Renzo non riusciva a togliere il pensiero da quella ragazza, tanto erano forti le emozioni e le sensazioni che aveva provato, così forti da non riuscire nemmeno a descriverle con le giuste parole. Interminabili furono i giorni che mancavano all’incontro ma finalmente arrivò la tanto attesa domenica e alla stretta di mano riprovò la stessa sensazione della volta precedente. Temeva che il tremore che lo stava percuotendo fosse da lei percepito quando si scambiarono due baci sulla guancia. Per una serie di eventi, non riuscì a sedersi accanto a lei e le tante domande che si era preposto di farle sarebbero state fuori luogo durante il corso della riunione. Avrebbe quindi atteso con pazienza l’avvicinarsi del congedo per chiederle quanto voleva. A fine riunione si ritrovarono uno di fronte all’altra e mentre si stringevano la mano scambiandosi i baci, riecco il tremore e quella incomprensibile quanto strana sensazione che inevitabilmente lo bloccarono. Tutte le domande che si era preposto di farle e tutte le cose che aveva da dirle, si ridussero a poche parole che a stento uscirono dalla sua bocca, “ Ci vedremo ancora?” le chiese. Dopo qualche attimo di esitazione lei rispose di sì, girò le spalle e si avviò alla macchina insieme agli amici che l’avevano accompagnata.
Prima di salire in auto si girò verso Renzo e ancora una volta lo salutò mentre le sue labbra mostravano un triste sorriso. Per Renzo quel saluto somigliava molto ad un addio e fu colto da un senso di malessere e agitazione. Aveva la promessa che si sarebbero rivisti ma se non fosse andata così non avrebbe mai potuto capire che cosa stava succedendo. Per qualche istante, quella creatura lo aveva condotto fuori dal mondo e si era ritrovato immerso in una sconosciuta e indescrivibile realtà mentre le sue mani fungevano da chiave che apriva la porta su una visione dei fatti fuori dal comune. I giorni successivi furono terribili, il desiderio di rivedere la ragazza si faceva sempre più forte e irresistibile. Il pomeriggio della domenica successiva, Renzo provò un irrefrenabile desiderio di andare al paese di lei. Qualche cosa dentro gli suggeriva di andare là, dove abitava la ragazza e quando arrivò, un tuffo al cuore lo fece sobbalzare sul sedile dell’auto. Lei era ferma sul ponte che lui si apprestava a superare e al suo passaggio lo salutò con la mano mentre sul suo viso c’era ancora quel triste sorriso. Una ventina di metri più avanti invertì la marcia per andare incontro alla ragazza ma il sangue gli si gelò nelle vene quando si accorse che sul ponte non c’era più. Stupito e incredulo, percorse velocemente le strade che potevano averla allontanata ma in nessuna di queste la trovò. Fermò allora la macchina vicino al ponte dove due anziane signore si erano appena fermate per fare due chiacchiere. Sorprese dall’insolita domanda risposero che si trovavano sul posto già da un bel po’ di tempo ma che su quel ponte non si era mai fermato nessuno. Va bene l’età avanzata, pensò Renzo, e che probabilmente la memoria e la vista non erano più quelle di un tempo, ma dire che si trovavano lì da un bel po’ di tempo, mentre poco prima non c’erano, e non vedere una ragazza ferma a dieci metri di distanza sarebbe stato piuttosto difficile da credere. Pensare piuttosto che non volessero dare informazioni ad uno sconosciuto era più convincente. Accettò a malincuore la risposta e, affranto e deluso, cominciò a girare per strade e stradine alla disperata ricerca di lei.
Era strano che se ne fosse andata così, senza aspettarlo e questo lo faceva stare male come non aveva provato mai. Solo a notte fonda si rese conto di essere ancora al volante di una macchina e di vagare senza meta. Decise quindi di tornarsene a casa e di andare a letto anche se sapeva bene che quella notte non sarebbe riuscito a prendere sonno. Passarono alcuni giorni prima che Renzo si riprendesse e quando ritrovò un po’ di forze decise che era giunto il momento di andare a Badia Polesine e chiedere agli amici alcune informazioni. Il nome del paese non gli bastava come indizio e per quanto piccolo fosse, non sarebbe stato certo facile individuare la sua abitazione. Si recò in un bar di Badia, dove erano soliti incontrarsi alcuni degli amici e fortunatamente ne trovò due che, appoggiati al bancone, stavano consumando un caffè e quando videro Renzo lo invitarono a tenere loro compagnia. Terminati i convenevoli, Renzo chiese della ragazza e dove poteva trovarla. I due si guardarono in faccia, tanto erano rimasti sorpresi dalla domanda e come caduti dalle nuvole chiesero di quale ragazza stesse parlando. Renzo sorrise, pensando che i due fossero in vena di scherzi e per stare al gioco descrisse la ragazza in tutto e per tutto. I due, allo stesso tempo, pensarono ad una burla di Renzo, ma dopo alcuni minuti di discussione si resero tutti conto che nessuno di loro stava scherzando. Da quello che stava emergendo, quella ragazza non l’avevano mai vista e non era certamente con loro le domeniche nelle quali si erano ritrovati nel bar del paese. Insomma, quella ragazza non esisteva. Era tutto così assurdo, incomprensibile e, d’altra parte, si conoscevano fin troppo bene per non capire quando il gioco sarebbe dovuto finire e incominciare a parlare seriamente. Il disagio dei ragazzi era palpabile. Renzo se ne andò confuso più che mai, lasciando i due amici increduli e senza parole.
Era consapevole di trovasi in una situazione tanto assurda quanto allucinante e non riusciva a riordinare le idee per capire come tutto questo fosse possibile. Non poteva avere sognato o immaginato tutto e sarebbe stato oltretutto impossibile considerando che tante erano le persone coinvolte, anche se non tutte allo stesso modo. Salì in auto e si avviò velocemente al suo paese nella speranza di trovare aiuto in qualcuno dei suoi amici e appena giunto ne incontrò uno con il quale si sedette su una panchina della piazza. Cominciarono a parlare del più e del meno fino a quando Renzo non trovò il coraggio di porre la domanda e solo allora chiese della ragazza.
La reazione e la risposta dell’amico furono identiche a quelle che già ben conosceva. Ma come era possibile, anche lui aveva parlato con lei, addirittura gli stava seduto accanto durante l’ultima riunione e come tutti gli altri aveva trascorso l’intero pomeriggio in quella sala. La vita di Renzo si stava trasformando in un incubo. Sconcertato e confuso, incapace di riordinare le idee se ne andò sotto lo sguardo preoccupato dell’amico. Ora che nessuno gli credeva, si rendeva conto di trovarsi in una posizione non solo scomoda ma anche terribilmente imbarazzante nei confronti di tutti. Il viso di quella ragazza e il contatto anche se pur breve che con lei aveva avuto, continuavano a tormentarlo giorno e notte ed era ancora convinto che comunque una risposta prima o poi l’avrebbe avuta. Alcuni giorni più tardi, come ultimo ed estremo tentativo, andò ad incontrare altre due ragazze che componevano il gruppo di Badia Polesine e alle quali, dopo una breve chiacchierata, pose la stessa scomoda domanda. La risposta e la reazione che ebbero non erano diverse dalle altre. Pure loro non avevano mai visto ne conosciuto la ragazza e trovarono Renzo visibilmente pallido ed stranamente confuso da temere persino per il suo stato di salute. Il tempo trascorreva inesorabile, e il tormento che aveva dentro non gli dava pace. Non riuscendo a trovare sbocchi per uscire da quel tunnel e soprattutto per non essere riuscito a trovare l’aiuto del quale aveva estremamente bisogno, decise di accettare la situazione così com’era e di convincersi che evidentemente certi fatti possono anche succedere, ben sapendo di mentire a se stesso.

Renzo si è ormai reso conto che le risposte alle sue domande non arriveranno più. Ha capito che dovrà tenersi tutto dentro perché nessuno è in grado di ascoltarlo e soprattutto di capirlo ed è tornato a chiudersi in quel guscio che ormai è diventato la sua prigione. Ogni volta che prova a parlarne, le sue ferite si riaprono e si fanno sempre più profonde e dolorose.
Le lacrime che vergognosamente tentava di trattenere mentre mi raccontava la sua esperienza, parlavano impietose del suo stato d’animo.
Nessuno più si ricordava di quella ragazza ma come una cometa aveva sfiorato la sua vita lasciando dentro di lui segni indelebili e dolorosi che il tempo non avrebbe mai più cancellato. Questa sua vita è fatta di esperienze uniche e inspiegabili che lo hanno messo e che continuano a metterlo a dura prova. Col tempo ha imparato a gestirle, adattandole di volta in volta al suo stato d’animo e a ragionare solo con la sua testa. Non troverà certo le risposte che avrebbe voluto ma non correrà il rischio di cadere in consigli o mani sbagliate e di venire inevitabilmente usato o strumentalizzato.
Un tempo sarebbe stato rinchiuso per le sue affermazioni, in tempi più recenti deriso e beffeggiato, oggi solo ignorato. Un domani forse, quando la coscienza degli uomini si sarà aperta alla conoscenza della vita e ai suoi tanti misteri, qualcuno potrebbe anche essere in grado di ascoltarlo e fornirgli le giuste risposte, ma per allora presumo che tutto questo non lo riguarderà più. La sua vita è un puzzle dove i tasselli non hanno mai trovato la loro giusta collocazione. Il caso fotografico del quale ho già parlato e quello appena esposto sono solo due dei tanti.


Riflessioni sul caso


Analizzando il caso di Renzo, ci si rende conto che fino ad un certo punto della vicenda, tutto rientra nella normalità. Renzo frequentava fin dalla giovane età gli amici del paese e pertanto li conosceva bene come conosceva bene quelli del paese limitrofo. Neppure l’arrivo della ragazza, all’apparenza aveva niente di insolito. A volte capitava che al gruppo si aggiungesse qualche elemento nuovo, come pure che qualcun’altro si allontanasse per svariati motivi. La ragazza era dapprima conosciuta da una parte di loro e poi presentata al resto del gruppo e con loro aveva poi trascorso le due domeniche in compagnia. Ma poi accadde qualche cosa che va contro ogni logica e fuori dalla comune conoscenza. Renzo ad un certo punto avvertì un irrefrenabile richiamo che lo obbligava ad andare al paese della ragazza e la vide sul ponte che si apprestava a superare. Con la mano lo stava salutando ma quel saluto e il triste sorriso che aveva sulle labbra tradivano involontariamente quello che stava per succedere. La ragazza era scomparsa e da allora tutti andavano dicendo di non averla mai vista ne conosciuta. Anche le due anziane signore che stavano chiacchierando all’angolo di una casa nei pressi del ponte non erano lì prima che lo attraversasse ma solo dopo, quando si girò per tornare indietro. Da quel momento Renzo era per tutti estremamente confuso, strano e irriconoscibile mentre per Renzo niente più quadrava e andava affermando cose incomprensibili agli amici, evidentemente perché quello non era più il suo posto e il suo tempo.

Che cosa accadde realmente in quel periodo? Come è possibile che si sia venuto a trovare in una situazione così assurda? Renzo entrò in un’altra dimensione e da quel preciso momento, la realtà nella quale si era venuto a trovare non era più la stessa realtà dalla quale veniva.
Può sembrare impossibile ma non è del tutto improbabile. Le opinioni di numerosi ricercatori tendono a rafforzare l’idea che ci possano essere altre dimensioni dell’esistenza. Recenti ipotesi sulla natura del cosmo, avanzate da alcuni scienziati, riguardano appunto la possibilità di un’effettiva esistenza degli universi paralleli. Questo concetto, derivante dalla fisica quantistica, avanzerebbe l’ipotesi che in determinate circostanze si aprirebbero delle soglie in grado di mettere in comunicazione due diversi livelli di realtà. Le persone scomparse avrebbero superato inconsapevolmente e involontariamente queste soglie. Tali soglie sarebbero poi superabili da entrambe le parti e questo giustificherebbe le numerosi apparizioni che si sono avverate in tutti i tempi e spiegherebbe molti paradossi presenti nella fisica contemporanea.

D’altronde, numerosi e ben documentati sono i casi di persone che per motivi ancora inspiegabili sono scomparse all’improvviso dalla nostra realtà e ricomparse altrettanto improvvisamente in tempi o luoghi diversi. Buona parte di loro sono svaniti nel nulla, disciolti nell’aria sotto gli occhi esterrefatti dei famigliari o degli amici. A nulla poi sono valse tutte le ricerche svolte sul luogo dell’accaduto dai vari testimoni o dalle autorità competenti, ma da qualche altra parte sono certamente andati a finire e il fatto è che davanti a certi fenomeni ci sono ben poche spiegazioni in grado di giustificare quanto è successo.

Ma nella vicenda di Renzo c’è un elemento che a mio avviso è stato determinante per come sono andate le cose. C’è una ragazza dalle caratteristiche alquanto insolite e delle quali Renzo se ne rese già conto dal primo momento quando, alla stretta di mano, fu colto da un’incomprensibile e sconosciuta sensazione. C’è quel triste sorriso e un ultimo saluto sul ponte, concreti elementi che mi portano ad ipotizzare che proprio la ragazza abbia avuto un ruolo di fondamentale importanza. È probabile che sia stata proprio lei ad attirare Renzo in quel posto e quindi accompagnarlo in quella che per lui sarebbe stata un’altra dimensione e non un fatto occasionale come pare succeda nella maggior parte dei casi. Se così è andata e questa è solo la mia personale opinione, resta un interrogativo che certamente non troverà risposta.

Chi era in realtà quella ragazza? Chi si nascondeva dietro quel bel viso dal triste sorriso? Possono esistere degli esseri con un livello di conoscenza tale da poter manipolare o determinare certi eventi?


Sono convinto che quanto ha vissuto Renzo e quanto è rimasto nella sua mente, non siano frutto della sua fantasia o, peggio ancora, di un’allucinazione, come molte persone a suo tempo asserirono, ma piuttosto una conoscenza reale che ha avuto modo di toccare con mano in un altro tempo e in un’altra dimensione.


A volte sarebbe molto più comodo non dare ascolto ai racconti di certe persone, come quello di Renzo ad esempio. Si eviterebbe così di cadere nel ridicolo avanzando ipotesi azzardate o rispondendo con esili risposte nel tentativo di giustificarli, ma anche davanti alle evidenti difficoltà, rimane la dignità di una persona che merita comunque attenzione, comprensione e rispetto.


Non voglio aggiungere altro ma ritengo sia importante sapere quanto a volte può essere messa a dura prova l’esistenza di un essere umano.

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