27/06/2010
Alla memoria di Carlo Sabadin, compagno di viaggio
nella vita
di MATTEO TENAN
Il 5 giugno, dal 2007 in poi è per me un giorno di
tristezza, perché era il compleanno di mio padre deceduto per tumore.
Quest'anno pensavo di non pensarci a causa dell'indagine sui cerchi nel
grano e invece Sebastiano Di Gennaro ci disse che Carlo Sabadin era
deceduto il giorno precedente nelle prime ore. Il tumore (o la
chemioterapia) non perdona .
Sono tornato alla memoria del 4 aprile 1998, quando
a San Marino feci la conoscenza di Philip Corso, dell'Ing. Vincio De
Bortoli e di Carlo Sabadin. In quell'epoca noi dell'U.S.A.C. eravamo in
totale scontro con il C.U.N. a causa della scissione pilotata dal Prof.
Corrado Malanga nel tentativo non riuscito di creare il C.U.N. di
Ferrara.
Quella mattina io e Sebastiano ci trovammo subito
in accordo ed in armonia con i nuovi amici, come se ci fossimo
conosciuti da sempre. Le intuizioni e le asserzioni di Vinicio de
Bortoli sulla fisica delle nuove energie, le onde Elf, i sistemi di
propulsioni a levitazione dei velivoli alieni erano incommensurabili.
Anche Sabadin mi fece un'ottima impressione per la sua abilità
indiscussa di organizzatore e di coordinatore, in grado di congiungere e
far dialogare persone che avevano idee diversissime fra loro ed in grado
di fare da ponte con gli ambienti conservatori della scienza ufficiale.
L'unico punto d'ombra fu quando durante il ritorno,
il Maresciallo Antonello Lupino, allora Dirigente responsabile del C.T.S
dell'U.S.A.C. ci raccomandò di stare attenti, perché Carlo Sabadin aveva
fatto parte del reparto COLMOSCHIN dell'esercito Italiano, di cui fece
parte anche Antonello Lupino,
e quindi avrebbe potuto essere un infiltrato o una spia.
Negli anni mantenemmo rapporti saltuari con la
fondazione Sentinel fino al Novembre 2002, quando ci ritrovammo a
Bologna per il festival EBE III. Il giovedì 21 novembre fece una
brillante relazione in memoria di Corso, tracciandone il curriculum
militare ed analizzandone le asserzioni su Roswell. Erano presenti anche
Paola Harris, Lavinia Pallotta e Maurizio Baiata, che lo aveva voluto a
Bologna. Sabadin era un ufologo di caratura media, capace di avere
alcuni spunti geniali, come i cenni inediti sull'esperimento Filadelfia
e l'Olivetti-Connection.
In quegli anni, grazie al contributo informatico
indefesso di Daniele Dellerba, Maurizio Baiata e Corrado Malanga si
atteggiarono a paladini della libera ufologia, indipendente dal C.U.N. e
dai servizi segreti, dopo che Malanga è stato socio del C.U.N. per più
di 25 anni e consigliere direttivo per più di 15 e Baiata è stato
braccio destro di Pinotti per tutti gli anni '90.
Sabadin in quegli anni creò una rete diplomatica di
collaborazioni ed alleanze, molto efficace, includendo però anche
esponenti del CISU e del CICAP, da cui personalmente io starò sempre
alla larga. Nello stesso tempo si è creata una amicizia ferrea tra
Baiata e Sabadin, che alla fine ha avuto l'effetto indesiderato di
portare Baiata a lavorare in uno stato extracomunitario.
Nel 2002 seppi da Daniele Dellerba che il Sig.
Renato Telari di Milano del gruppo C.I.A. gli aveva detto di stare in
guardia da "Carmelo Sabadin", infiltrato dei servizi segreti.
Nel 2003, il
21 marzo ritrovai Sabadin e conobbi Paolo Bolognesi a Budrio, ospite
della conferenza organizzata dall'Associazione Libero Arbitrio di cui fa
parte Anna Maria Mandelli. Anche quella fu una conferenza molto efficace
in cui Sabadin espose i suoi dati in modo brillante e chiaro mantenendo
l'attenzione vivissima fino all'ultimo momento.
In quei mesi Sabadin movimentò l'ambiente
dell'ufologia italiana, affermando che la redazione italiana di Nexus
aveva ricevuto una lista di proscrizione, da fonti non
meglio precisate in
cui c'eravamo anche noi e Dellerba oltre alla Fondazione Sentinel ed
alla Stragrande maggioranza dei Camelot e sia Tom Bosco che Furio Stella
avevano rispettato scrupolosamente quelle indicazioni per evitare di
trovarsi delle bombe in casa o altri inconvenienti similari.
Nell'Estate del 2003 si consumò al demolizione
dell'ARUP da parte dei Sabadiniani Eugenio Ballini e Lavinia Pallotta,
lasdciando Dellerba praticamente da solo, nonostante tutta la mole si
lavoro da lui svolta sia per lo sviluppo di siti web e di nuove
metodologie informatiche, che il lavoro manuale ed estenuante come
moderatore, mentre Sabadin esprimeva posizioni molto personalistiche non
da tutti condivise, nella comunità ufologica.
In quel periodo un esponente del CUN siciliano fece
una proposta ultrademenziale: la costituzione di un albo degli ufologi,
sulla scorta dell'albo dei giornalisti di origine fascista, allo scopo
di importare la legge di Peel "la moneta cattiva scaccia la buona"
nell'ufologia. Ci trovammo tutti contrari.
Sabadin in quel periodo si espresse più volte per
la falsità del Cerchio nel grano di Melara, facendo andare su tutte le
furie Di Gennaro e Garofalo, poi, grazie alla mia mediazione i rapporti
si riarmonizzarono e Carlo Sabadin fu invitato al Convegno di Ottobre
2003. In quel periodo Carlo Sabadin ed Eugenio Ballini proposero la
Carta di Ferrara, che non era un'idea totalmente malvagia. Questa
avrebbe voluto creare una confederezione ufologica italiana promuovendo
un coordinamento e un controllo centrale a livello nazionale. questo
necessariamente limitava la liberta d'azione di ogni singolo individuo,
per elevarne la qualità, consentire a tutti di disporre di metodologie
di avanguardia e di laboratori per le analisi, di coprire vaste aree di
territorio di compensare gli uni con gli altri e di evitare le perdite
di dati, di fare gruppo anche là dove gli ufologi si sentono più
isolati.
Ma questo limita anche la libertà individuale di
ogni investigatore/ divulgatore e di ogni associazione, perché una parte
di sovranità deve essere delegata agli organi di controllo ed analisi
nazionali.
In quel periodo era presente nell'U.S.A.C. Jerry
Ercolini che fece le barricate contro Sabadin ed era anche fortemente
avverso a Pinotti, La mozione di aderire alla Carta di Ferrara non passò
e l'U.S.A.C. rimase da solo. Sabadin, un giorno mi disse (e questo non
lo dimenticherò mai) che lui doveva rispettare uno statuto svizzero ed
uno statuto italiano e che era disponibile anche ad iscriversi alla
nostra associazione e a rispettare lo Statuto dell'U.S.A.C.
Il sabato ci fu un'ottima conferenza di Carlo
Sabadin sul caso Hessdalen nel suo complesso. A S. Maria Maddalena si
materializzarono Renzo Cabassi e Nico conti dalla lontanissima Bologna;
non erano mai venuti a vederci e non vennero mai più nei convegni
successivi. Egli ha analizzato il caso fotografico che ha avuto come
avvistatore il dttor Massimo Teodorani. Quindi il dottor Sabadin ah
espresso motivate critiche all'intepretazione riduzionistica del fisico
Matteo Leone del CISU di Torino.
Alla fine della conferenza Cabassi e Conti se ne
andarono; Cabassi era cupo in volto, mentre Conti aveva la sua
espressione interdetta e sorpresa di chi si è appena svegliato dal
letargo. Gli chiesi cosa ne pensavano del convegno. Cabassi disse
"Questo è antisemitismo e viene punito dalla legge!". contemporaneamente
Nico Conti mutò la sua espressione di stupore in una espressione che
voleva essere di rimprovero e disapprovazione, ma che non avrebbe
spaventato neppure una lumaca. Io in quel momento non compresi. pensavo
che ci fosse stato un commento pesante contro Sabadin che mi ero perso,
in quanto Sabadin è un cognome di origine ebraica. Chiesi “che cosa è
successo e fatto da chi?” Nel frattempo arrivò fuori dalla sala anche
Carlo Sabadin e Renzo Cabassi disse: “Voi non fate scienza e vi dovreste
vergognare per quello che dite.". Stavamo passando dalla tragicità, alla
farsa, all'enigmistica. Cabassi e Conti uscirono dal cortile
dell'auditorium e sul marciapiede si avviarono alla loro autovettura. Io
e Sabadin andamo verso il bar.
L'amico Carlo ci spiegò che Matteo Leone era di
origine ebraica, come anche il cognome Sabadin. Il problema non era
questo, era che Leone aveva fatto una tesi di laurea sulla storia della
fisica e la sua esperienza in laboratorio ammontava a una ridicola
quantità di ore ed esperimenti. La madre di Colzani si chiama Sabadin.
Anni dopo vidi una foto di Matteo Leone su una rivista del Cisu e notasi
che mi assomiglia abbastanza di fronte e molto di profilo, ma assomiglia
molto di più a mio padre e all'ufologo Maurizio Pezzolato. Ovviamente né
a Carlo Sabadin, né ad alcuno dei presenti interessavano la religione di
Matteo Leone, né le sue
presunte origini semitiche, in quanto il punto in discussione era
l'origine artificiale ed intelligente dei fenomeni di vario tipo
riscontrati, fotografati e registrati con varie strumentazioni nella
zona sopra ed intorno alla località norvegese di Hessdalen, a aprtire
dagli anni '70.
Io sono cattolico, però devo osservare che chi
osserva i precetti del Talmud non dovrebbe dire cazzate nel giorno di
Shabbath e neanche negli altri 6 giorni della settimana creata da D_o.
Sabadin, mentre eravamo in bar disse che a
Hessdalen negli anni '30 si era verificato un caso di abduction.
In quel pomeriggio Carlo mise il suo computer a
disposizione di Giuseppe Garofalo, perché il suo computer non
funzionava, permettendogli di svolgere la sua relazione.
La domenica l'U.S.A.C. non aderì ed i membri
Camelot non la presero bene, anche Stargate (MALANGA) ed Ansu (COLZANI)
non aderirono.
Voglio far notare che queste vicende storiche e
questi casi di molti anni fa sono ancora di strettissima attualità e per
molti giovani appassionati ed inquirenti sconosciute, quindi ritengo
siano di interesse.
Lavinia Pallotta mi fece un'intervista per il
Trianfgolo della Brermuda.
Sabadin fece un'intervista a Di Gennaro.
In novembre Carlo Sabadin ci fece le condoglianze
per la morte in incidente stradale in circostanze mai chiarite di Manuel
Cobianchi.
Nel 2004 si verificarono tre episodi che ci misero
in rotta di collisione totale con Sabadin, da allora non fu più
possibile né mediare né riconciliarsi. Il primo episodio fu la mia
estromissione dal progetto cinematografico, multimediale e videoludico
FIVE CHINESE ELEMENTs, di cui io ero il principale sceneggiatore, a
causa della mia conoscenza delle razze aliene e delle loro agende. Un
giorno MARCELLO PECCHIOLI mi telefonò per invitarmi ad una riunione a
Milano la settimana successiva, chiesi un permesso dal lavoro. Dopo due
giorni, mi ritelefonò per dirmi hce non c'era bisogno della miai
presenza, in quanto la sceneggiatura sarebbe stata curata da Carlo
Sabadin. poche settimane dopo, fummo avvertiti che il sedicente
contattista Antonio Urzi era stato in trasmissione "Il triangolo della
Bermuda" con Sabadin a Radio Popolare, attaccando pesantemente l'U.S.A.C.
ed accusando DI GENNARO di averlo ricattato per estorcergli l'iscrizione
all'U.S.A.C. ed esprimendo pesanti giudizi sulla sua competenza
scientifica.
Poi io scrissi una lettera aperta per
ridimensionare le affermazioni di URZI.
Al convegno del Circolo IGHINA di Montegrotto del
2004, avremmo dovuto parlare io, Maurizio Baiata e Gianni Viola.
Maurizio Baiata rinunciò a parlare ed incaricò Carlo Sabadin come suo
sostituto, inoltre il giornalista romano, convinse i vertici
dell'associazione padovana a cancellare la mia conferenza, affermando
che sarebbe stato un doppione rispetto alla relazione del più competente
Sabadin.
Mi resi conto che la lacerazione fra noi era
divenuta insanabile e me ne feci una ragione ognuno avrebbe dovuto
procedere per la sua strada. In quel periodo ed in quello successivo fui
informato via internet ed anche da mie i colloqui personali su vari
comportamenti poco edificanti che non fanno bene all'ufologia, ma
mantenni la mia scelta di pormi al di fuori di ogni disputa e polemica.
Io non ho mai fatto osservazioni o critiche a Sabadin o a chiunque
altro, al di fuori della ricerca scientifica, ne sono mai entrato nel
discorso personale e delle frequentazioni. Cosa che invece a me è stata
fatta sempre.
Il 29/9/2006 a Montegrotto presso il Convegno “Il
Coraggio delle Idee” ritrovai l'amico VINICIO DE BORTOLI, il quale ci
invitò a federarci alla Fondazione Sentinel, pur rimanendo autonomi come
U.S.A.C., invito che è tuttora valido anche per le altre associazioni di
ricerca ufologiche e di altro scopo, di chi sta leggendo. Io d'istinto
rifiutai, adducendo come ragione il comportamento tenuto da Carlo Sabdin
nei confronti dell’U.S.A.C .
De Bortoli mi disse che Carlo Sabadin non faceva
più parte della fondazione Sentinel, ne era stato espulso nel 2005
insieme a Ballini, Della chiesa, Briganzoli, Bolognesi e Pallotta, per
aver cercato di sostituirsi agli organismi della Fondazione, di cui
Sabadin er parte integrante, in quanto ricopriva la carica di
Responsabile della Sicurezza. Essi non avevano alcun diritto di usare né
la denominazione "Fondazione Sentinel" né il marchio con il monolito,
perché erano entrambi registrati in Svizzera. Ancora oggi, molti siti
internet lo definiscono "Presidente della Fondazione Sentinel", in
realtà il Presidente della autentica Fondazione Sentinel è il Dott.
Giuseppe A Marca, cittadino svizzero. Sabadin aveva dato vita ad una
Associazione Sentinel, appropriandosi di un marchio che appartiene ad
altre persone.
Non mi fa piacere affermare che Sabadin non è il
legittimo Presidente della Fondazione Sentinel, ma è necessario per
tutelare i legittimi interessi di un organismo e di persone
giuridicamente riconosciuti e scongiurare la possibilità, seppur remota,
di un incidente diplomatico internazionale
Fui rattristato quel giorno, perché non mi sarei
aspettato che avesse creato una tale situazione, considerato che De
Bortoli aveva sempre trattato Sabadin meglio di suo figlio Roberto ed
egli aveva tutto da guadagnare dall'appoggio dell’inventore triestino.
Mi rendo conto che Sabadin potesse essere ostile a me e a Dellerba e che
ci percepisse come due concorrenti, ma la presa di posizione contro
Vinicio De Bortoli fu indubbiamente autolesionista.
Inoltre Vincio De bortoli conosce dei medici di
indubbio valore, tra cui alcuni oncologi che guariscono veramente il
cancro. Nel 2005 Vainicio De Bortoli fu bersagliato da un attacco con
armi elettromagnetiche, che gli provocò un arresto cardiaco. Fu portato
immediatamente in un reparto particolare di un ospedale dove medici di
eccezionale valore, in pratica lo riportarono in vita, da una situazione
di confine.
Negli anni successivi, mi tenni al di fuori delle
polemiche, che divamparono su Internet non solo tra Sabadin e Dellerba,
ma anche con altre persone, a me sconosciute. Io concentravo le mie
energie, invece per indagare sulle vere intenzioni degli extraterrestri,
non degli ufologi, e trovare uno sbocco editoriale per i miei articoli e
per quelli di DI GENNARO censurati sia dal CUN che dal gruppo Hera di
Forgione..
Nel 2007, ci fu il trasferimento del gruppo Hera da
Roma a Binasco con il gruppo editoriale Acacia, le cui motivazioni sono
un mistero ateo.
Sempre nel 2007 un pezzo grosso dell'ufologia
italiana si è permesso in un video di dire che tipo di donne Carlo
Sabadin avrebbe dovuto frequentare, cosa che io non ha mai fatto e mai
mi permetterò di fare per gli altri . Io ho una copia di tale video.
Ovviamente Sabadin non ha mai ricevuto copia di quel video quindi non
avrebbe potuto, neanche volendo seguire tale consiglio.
Contemporaneamente il libro di PAOLO BOLOGNESI "UFO
LA SCOMODA VERITÀ", a cui Carlo Sabadin aveva contribuito scrivendo
molte pagine e mutando molte della sue convinzioni degli anni
precedenti, costituì un fiasco clamoroso.
Nel 2008 noi dell’U.S.A.C. approdammo ad Area di
confine, insieme al dott. Roberto Pinotti e all'Ing. Ennio Piccaluga e
da quel momento possiamo dire che non ha costituito un fastidio per noi.
Il rilancio di Roberto Pinotti, l'inserimento di
Daniele Dellerba dopo 12 anni di Bavaglio, cambiarono gli equilibri
dell'ufologia italiana. dal duopolio CUN-Stargate, si passò ad un
duopolio imperfetto CUN-Malanga, dove assistiamo ad un Malanga più
impegnato ad attaccare il vaticano che a risolvere definitivamente il
problema dei rapimenti alieni e che, incomprensibilmente, ha sconfessato
persino il gruppo Stargate da lui stesso fondato .
DANIELE DELLERBA ha affermato fin dal 2007 che ci
sarebbe stato un ritorno al CUN, a causa del comportamento dei Camelot.
Io non sono d'accordo, perché la riconquista da parte di Pinotti del
ruolo guida della comunità ufologica italiana è stata dovuta solo in
parte agli errori strategici di Baiata, Malanga e quindi Sabadin, ma in
gran parte alla vitalità della struttura del CUN ed alla scelta degli
ufologi che su Internet possono scegliere il CUN in mezzo a decine di
altre realtà associative attive, compresa l'A.N.S.U.
Le altre compagini che fanno capo al gruppo
X-Publishing sono fortemente ridimensionate e frazionate. L'esilio di
Maurizio Baiata e la perdita di ulteriori componenti ha relegato il
gruppo Camelot ad un ruolo comprimario.
Il 5 marzo 2010, a Bologna feci un intervento di 5
domande per spingerlo a riconsiderare le sue enunciazioni e fargli
notare le contraddizioni in termini, ma non rispose e girò intorno ai
problemi.
Il giorno 12/3/2010 io ho scritto un resoconto
critico sulla Conferenza di Sabadin "UFO IPOTESI FINALE", a Bologna, per
spronarlo a ragionare e a far emergere il Sabadin del 1998, del 2002 e
del 2003 e contemporaneamente per tutelare la serenità ed il coraggio
dei testimoni UFOs ed in particolare delle donne addotte, che potrebbero
essere particolarmente vulnerabili dalla ridicolizzazione. Non ho fatto
una ripresa video di quella conferenza, perché quello non era il vero
Sabadin, ma una controfigura di sé stesso, la ritirata dell'intelligenza
e dell'imprevedibilità di un amico di fronte al buio. Mi sarebbe
piaciuto confrontarmi di nuovo con lui, ma non mi chiamò. Il giorno 18
marzo telefonò invece al Prof. Sebastiano Di Gennaro, dall'ospedale dove
faceva la chemioterapia, minacciandoci di distruggerci, mentre l'amara
realtà era che il suo sistema immunitario stava andando in pezzi.
Gli altri ufologi italiani, che sono in contatto
con i servizi segreti, sapevano già da tempo che Carlo aveva problemi di
salute e quindi evitavano di rispondere in pubblico alle sue invettive
dirette, preparando invece la sua beatificazione, adesso che non può più
rompere i coglioni
Negli ultimi giorni della sua vita, scriveva su
facebook delle frasi in sanscrito, da cui deduco che si sia avvicinato
all'Induismo, disciplina che io conosco invece in modo più approfondito,
da molte incarnazioni passate, per cui gli auguro di superare il velo di
Maya ed approdare alla conoscenza non duale, procedendo nell'evoluzione
verso nuovi meravigliosi traguardi.
Shirley Mc Laine, citata da Carlo Sabadin a
Bologna, diceva che tutto sta nel recitare la vita, io invece come nella
tradizione dei rom, concepisco la vita come un lungo viaggio sulla ruota
del karma, un pellegrinaggio dell'anima, come i pellegrinaggi a
Gerusalemme degli uomini di fede Ad un certo punto la carovana viene
fermata, improvvisamente e Manuel Cobianchi deve scendere forzatamente.
In un'altra tappa Daniele Monti Nia viene portato via. poi è toccato a
mio padre, per un tumore al cervello, allo zio della mia fidanzata. Ma
in questo lungo viaggio metafora della vita, altre persone salgono su
questa carovana. Mi auguro nel futuro di ritrovarmi davanti Carlo in un
corpo più giovane, magari in una conferenza che farò io, con il suo
atteggiamento corrosivo, in modo Dio possa dargli la possibilità di
dirmi davanti quello che avrebbe voluto dirmi e a me la facoltà di
ascoltarlo, insieme agli altri, percorrendo un'altra tappa dell'immenso
viaggio della vita.
Non siamo qui per piangere, ma per onorare in modo
attivo e concreto la sua vita intensa.
Io propongo di istituire un convegno annuale
itinerante intitolato alla memoria di Carlo Sabadin, in cui oltre che di
Ufologia, fisica quantistica e discipline vediche, senza preclusione del
CICAP, si discuta anche di metodologie di prevenzione e cura dei tumori.
Il convegno potrebbe essere strutturato in questo
modo due giorni. Il primo comincia con la proiezione di un filmato di
una conferenza di Carlo e si inaugura una mostra/istallazione in cui ci
sono foto e cimeli di Sabadin.
I relatori si alternano affrontando temi di
ufologia attuale, fisica quantistica e discipline vediche, filmato
serale di un relatore che non è potuto venire e che ha conosciuto
Sabadin in vita .
Il secondo giorno si riaprirà con una tavola
rotonda in cui i relatori affrontando una retrospettiva di una argomento
del passato e di come sia evoluto nel corso del tempo. I lavori
proseguiranno su vita dopo la morte, NDE, comunicazioni con l'al di là,
metafonia e casi a sostegno della reincarnazione.
Contemporaneamente nello spazio mostra, la gente si
incontrerà e potrà discutere o verranno presentati dei libri o delle
opere d’arte.
Quindi nel pomeriggio interventi scettici, per
esempio di uno del CICAP che era amico di Sabadin come Adalberto
PIazzoli, o di esponenti del Cisu, che costituiranno una sessione di
risoterapia. Questo è opzionale per i primi anni, perché alcuni
scienziati come Pinotti e i naturalisti dle WWF, temono che tra il 2013
e il 2021 gli scettici saranno completamente estinti.
Il convegno proseguirà con un medico che spiegherà
un sistema di cura o di diagnosi per i tumori, alternativo alla
chemioterapia e si concluderà la sera con la testimonianza di una
persona non ufologica, né scienziato che ha conosciuto Sabadin
nell'ambito della vita ordinaria.
La manifestazione potrà avere come sponsor
Vodafone, FOCUS, Area di confine e se non avrà chiuso bottega
X-TIMES.
Il convegno dovrebbe avvenire a rotazione ogni anno
in una località diversa, dove Sabadin ha lavorato o ha fatto una
conferenza, si potrebbe tenere nell'anniversario della dipartita, in
quanto nell'anniversario della nascita, ci sarà molto caldo e la gente
andrebbe al mare.
Io sono disponibile a collaborare in prima persona
per l'allestimento e l’organizzazione di tale evento.
NAMASTE' amico Carlo.
MATTEO TENAN
e-mail: figlitesla@tiscali.it
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COMUNICATO U.S.A.C. su un messaggio e-mail che cita
nostre informazioni
Di MATTEO TENAN Segretario dell’U.S.A.C..
Abbiamo ricevuto per conoscenza un messaggio e-mail
in data 10/6/2010, scritto da un nostro amico e diretto a Giorgio
Pastore del C.R.O.P. in cui viene citata una telefonata intercorsa tra
il direttore Sebastiano Di Gennaro e il dottor Carlo Sabadin in data
giovedì 18/3/2010, il cui contenuto è stato da me medesimo comunicato
all'autore della medesima, all'epoca, quando Sabadin era ancora vivo.
Siccome questo messaggio non è stato
preventivamente concordato con noi e non è stato inviato solo al Sig.
Giorgio Pastore, ma ad un numero imprecisato di indirizzi e-mail di
tutta Italia, sento il dovere a nome di tutto l'U.S.A.C. a prendere le
distanze da questa disgustosa comunicazione. I processi post-mortem sono
una pratica contraria alla nostra etica, perché l'imputato non ha alcun
sistema per difendersi e anche se uno dei suoi amici o collaboratori
replicasse a tale messaggio, l'immagine ne viene indubbiamente lesa. Io
ho condiviso con l'autore dello scritto numerose battaglie polemiche,
spesso impopolari, ma basate sui principi e a questo punto sono
costretto ad esprimere la mia totale disapprovazione per il suo
contenuto, pur rivendicando la mia profonda amicizia e stima verso
l’estensore. Di conseguenza, l’autore si deve assumere piena
responsabilità per la missiva.
MATTEO TENAN
E-mail: figlitesla@tiscali.it
27/06/2010
Il fiume PO: da
Marco Todeschini all'Homo Saurus
Attualità su Marco Todeschini sul fiume Po,
pubblicata il 16 Febbraio 1950
sul settimanale "OGGI" .
Il fiume PO, oltre ad essere un luogo ricco di avvistamenti di UFOs e
di umanoidi misteriosi, tra cui l'Homo Saurus, descritto nell'omonimo
libro di Sebastiano Di Gennaro, è stato testimone di una pagina
importante della scienza mondiale. Attraverso l'osservazione del grande
fiume italiano, presso Casalmaggiore ad oltre un centinaio di kilometri
da dove ha sede l'U.S.A.C., (Centro Accademico di Studi Ufologici di S.
Maria Maddalena), il Marco Todeschini, ancora adolescente, concepì la
teoria delle Apparenze, una meravigliosa sintesi scientifica della
Leggi del Creato.
Mi preme sottolineare che nel 1914, il futuro scienziato, non poteva
disporre di computer, trasduttori ed altri apparati tecnologici,
inventati o reinventati nei decenni successivi, ma di una risorsa
inestimabile, che, nonostante sia gratuita, scarseggia nelle menti
degli scettici organizzati: la curiosità.
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CIAO
U.S.A.C.
MATTEO TENAN
2007-04-25
SCOPERTO PIANETA SIMILE ALLA TERRA
Fonte: Vari notiziari e telegiornali
Mercoledì 25 Aprile 2007
Inserito da Matteo Tenan
Gli astronomi europei dell'E.S.O. di stanza in Cile hanno scoperto un Pianeta extrasolare in orbita attorno alla stella nana rossa Gliese 581 distante 20 anni luce da noi.
Il Pianeta è stato definito "gemello" in quanto è il primo pianeta extrasolare avente caratteristiche tali da poter supportare forme di vita. Il Pianeta ha una massa pari a 5 volte il Pianeta Terra, un moto di rivoluzione di 13 giorni ed una distanza dalla sua stella 14 volte inferiore
alla distanza media Terra-Sole, ma queste caratteristiche ne determinano una temperatura tale da permettere la presenza di acqua liquida e la possibilità di sviluppo di forme di vita. In quel sistema stellare si trovano altri due Pianeti di tipo gigante.
2007-03-27
2100, modifiche irreversibili al clima anche se si tagliano i gas serra
Fonte:
LaRepubblica.it
Ricerca Usa: il processo è ormai avviato e potrà solo essere contenuto A rischio specie animali e vegetali, che si stanno spostando verso zone più fredde
I mutamenti più significativi nelle regioni tropicali e subtropicali, in Amazzonia e Indonesia Nelle Ande, in Siberia e Australia del sud molte combinazioni climatiche destinate a scomparire del tutto.
Climi destinati a scomparire dalla faccia della Terra, sostituiti da nuovi, mai osservati. Con loro potrebbero andarsene definitivamente anche diverse specie animali e vegetali. Nel 2100, secondo le previsioni degli scienziati, molte delle combinazioni climatiche cui siamo abituati rischiano di non esserci più. E succederà indipendentemente dalla riduzione delle emissioni di gas dannosi: l'estensione del fenomeno sarà più contenuta se i gas serra verranno tagliati drasticamente, ma il fenomeno è comunque innescato ed è ormai irreversibile. L'ultimo allarme sull'emergenza clima arriva da uno studio americano. Le previsioni della équipe coordinata dal professor John W. Williams del Dipartimento di geografia dell'Università del Wisconsin a Madison, negli Stati Uniti, e pubblicate su Proceedings of the National Academy of Sciences sono calcolate in base agli ultimi dati dell'agenzia Onu per i cambiamenti climatici, la Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change). Cifre che parlano chiaro: sia in uno scenario di emissioni elevate che ridotte, sono molte le regioni che nei prossimi decenni sperimenteranno grossi cambiamenti anche a livello di bioni, le grandi comunità ecologiche costituite da animali e vegetali che vivono in un determinato clima e vi si sono adattate. I mutamenti più significativi si avranno nelle foreste pluviali dell'Amazzonia e in quelle indonesiane e più in generale nelle regioni tropicali e subtropicali. Ma anche aree come gli Stati Uniti meridionali e la Penisola Arabica ne risentiranno in maniera significativa. E Ande, Siberia e Australia meridionale sono particolarmente a rischio per la scomparsa di climi in toto. In base alle proiezioni di Williams e colleghi le foreste pluviali in Brasile potranno subire un aumento della temperatura di 2-3 gradi centigradi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e di 4-5 gradi negli altri, mentre i climi destinati a sparire sono concentrati nelle regioni più fredde.
La Penisola Arabica avrà più piogge e diventerà più calda, con un aumento anche di 4-5 gradi centigradi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, mentre il Messico nei mesi invernali sarà molto più secco. "La nostra analisi è basata su simulazioni che partono da nove modelli climatici differenti, otto dei quali per uno scenario a basse emissioni di gas inquinanti - spiega a Repubblica.it il professor Williams - Ogni modello porta ad una risposta diversa all'aumento dei gas serra e permette di formulare previsioni per i climi che spariranno e quelli nuovi che si svilupperanno". Rispettivamente, in caso di emissioni di gas serra elevate, il 39 per cento della superficie terrestre potrebbe sperimentare climi nuovi mentre sul 48 per cento spariranno climi noti. In caso di emissioni ridotte, il 20 per cento della superficie andrà incontro a nuovi climi, percentuale che rimane invariata per quel che riguarda la scomparsa di climi noti. Dati preoccupanti, che hanno stupito anche gli autori della ricerca. "Le cifre sono maggiori rispetto a quello che mi aspettavo - ammette Williams - e certamente il fenomeno è allarmante". Quello che ha sorpreso in particolare gli scienziati è la concentrazione di climi nuovi e climi che invece moriranno nelle regioni tropicali. "Molta attenzione finora è stata data alle zone artiche e per buoni motivi - dice lo scienziato - perché è lì che i cambiamenti più imponenti avverranno. Ma ai tropici anche una variazione climatica più ridotta diventa più significativa: e il rischio è che le specie tropicali siano più sensibili ai mutamenti climatici perché si sono evolute per affrontare livelli di mutamenti più contenuti". "Molti di questi mutamenti sono già in atto - commenta Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze - Basta pensare che già l'85 per cento delle specie - animali, vegetali, insetti - si sono già spostate verso nord o verso l'alto, in zone di montagna. O a una pianta come l'ulivo, che oggi si coltiva già con successo in Gran Bretagna". Sulle proiezioni però, per il professore, occorre una certa cautela perché su tempi lunghi si rischia di commettere errori. "Quello che è certo è che il cambiamento è ormai avviato e aumenteranno soprattutto le manifestazioni estreme del clima. Cioè, farà più caldo d'estate, ci saranno più precipitazioni, ma farà anche più freddo". Se ci si metterà effettivamente in moto per ridurre le emissioni nocive, qualcosa si può ancora fare. "Anche con emissioni di gas serra ridotte alcuni climi scompariranno, ma l'estensione del fenomeno sarà minore rispetto al caso in cui le emissioni non vengano tagliate", conclude Williams. E Maracchi aggiunge: "Sono ottimista sulla capacità umana di intervenire perché la situazione, sempre nei limiti del non ritorno, si può ancora fronteggiare. Sono meno ottimista invece sui tempi: occorre muoversi in fretta, nei prossimi venti anni. Ma si deve intervenire prima di tutto sui meccanismi economici. Vanno cercati modelli di produzione diversi, meno invasivi e meno inquinanti".
La REPUBBLICA.it .AMBIENTE di ALESSIA MANFREDI - ROMA
Commento di Pier Paolo Saba
Lunedì 2 Aprile 2007 ore 17:42:25 Riflessioni all'articolo che segue in calce alla presente. In diverse occasioni e circostanze, riaffiorano alla memoria, ricordi delle bellissime stagioni che hanno attraversato la mia esistenza. Quanto era bello e diverso allora, quando bambino potevo correre sui verdi prati fioriti sotto il tepore del sole primaverile, l'inverno era oramai alle spalle, solo un ricordo, ormai era passato e potevo correre felice. Sebbene la guerra fosse finita da poco, appena tre anni dalla mia nascita, nell'incoscienza ed innocenza dell'età, quello che contava allora era poter vivere questa stagione primaverile sotto il tepore del sole che faceva risplendere i campi con i colori meravigliosi dei fiori che, a chiazze più o meno estese si stagliavano in mezzo al verde dell'erba rendendo una visione paradisiaca nei cromatismi intensi e rutilanti che incantavano e stimolavano la fantasia. Sono passati tanti anni da allora e le cose sono cambiate; i bei ricordi sono oramai sbiaditi; consunti dal tempo inesorabile, irreversibile. Durante tutti questi anni e sopratutto nell'ultimo periodo si sta osservando il lento declino del nostro sistema ecologico e climatico conseguente ai gas serra, emanati senza criterio e controllo dalle fabbriche gestite dalle multinazionali votate al DIO DENARO, incuranti dei danni provocati e che continuano a procurare alla salute pubblica mondiale ed all'ecosistema, il quale in questa "morsa velenifera" sta oramai agonizzando. A dimostrazione della lenta agonia della nostra bellissima terra, unica nel nostro sistema planetario, giunge oggi la drammatica conferma degli ultimi studi che evidenziano la tragica fine che farà il nostro pianeta, nonostante gli sforzi del momento; tutte le terapie possibili ed immaginabili paiono inutili, pertanto pare che, impossibilitati oltre, ci si debba rassegnare. Nel 2100, la terra, esalerà l'ultimo respiro. A pensarci bene, mentre scrivo, mi ritornano in mente le profezie del RAGNO NERO (personaggio del medioevo), un frate, costui, che aveva annunciato la distruzione dell'uomo empio e malvagio, un evento che avrebbe portato le condizioni che stiamo vivendo... e se avesse ragione lui? Tutto succederà nel 2089. La fine totale dell'empietà umana.
Commento di Matteo Tenan Quali strade intraprendere
Mercoledì 25 Aprile 2007 Le tecnologie e la volontà per il cambiamento. Secondo
me i danni non sono irreparabili. Ci sono già le tecnologie per migliorare radicalmente la situazione ed annullare gli effetti catastrofici a cui stiamo assistendo.
Non ci sono solo NIKOLA TESLA e PIER LUIGI IGHINA con le loro invenzioni, di cui sto scrivendo articoli. Voglio ricordare il MAGNOKRAFT o camera di oscillazione, le celle di Peltier e il gas di YULL BROWN.
La camera di oscillazione assorbe il calore ambientale e produce energia elettrica, quindi ha un effetto di raffreddamento. Il gas di Brown, d'altro canto, oltre a varie caratteristiche peculiari, è in grado di scindere la molecola di anidride carbonica in ossigeno e carbonio fullerene.
Un procedimento analogo si può applicare per gli ossidi di azoto e per l'anidride solforosa che causa le piogge acide. Quindi la tecnologia è già disponibile, ma purtroppo viene a scontrarsi con il vero problema che è quello che io chiamo l'egoismo suicida.
Una persona veramente egoista non distrugge la terra e l'ecosistema che gli dà da vivere. Eppure, invece, il sistema economico in corto circuito, che crea disoccupazione e povertà, distrugge l'ambiente. Purtroppo non si tratta solo delle multinazionali,
ma, bisogna dirlo, anche dei singoli individui, delle piccole imprese, dei piccoli artigiani, degli agricoltori, con comportamenti scellerati, così come i grandi industriali organizzati.
Vorrei anche ricordare l'inquinamento luminoso che è anch'esso una fonte di consumo inutile di energia, una gara di megalomania che va oltre la necessità giusta di illuminare strade e piccoli sentieri di notte. Per esempio, ci sono zone anche nei piccoli centri abitati fortemente illuminate con apparati che fanno male agli occhi. Non so se avete notato, anche a Ferrara, si trovano lampade gialle che hanno un effetto strano: si vedono gli oggetti in bianco e nero.
Poi non bisogna neppure dimenticare che anche nelle organizzazioni ecologiste e nei movimenti apparentemente ambientalisti ci sono gli infiltrati e i traditori, così come nei centri ufologici, che invece di indirizzare le forze sociali per l'innovazione verde, si sono venduti per una poltrona.
Non è una storia solo moderna: ricordiamo i Templari: essi erano più avanti dei loro contemporanei per saggezza e per coscienza: costruirono cattedrali, usando correttamente il feng-shui e le correnti telluriche, come Nikola Tesla conoscevano la griglia energetica del Pianeta Terra e le frequenze di risonanza. Questi cavalieri sono finiti sul rogo a causa di personaggi ignobili, ignoranti e senza etica.
La salvezza verrà da come le nuove tecnologie si diffonderanno con il passaparola, by-passando il lucro a tutti i costi e come, contemporaneamente a questi dispositivi esterni, cambierà l'interiorità e la psiche degli esseri umani.
Rimane poi comunque il problema delle specie che si sono già estinte nel passato, che sono troppe (anche una sola è una catastrofe) e che qualcuno vorrebbe forse riportare in vita con strane metodologie azzardate di manipolazione genetica su cui occorre usare estrema cautela.
2006-05-25
LA CROAZIA CHIEDE SCUSA A NIKOLA TESLA PER NON AVER RICONOSCIUTO IL SUO GENIO
Fonte: Physorg.org
Giovedì 25 Maggio 2006
Il consiglio della città di Zagabria si è riunito ufficialmente mercoledì 24 maggio, esattamente 114 anni dopo che Tesla si era presentato al sindaco di allora, con l'idea di introdurre l'illuminazione elettrica delle strade della città.
Le autorità avevano risposto al giovane inventore che non capivano la sua visione e avevano bocciato il progetto, adottando l'illuminazione elettrica 15 anni dopo.
"Si trovò obbligato ad andare all'estero, ma non dimenticò mai il suo paese" da dichiarato Tajana Holjevac, capo del consiglio municipale.
Il sindaco di Zagabria Milan Bandic ha dichiarato che la capitale ricorda Tesla con orgoglio, in quanto ha commemorato il 150° anniversario della sua nascita con una statua dello scienziato.
All'età di 28 anni, lo scienziato emigrò negli Stati Uniti dove poté esprimere il proprio genio, realizzando una grande quantità di invenzioni, la più famosa fu il motore a corrente alternata (AC). Serbia e Croazia stanno commemorando l'anniversario di Tesla, un serbo nato in una provincia croata dell'Impero Austro-Ungarico, con una serie di iniziative.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Gorge W Bush ha risposto alla sua controparte croata, il messaggio di Stipe Mesic, in cui quest'ultimo lo informava dell'evento riguardante Tesla.
Secondo le parole di Bush: "gli USA sono orgogliosi del grande inventore, la cui opera dovrebbe essere fonte d'ispirazione alla generazione presente di scienziati e ricercatori in tutto il mondo".
"Nikola è la prova che la vera grandezza supera i confini e le differenze nazionali", ha affermato Bush.
Commento di Matteo Tenan
Ci sono alcune imprecisioni. Intanto la Croazia non deve chiedere scusa in quanto dal 1936 al 1943 il governo jugoslavo ha pagato una pensione di 3.600 dollari annui a NIKOLA TESLA. In secondo luogo
c'è della confusione in quanto egli era emigrato nel 1884, ma non da Zagreb, bensì da Parigi invogliato a lavorare per Edison negli Stati Uniti d'America. Nel 1892, lo scienziato, che lavorava già per Westinghouse,
ottenne di poter viaggiare in Europa per visitare la madre malata e in quell'occasione passò per Zagreb, ma non fu costretto ad emigrare dai croati, né tanto meno dagli austriaci.
Ci sono 2 musei: uno a Smilijan, la città natale e uno a Beograd (Belgrado) dedicati al Dott. NIKOLA TESLA.
Una riflessione in proposito dovrebbe essere intrapresa in Italia dove ci sono numerose fonti autorevoli che insistono nelll'attribuire il motore ad induzione a corrente alternata a Galileo Ferraris e la Radio a Guglielmo Marconi.
Anche negli Stati Uniti sono numerosi i fans di Guglielmo Marconi. Nel prossimo futuro, come già promesso agli amici croati che vivono in Italia, il Segretario dell'U.S.A.C. Matteo Tenan pubblicherà nel presente sito le prove che attribuiscono a TESLA la paternità di queste invenzioni.
Il Presidente Bush che chiama lo scienziato Nikola come se fosse una barista che lui conosce, non si è reso conto dell'impatto tecnologico ed economico che potranno avere in futuro le invenzioni di Tesla sull'industria petrolifera.
2007-03-30
Corrado Malanga rilancia l'ufologia indipendente
Fonte: U.S.A.C.
Sabato 30 Marzo 2007
Il Prof. Corrado Malanga ha inviato un DVD video al Professor Sebastiano di Gennaro, in relazione al futuro incontro tra i Centri ufologici aderenti all'iniziativa UFOGATE fondata dall'amico Daniele Dellerba dell'A.N.S.U..
Il chimico toscano consulente del gruppo StarGate Toscana ha fatto un bilancio della sua esperienza nell'ufologia associativa, in altre realtà non libere, in cui l'ufoloogia è asservita al potere. Ha inoltre constatato come l'ufologia abbia ancora una scarsa presa sulla cosidetta Società e men che meno sulla classe politica. Purtroppo constata che salvo alcuni casi lodevoli, l'ufologo italiano medio non parla di UFO al di fuori della sua cerchia di colleghi anche essi ufologi
Tuttavia Malanga testiomonia di essere stato contattato da un esponente del Vaticano, che gli ha rivolto numerose domande sul comportamento degli alieni malvagi, timoroso che gli potessero portare via l'anima. Dunque le autorità sono vivamente interessate al fenomeno, ma non lo ammettono pubblicamente. Quindi Malanga esorta i componenti di UFOGATE ad agire effettivamente sul puibblico con nuove iniziative e nuove strutture per incidere effettivamente sull'opinione pubblica.
Matteo Tenan si è immediatamente attivato contattando Nicola Tosi Vice Presidente dell'A.N.S.U., LORENZO ZANELLA e l'Ing. Vinicio De Bortoli della Fondazione Sentinel, per sondare le disponibilità nel creare un corrdinamento nazionale fra gli ufologi indipendenti finalizzato al monitoraggio del territorio, all'intervento mirato sui mass-media, alla gestione integrata delle risorse su internet, all'effettuazione di conferenze in comune ed in località dove in precedenza non si facevano, alla creazione di gruppi di lavoro locali interdisciplinari.
Il nostro intento è quindi di creare una nuova forza in gradio di dialogare da pari a pari con le Università, le autorità politiche locali e nazionali i mass-media, le altre associazioni e la Società civile per dare all'ufologia italiana quella visibilità ed autorevolezza che la litigiosità e gli interessi egoistici di alcuni individui le hanno negato da troppi anni.
2006-06-10
Della pioggia rossa proverebbe che gli alieni sono sbarcati
Fonte: www.disinformazione.it
Fonte Originale:
Amelia Gentleman and Robin McKie
Domenica 5 Marzo 2006 - The Observer
C’è una piccolo bottiglia contenente un fluido rosso su uno scaffale del laboratorio di microbiologia della università di Sheffield. Il liquido ha l’aspetto torbido e poco interessante. Eppure, se un gruppo di scienziati non sbaglia, l’ampolla conterrebbe la prima testimonianza di vita extraterrestre isolata dai ricercatori.
All’interno della boccetta vi sono alcuni residui di uno dei più strani incidenti della recente storia meteorologica. Nel 25 luglio del 2001, una pioggia rosso-sangue cadde in un distretto dell’India occidentale, Kerala. Queste piogge continuarono per i 2 mesi successivi.
Lungo tutta la costa piovve rosso, colorando di rosa i vestiti delle persone del luogo, bruciando le foglie sugli alberi e facendole cadere di colore scarlatto.
Indagini suggerirono che le piogge erano rosse perché i venti avevano spazzato polvere dall’Arabia e gettatala su Kerala. Ma Godfrey Louis, un fisico della Mahatma Gandhi University di Kottayam, dopo aver raccolto campioni lasciati dalle piogge concluse che quella supposizione non aveva senso. “ Se si guardano queste particelle al microscopio, si nota che non sono polvere ma hanno un aspetto chiaramente biologico.” Louis, dichiarò invece che la pioggia fosse composta di materiale simil-batterico che era stato trasportato sulla terra da una cometa di passaggio. Detto in breve, “piovve alieni” sull’india nell’estate 2001.
Non tutti sono convinti dell’idea naturalmente. Molti scienziati infatti sostengono che questa ipotesi è molto improbabile. Uno scienziato che mandò un messaggio sul sito di Godfrey Louis descrisse l’ipotesi come una “stronzata”.
Ma alcuni ricercatori credono che Louis sia su qualcosa di grosso e stanno seguendo il suo lavoro.
Milton Wainwright un microbiologo di Sheffield sta testando attualmente dei campioni della pioggia rossa di Kerala. “ E’ troppo presto per decidere cosa vi sia nella fiala,” dice. “Ma certamente non si tratta di polvere e nemmeno vi sia alcun DNA li, ma comunque non è detto che batteri extra-terrestri debbano contenere per forza DNA.”
Critiche alla teoria di Luois riguardano la lunghezza del periodo di tempo nel quale è avvenuto il fenomeno della pioggia di Kerala.
Egli sostiene che due mesi di piogge di polveri trasportate dal vento sono un periodo troppo lungo.
Inoltre, l’analisi mostrò che le particelle erano per il 50 % di carbonio, il 45% di ossigeno con tracce di sodio e ferro: compatibile con la materia biologica.
Louis ha anche scoperto che, ore prima che la prima pioggia cadesse vi fu un sonoro tuono che scosse le abitazioni di Kerala. Solo una meteorite può aver innescato tale esplosione, sostiene lui. Questa si è distaccata da una cometa di passaggio e dispersa per la costa, spargendo microbi durante il suo tragitto. Questi poi si sono mischiati alle nuvole e sono caduti come pioggia. Molti scienziati accettano l’ipotesi che le comete possano essere ricche di sostanze chimiche organiche e alcuni, come il defunto Fred Hoyle, il teorico britannico, sosteneva che che la vita sulla terra si è evoluta da microbi che arrivarono dallo spazio tramite comete. Ma molti ricercatori sostengono che Louis sta osando troppo nel correlare la sua pioggia con microbi provenienti da una cometa.
Da parte sua Louis non si arrende. “se qualcuno sentisse una teoria del genere, che la provenienza è una cometa, la congederebbe come una conclusione impossibile. A meno che le nostre tesi non vengano comprese dalle persone, esse le congederanno quali cose impossibili, quali ad esempio che questa pioggia è causata da biologie extraterrestri
2006-06-10
Cercava gli UFO, rischia Guantanamo
Concessa estradizione hacker inglese
Fonte:TGCom
27/5/06 Internet: Guai in vista per l'hacker inglese che ha violato i computer di svariati dipartimenti militari americani a caccia di prove sull'esistenza degli UFO.
Dopo aver messo a segno il più grande colpo di pirateria informatica di tutti i tempi ai danni di server protetti, Gary McKinnon rischia infatti di essere estradato negli USA e di essere condannato a 70 anni di carcere.
Il tribunale di Bow Street, a Londra, ha accolto la richiesta inoltrata dalle autorità statunitensi e l'ultima parola ora spetta al ministro degli Interni John Reid.
I legali di McKinnon hanno già pronta una richiesta di appello, ma la decisione potrebbe essere comunque cruciale per il futuro dell'hacker britannico. "Faremo appello al segretario di stato americano e se questo ci sarà negato, faremo appello all'Alta Corte di Londra affinché Gary venga processato qui anziché negli USA", ha spiegato Karen Todner, l'avvocato difensore.
McKinnon, 40 anni, era stato arrestato nel novembre del 2002 nell'appartamento che condivideva con la sua ex ragazza nel nord di Londra. Fermato dall'unità contro il crimine hi-tech della polizia britannica per essersi introdotto nel sistema informatico della NASA e del Pentagono, oltre che dell'esercito, della marina e delle forze aeree statunitensi, alla ricerca di documenti riservati, il pirata inglese potrebbe essere processato da un tribunale militare e, se condannato, spedito a Guantanamo.
Dal suo canto, l'hacker sostiene che la motivazione delle sue azioni non era di natura politica, bensì nasceva dal desiderio di scoprire le prove dell'esistenza di forme di vita extraterrestri oltre che di cosiddette "tecnologie soppresse", ovvero tecnologie sviluppate dagli scienziati USA senza che il resto del mondo ne fosse al corrente. Diversa invece la versione americana secondo cui invece McKinnon avrebbe bloccato importanti sistemi informatici della Difesa proprio dopo l'11 settembre causando danni per oltre 700mila dollari.
Durante un'udienza ad aprile, l'accusa presentato una nota non firmata dell'ambasciata statunitense che prometteva che McKinnon non sarebbe stato trattato come un terrorista straniero una volta estradato negli USA, ma la difesa ha messo in dubbio la validità del documento. McKinnon ha raccontato di aver iniziato ad introdursi abusivamente nei sistemi informatici nel 1985 e di essere diventato via via più bravo. "Non volevo arrivare a questo. Ma si finisce con il desiderare di violare sistemi di sicurezza sempre piu' complessi. E' come un gioco. Crea dipendenza", ha dichiarato l'hacker, che fin da ragazzino era un appassionato di fantascienza e di UFO.
"Speravo nell'esistenza di esseri piu' avanzati di noi, che ci tengono d'occhio in maniera, speriamo, benevola. Ma tutti sembravanno piu' interessati a credere negli UFO, anziche' provarne l'esistenza", ha affermato McKinnon, spiegando cosa l'ha spinto inizialmente a introdursi nel sistema informatico della Nasa.
Ma quali sono i file più interessanti che ha scovato negli archivi americani? "Una lista di nomi di agenti, sotto il titolo: 'Agenti non-terrestri'. Non si tratta di piccoli omini verdi, credo si tratti di operazioni non basate sulla Terra. Ho trovato una lista di 'trasferimenti flotta-flotta' ed una lista di nomi di navi. Ho cercato di scoprire di che navi si trattasse e non sono della marina. Ho iniziato a credere che gli americani avessero navi spaziali segrete", ha dichiarato l'hacker. Forse McKinnon sa troppo.
BASI SEGRETE SULLA LUNA E MARTE
Questo articolo non e' basato su prove dirette o nuove scoperte nello spazio, ma fortunatamente e' basato sul comune buon senso. Le argomentazioni che porta a conoscenza sono basate sulle menzogne dei nostri leaders.
Il concetto non e' una cosa nuova per molti di voi che conoscono il governo e le sue agenzie, che hanno nascosto la verita sugli UFO. Ma non solo sugli UFO bensì su tutto quello che arriva di natura controversa....i leaders del nostro mondo nascondono la verita!!!
Le persone, nell'era della tecnologia, del computer e dei mass media, vivono nell'oscurita. Noi non conosciamo il significato delle cose dietro una porta chiusa, le autorita' e le societa' segrete come la Massoneria, Illuminati ect. Sono dei cosi detti “maestri di marionette”.
Usano la loro influenza sui leaders del mondo conosciuti, celebrita', l'industria cinematografica, agenzie di stampa e molto altro per un preciso e primario scopo: fare il lavaggio del cervello (BRAINWASHING ).
Siamo controllati, manipolati. Essi non vengono a dirti che sei controllato. Ma, onestamente, lo siamo. Dove le persone prendono le loro informazioni? Attualmente ci pervengono. Infatti, siamo bombardati, come in una guerra santa, dai SANTI mass media. TV, film, riviste, internet e quotidiani ci bombardano di informazioni. Essi controllano i media e la triste realta' è che li POSSEGONO. Questa non è informazione, è MIND-CONTROL.
Questo articolo è iniziato come un'articolo sulle “BASI SEGRETE SULLA LUNA E SU MARTE”. La ragione e': LORO ci hanno mentito su come sono andati nello spazio, sulla Luna e su Marte. E' evidente, che gli astronauti, hanno osservato curiose ed inaspettate anomalie sulla Luna. Il libro di Don Wilson “ MISTERIOSE NAVI SPAZIALI SULLA LUNA “ e l'altro libro quello di George Leonard “ QUALCUN ALTRO E' SULLA LUNA “, sono dei riferimenti eccellenti. Questo articolo, e' uno spezzato sul brainwashing. Provate ad aprire la mente a nuove possibilita'; alla possibilita' che non stai ricevendo la verita' sulla cooperazione tra governo e mass-media.
Questa e' la domanda: “PERCHE' PUBBLICAMENTE NON SIAMO TORNATI SULLA LUNA? “. La risposta e':” NO “. Non c'e' una corsa verso lo spazio. Inoltre la risposta non e' cosi difficile. Il computer che ha mandato il satellite Apollo nello spazio, era così “infantile”, semplice, in confronto con i nosti brillanti PC presenti a milioni nelle nostre case al giorno d'oggi. Certamente LORO, grazie a questo, hanno preso un sacco di soldi per poter fare una missione di successo verso il suolo lunare.
Ma i nostri leaders hanno molte piu' risorse e spendono una incredibile somma di denaro su vari progetti....come la guerra in medio-oriente, 87 bilioni di dollari per la ricostruzione di quello che hanno distrutto in Iraq.
Certo, non sono soldi che vengono dai ricchi quelli che vengono spesi per le guerre e le ricostruzioni. Quei soldi vengono da noi; dalla classe media e povera. Noi non abbiamo la possibilita' di scegliere, dobbiamo pagare il prezzo per ogni cosa pazza dei nostri insani, pazzi leaders.
Hanno preso la nostra tecnologia con l'idea che la massa non puo' capire il potere della fisica quantistica dell'innovazione e della conoscenza, hanno nascosto cose, che potevano dare un grande vantaggio al genere umano; potevano aiutare le masse, ma non lo hanno fatto. Non era nella loro agenda, questo non e' il loro lavoro. La regalita', le corporazioni, i governi sostengono sia per il bene della popolazione.....
La verita e': LORO lo fanno solo per se' stessi. Le loro vere azioni sono quelle di rendere piu' ricco il gia' ricco e piu' povero il gia' povero. Sono in un business di bugie ed inganni.
Nel film “ 2001: Odissea nello Spazio “ vi è una vacanza lunare anzi sono dei viaggi segreti sulla Luna. Quelli erano TWA, British Spaceline....erano trasporti pubblici, verso la Luna. Erano fantascienza, sono diventati realta'. La verita e' che noi non siamo cosi lontani dal realizzare le nostre idee. Come puo' la gente normale andare a colonizzare la luna, quando scopre che i propri leaders hanno mentito per decenni? Si, 2001 era un film, ma non pura fantasia. Forse nel 1968 questo film era pura fantascienza, ma come sappiamo i film sono spesso proiezioni degli eventi futuri. Abbiamo sempre sentito: “ Presto ci saranno esplorazioni umane della Luna e di Marte”. Per molti anni la NASA ci ha detto che questo grande avvenimento e' dietro l'angolo. Dimenticatevelo, non e' mai successo.
La Luna e Marte sono gia' stati colonizzati. Ma non da noi!! Non dalle persone ricche. La Luna e Marte sono stati colonizzati dai SUPER-RICCHI e dai SUPER-POTENTI. Sono state lanciate segretamente nello spazio navi allo scopo di colonizzare e, credeteci o no, cari lettori: “ La gente ora sta' gia' camminando sul suolo lunare. Piu' incredibile, e' che su Marte ci sono basi segrete!! I super ricchi, possono lasciare la terra, ogni volta che lo desiderano. La Terra, la Luna e Marte, e' per loro non per noi!!
Certo gli scettici richiedono delle prove. Lo scetticismo e' vergognoso come requisito, spesso funziona come modo per nascondersi, una scusa per non pensare o sognare o scoprire. No, questo articolo, non da prove. Scusate sono solo delle ipotesi. Per esempio: “Perche' le ultime 3 missioni su Marte sono fallite o non hanno funzionato? “ Se l'idea è vera, e' logico che queste missioni siano fallite o siano andate volontariamente distrutte o sabotate!! Le esplorazioni marziane avrebbero dovuto fotografare dettagliatamente la superficie del pianeta, portando a conoscenza dettagli che i potenti non conoscevano o non volevano far conoscere. Se oggetti come strade, costruzioni, oleodotti e altre costruzioni artificiali, siano state fotografate allora la grande menzogna verrebbe conosciuta da tutti. Un'altra buona domanda è:
“Quando la grande menzogna sulla Luna e su Marte verra' resa pubblica?”
Molte persone credono che il governo segreto della Terra ha lavorato mano nella mano con gli alieni di Roswell [ crash 1947 ] provenienti dal sistema stellare di Zeta Reticuli. Bob Lazar, e' venuto a conoscenza di tutto questo, quando ha lavorato all'interno dell'Area51. Nel libro di William Cooper “BEHION A PALE HORSE “ ha scritto che “parti del corpo umano” sono state trovate nella nave caduta a Roswell nel NEW MEXICO. Da allora una trattato segreto e' stato stipulato tra uomini e alieni. Il maggiore Courson, consigliere di molti presidenti americani, ha scritto un libro, nel suo letto di morte, che essenzialmente rivela: “ tecnologia della quale siamo grati oggi, ( transistor, computer.... ) e' stata originata da questi alieni”. Il mio punto di vista, è: i nostri leaders, hanno imposto il silenzio per la loro tecnologia. Hanno coperto le abduction, le evidenze aliene in cambio della loro tecnologia, percio' ora i nostri leaders, ci portano a conoscenza di queste verita' a piccole dosi. Con l'assistenza degli alieni di Zeta-Reticuli, andare sulla Luna e su Marte e' stato un gioco da ragazzi.
L'attuale origine della parola “TRILATERALE” e': la commissione trilaterale e' l'unione tra 2 super-potenze e gli alieni; fatta 50 anni fa'.
E' semplicemente un canale Luna sulla nostra televisione. Non vi sembra? Un robot vaga con una video camera sulle dune lunari una dopo l'altra. Potrebbe essere una specie di arte, scienza, qualcosa di fascinoso da vedere. Noi abbiamo creduto a tutto questo, quello che ci hanno propinato i potenti per 20 lunghi anni senza porci mai domande. La ragione e' che non abbiamo avuto la possibilita' di porre domande, perchè non abbiamo visto qualcosa che ci impressionasse veramente.
Questo articolo non vuole far credere qualcosa. Il mio solo obiettivo e' di porsi la domanda: “ Perchè non siamo tornati sulla Luna? ( crediamo veramente che non ci sia stata piu' nessuna missione sulla Luna negli ultimi 30 anni? ) E: “ Perche' le sonde su Marte si sono danneggiate? “ “ C'è qualcosa di grande, la' fuori nello spazio che non vogliono farci vedere non vogliono farci conoscere? “ Comunque sia, loro usano i nostri soldi per i loro scopi. Questa e' la vera ragione perche' il deficit e' cosi profondo. Abbiamo il diritto di sapere e di conoscere la verita'. Abbiamo pagato per questo diritto. Quante persone sono morte per scoprire il grande segreto?
Non e' giusto che noi non conosceremo mai la verita'. Puoi cancellare tutte le tracce non ufficiali sulla polvere lunare o annullare cosa e' stato costruito su Marte. Un giorno, la verita' verra' alla luce anche per la gente che paga. E' come con i soldi, e' come il fascismo, tutti si piegano alle regole; è come quando nessuno ha il coraggio di prendere in considerazione le potenze corrotte .....noi rimaniamo ignoranti in questi tempi di ignoranza.
Traduzione dell'articolo:
“Secret Bases on the Moon and Mars”
di Doug Yurchey
Traduzione a cura di Crestanello Tommy.
SCOPERTO ALL'INTERNO DI UN METEORITE UN MINERALE SCONOSCIUTO
Si chiama melliniite ed è un minerale di cui si
ignorava l'esistenza.
E' un composto di fosforo, nickel e ferro ed è
stato trovato all'interno di un campione di NWA 1054, un meteorite
appartenente alla famiglia delle acapulcoiti rinvenuto a Erfoud in Marocco nel
2001.
Artefice della scoperta è stato un gruppo di ricerca del Museo
delle Scienze Planetarie di Prato di cui fanno parte Giovanni Pratesi e Vanni
Moggi Cecchi, rispettivamente direttore e ricercatore del Museo e Luca Bindi del
Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze. Il minerale,
rinvenuto nel corso di un lavoro di classificazione delle meteoriti del Museo
stesso, è stato dapprima analizzato presso la sede della Fondazione Prato
Ricerche con il microscopio ottico Zeiss di proprietà della Provincia, dopodiché
analisi più approfondite sono state condotte presso il Dipartimento di Scienze
della Terra dell'Università di Firenze.
I risultati di questi studi hanno
consentito di stabilire che il minerale ha una composizione chimica non
corrispondente a quella di alcun minerale conosciuto.Attraverso l'analisi di un frammento di circa 100 micrometri (milionesimi di
metro), Luca Bindi ha inoltre analizzato la struttura cristallina, risultata
unica nel suo genere. In essa infatti l'atomo di fosforo ha attorno a sé 12
atomi di metallo, come non accade in nessun composto conosciuto in
natura.
La Commissione Mineralogica Internazionale ha già ratificato
la scoperta. Il nome del minerale deriva da quello di Marcello Mellini,
ordinario di mineralogia presso il Dipartimento di Scienze della Terra
dell’Università di Siena e direttore della sezione di Siena del Museo Nazionale
dell'Antartide, uno dei maggiori esperti di meteoriti antartiche presenti in
Italia.
La scoperta del minerale apre prospettive interessanti sia
riguardo la composizione del nucleo del nostro pianeta sia in merito alla
formazione della vita.
Fonte:Le Stelle On Line, Provincia di Prato On-Line,
www.fantascienza.com
Gb, governo pubblica file su
Ufo
Sulla rete le storie degli avvistamenti
Il governo britannico pubblicherà su Internet file contenenti
testimonianze su avvistamenti di Ufo. L'ha annunciato il Ministro
dell'Informazione Cooper, precisando che tale decisione fa parte di
un'intenzione più generale di apertura al pubblico di alcuni documenti
finora considerati segreti di Stato. Il progetto verrà formalizzato con
la messa in atto delle disposizioni previste dal nuovo Atto sulla
libertà di informazione approvato nel 2000.
Sarà tutto pubblico e documentato niente di meno che dal Ministero della
Difesa britannico. Il primo passo da compiere in tale direzione sarà
proprio quello di rendere disponibile su Internet il "Rendlesham File",
documento che racconta uno degli avvistamenti di Ufo più noti in
Inghilterra.
Il Kgb ammette l'esistenza
degli extraterrestri
Il cosmonauta Pavel Popovic li ha diffusi alla stampa
Documenti dei servizi segreti sovietici (Kgb),
pubblicati dalla stampa, attestano ufficialmente avvistamenti di
astronavi aliene in Russia per la prima volta dopo la caduta dell'Urss.
Il quotidiano 'Komsomolskaya Pravda'' ha iniziato la
pubblicazione dei relativi archivi del Kgb, consegnati nel 1991 al
cosmonauta Pavel Popovic presidente della Associazione Ufologica
Panrussa che da tempo li aveva richiesti, e da questi confidati al
giornale.
Il Kgb spiega che hanno continuato per anni a
raccogliere materiale e testimonianze in merito. Secondo il primo
rapporto pubblicato dalla 'Komsomolskaya Pravda', nel giugno del 1989
tre astronavi aliene sorvolarono il poligono atomico di Kapustin Jar
nella regione di Astrakhan, nella Russia meridionale.
Le astronavi, a forma di disco del diametro di 4-5
metri con una cupola luminosa - avvistate dai militari, tra cui
ufficiali e sottufficiali che riferirono ad un agente del Kgb sul posto
- si avvicinavano e allontanavano e nel momento in cui erano piu' vicine
si trovarono ad un'altezza da terra tra 20 e 60 metri.
A un certo punto, secondo le testimonianze dei
militari che erano ad una distanza di circa 300 metri dagli UFO, questi
scattarono apparentemente delle 'foto' del poligono emettendo un forte
raggio di luce. Il comando del poligono fece decollare un caccia per
intercettare gli UFO, ma senza però riuscirci in quanto le astronavi si
allontanavano rapidamente ad ogni tentativo di contatto.
UFO: GLI ALIENI ESISTONO, PUBBLICATI DOCUMENTI
SEGRETI KGB
MOSCA - Documenti dei servizi segreti sovietici (Kgb) attestano
ufficialmente avvistamenti di astronavi aliene in Russia per la prima
volta dopo la caduta dell'Urss. Il quotidiano 'Komsomolskaya Pravda'' ha
iniziato la pubblicazione dei relativi archivi del Kgb, consegnati nel
1991 al cosmonauta Pavel Popovic presidente della Associazione Ufologica
Panrussa che da tempo li aveva richiesti, e da questi confidati al
giornale. In una lettera al cosmonauta, un generale pluridecorato, il
Kgb spiega che ben che i servizi segreti non fossero preposti
direttamente
Santiago del Cile, 7
feb. (Adnkronos) - Immagini di presunti ufo captate dai militari cileni.
E' il contenuto di una serie di interventi che stanno attirando migliaia
di persone a Vina del Mar, per partecipare alla Giornata internazionale
di ufologia. La particolarita' di questo evento e' che gli organizzatori
mostrano immagini di misteriosi oggetti volanti intercettate
dall'esercito cileno e la cui presenza nel cielo, in alcuni casi, e'
stata confermata dai dispositivi radar in dotazione dei militari.
(news del 06.02.2007 fonte Adnkronos)
Su Newton una ricerca sui cambiamenti degli altri
pianeti
Temperature in crescita anche su Giove e Saturno, uragani e
sconvolgimenti climatici: tutta colpa del Sole
Su Marte non si trovano certo grandi metropoli
asfissiate dallo smog e brulicanti di gente. E difficilmente
individueremo raffinerie di petrolio quando ci spingeremo a esplorare i
gelidi Plutone e Tritone, luna ghiacciata di Nettuno. Neanche è
immaginabile aspettarsi su Giove autostrade affollate di vetture avvolte
nei fumi dei tubi di scappamento. Eppure questi pianeti, come la Terra,
si stanno surriscaldando! Le ultime immagini di Giove scattate dal
telescopio Hubble nel maggio 2006 hanno difatti testimoniato la crescita
sulla superficie del gigante gassoso di una nuova macchia rossa, simile
alla tanto celebre Grande Macchia Rossa, e ribattezzata perciò Giovane
Macchia Rossa (Red Spot Jr.). Fu osservata per
la prima volta nel 2000, ma negli ultimi 6 anni le sue dimensioni sono
notevolmente aumentate.
Le evidenti anomalie cromatiche visibili su Giove
sono in realtà dei giganteschi vortici atmosferici che si spingono fin
oltre la copertura nuvolosa che avvolge il pianeta. Secondo ricercatori
dell'Università della California il veloce e abnorme sviluppo della
Giovane Macchia Rossa è indizio di grandi sconvolgimenti climatici in
atto su Giove, associati negli ultimi anni a un rapido e intenso
riscaldamento, anche di 5 °C, di alcune regioni del pianeta.
Ma c'è anche un altro spettacolare vortice che di recente ha attirato
l'attenzione degli astronomi. Su Saturno la sonda Cassini ha fotografato
in prossimità del Polo Sud un enorme e insolito uragano, con venti a
oltre 550 chilometri orari e un diametro di circa 8000 chilometri, cioè
più della distanza che separa Roma e Pechino, mentre il muro di nubi che
ruota attorno all'occhio del ciclone si innalza all'interno
dell'atmosfera fino a oltre 70 chilometri di quota.
COME DA NOI: PIU' CALDO, URAGANI PIU' VIOLENTI Le caratteristiche di
questa tempesta, secondo studiosi del California Institute of Technology
di Pasadena, potrebbero indicare uno sviluppo simile a quello dei
cicloni tropicali sulla Terra: sarebbe cioè la grande disponibilità di
calore (nel caso del gelido Saturno, temperature sensibilmente meno
fredde rispetto al normale) ad alimentare l'uragano. Del resto sia il
telescopio Keck di Mauna Kea sia la sonda Cassini avevano recentemente
registrato un riscaldamento di circa 2 °C proprio nella regione del Polo
Sud di Saturno.
Il surriscaldamento planetario però non si è fermato ai corpi celesti
relativamente più vicini a noi, ma sembra aver raggiunto anche quelli
più lontani, perennemente avvolti nel gelo siderale. Come testimoniato
da ricerche del Massachusetts Institute of Technology, su Plutone dalla
fine degli anni '80 a oggi la pressione atmosferica è più che
triplicata, a causa del graduale innalzamento delle temperature (circa 2
°C) che ha spinto parte dell'azoto surgelato in superficie a evaporare e
passare in atmosfera. Su Tritone, invece, il fenomeno è stato ancora più
marcato: dal 1989, anno del passaggio della sonda Voyager, la
temperatura è passata da circa 200 a 193 gradi sotto zero, tanto che
anche la sua atmosfera sta diventando di anno in anno sempre più densa.
Se nel caso di Plutone l'aumento delle temperature si può in parte
spiegare con la sua lunga orbita di rivoluzione, che lo porta a fare un
giro intero attorno al Sole nel corso di 248 anni terrestri e che
proprio nell'ultimo decennio lo ha spinto nel punto più vicino alla
nostra stella, più difficile è invece trovare una spiegazione al
surriscaldamento della luna di Nettuno.
E come se non bastasse, ora è giunta notizia che su Marte, dopo le
voragini osservate nelle calotte polari, indizio di un recente
scioglimento, la sonda Mars Global Surveyor ha fotografato tracce di
erosione del suolo che potrebbero essere prova dell'occasionale
scorrimento di acqua. Insomma stiamo assistendo a un riscaldamento che
sembra interessare tutto il Sistema Solare.
IL RESPONSABILE? IL SOLE, MA IN MODO INSOLITO
Ma se l'uomo, almeno in questo caso, non ha colpe, chi è il responsabile
del riscaldamento interplanetario?
Il maggior indiziato sembra essere il Sole. In effetti siamo spesso
erroneamente portati a credere che l'attività della nostra stella sia
costante nel tempo, o almeno che subisca variazioni solo su tempi assai
lunghi, mentre in realtà l'energia che essa emette verso lo spazio in
tutte le direzioni subisce nell'arco di anni e decenni variazioni
periodiche percentualmente assai piccole ma comunque in grado di
influenzare il clima della Terra. I venti e tutti i principali fenomeni
atmosferici si alimentano attraverso il calore che, sotto forma di
radiazione elettromagnetica, arriva dal Sole: una quantità di energia
che, nel punto in cui raggiunge la nostra atmosfera, è mediamente
quantificabile in circa 1367 Watt per metro quadro.
E sono proprio le cicliche variazioni dell'energia emessa dal Sole che,
tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, hanno spinto l'Europa e
il Nord America verso un periodo estremamente freddo, noto come Piccola
Era Glaciale e culminato tra il 1645 e il 1710 in una fase
caratterizzata dall'assenza di macchie solari (nota come Minimo di
Maunder) durante la quale il calore che giungeva sulla superficie
terrestre era inferiore rispetto a oggi di una quantità tra lo 0,2 e lo
0,7 per cento. Nel corso dell'ultimo secolo invece l'attività del Sole è
andata progressivamente crescendo e ha così contribuito all'aumento
delle temperature sulla Terra. E mai negli ultimi 1150 anni il Sole ha
emesso tanta energia come ai giorni nostri. In particolare ricercatori
dell'Earth Institute della Columbia University americana, analizzando i
dati raccolti da 6 diversi esperimenti con satelliti di NASA, NOAA ed
ESA, hanno recentemente evidenziato un aumento dell'ordine di circa 0,05
per cento per decennio, a partire dal 1978, della TSI, sigla che
corrisponde alla Total Solar Irradiance, ovvero l'energia
elettromagnetica che la Terra riceve dal Sole su tutte le lunghezze
d'onda.
Ma può bastare il Sole per spiegare un così evidente aumento di
temperatura anche nei pianeti ai confini del Sistema Solare? Forse sì,
soprattutto alla luce di una recente ricerca di Adriano Mazzarella,
responsabile dell'Osservatorio Meteorologico dell'Università di Napoli
Federico II. Secondo questa ricerca, oltre alla radiazione
elettromagnetica, cioè luce e calore, anche le particelle cariche emesse
dal Sole assumono un ruolo importante nell'influenzare il clima
terrestre. I gas a temperature altissime della parte più esterna
dell'atmosfera solare, la corona, fuggono in parte verso lo spazio,
dando origine al vento solare: getti turbolenti di particelle cariche,
per lo più protoni, elettroni e nuclei di elio che si propagano a gran
velocità in tutte le direzioni. Questo flusso, interagendo con il campo
magnetico terrestre, dà origine non solo a fenomeni spettacolari quali
le aurore polari, ma è anche causa di serie difficoltà nelle
comunicazioni: il 29 ottobre 2003, per esempio, il Sole sparò miliardi
di tonnellate di particelle elettricamente cariche verso la Terra a una
velocità di oltre sei milioni di chilometri l'ora. L'impatto di questa
grandinata di particelle sul campo magnetico terrestre diede origine
alla più grande tempesta geomagnetica mai misurata sulla Terra,
responsabile tra l'altro di un black out della rete Gps che durò diverse
ore.
TRE FENOMENI PER L'EFFETTO SERRA TERRESTRE
La ricerca di Adriano Mazzarella ha ora evidenziato una serie di cicli
ricorrenti, lunghi 60 anni, in una serie di parametri atmosferici e
geofisici, utilizzando i dati dal 1868 a oggi: la turbolenza del vento
solare, la durata del giorno misurata tramite la differenza tra la
durata teorica del giorno, 86.400 secondi, e quella calcolata
astronomicamente, la temperatura dell'aria dell'emisfero settentrionale
e l'intensità delle correnti occidentali, misurata tramite il dislivello
di pressione atmosferica tra le latitudini di 35° Nord e 55° Nord.
Ma come si legano fra loro questi parametri? L'analisi del ricercatore
ha prodotto una spiegazione basata su fenomeni a cascata. Un graduale
aumento della turbolenza del vento solare, attraverso perturbazioni del
campo geomagnetico, potrebbe influenzare i movimenti all'interno del
nucleo terrestre, dove si originano le linee di flusso del campo
magnetico. A causa delle interazioni tra nucleo esterno, che è fluido, e
mantello terrestre, che circonda il nucleo esterno ed è solido, ciò
potrebbe riflettersi in una diminuzione della velocità di rotazione
della Terra. Se la Terra ruota più lentamente aumenta però la durata del
giorno, sia pure di decimi di millisecondo, e questo processo è a sua
volta in grado di causare un'accelerazione delle correnti atmosferiche
che fluiscono prevalentemente lungo i paralleli, dette correnti zonali.
Poiché l'energia cinetica del sistema Terra-atmosfera nel suo complesso
deve rimanere costante, se il Pianeta rallenta il suo moto di rotazione
le masse d'aria devono quindi muoversi più velocemente. Correnti zonali
più intense rendono però più difficili gli scambi di masse d'aria dalle
basse verso le alte latitudini e viceversa, e quindi viene rallentata
anche la propagazione del calore accumulato nella fascia tropicale verso
i poli: il risultato è una diminuzione della temperatura media del
Pianeta. Viceversa, nei periodi in cui la turbolenza solare tende a
diminuire, la velocità di rotazione aumenta, la durata del giorno
diminuisce, le correnti zonali si fanno più deboli e, grazie a una più
efficace distribuzione del calore, le temperature medie del Pianeta
crescono.
Ma allora, se negli ultimi anni la turbolenza solare è aumentata, perché
la Terra non si raffredda? In realtà tra aumento o diminuzione della
turbolenza solare e conseguenti variazioni della durata del giorno c'è
uno sfasamento di qualche anno e lo stesso avviene nel passaggio che
porta all'aumento o diminuzione delle temperature. Considerando tali
ritardi, un graduale aumento della turbolenza del vento solare diviene
responsabile di una diminuzione della temperatura dell'aria a livello
planetario dell'ordine di circa 0,2 °C ma con un ritardo di 25-30 anni,
seguita poi nei 25-30 successivi da una diminuzione delle temperature
pressoché eguale.
Queste variazioni però si sommano al costante riscaldamento del nostro
Pianeta imposto sia dall'effetto serra di origine umana, sia
dall'aumento di calore emesso dal Sole: ci sono quindi periodi in cui la
turbolenza del vento solare contribuisce ad accelerare il riscaldamento
del Pianeta, e altri in cui invece tende a frenarlo. In particolare,
poiché la diminuzione della turbolenza solare dei decenni passati ha
fatto sì che negli ultimi anni la durata del giorno sia andata
diminuendo, con un conseguente indebolimento dell'intensità media delle
correnti zonali, nel prossimo futuro ci attendono probabilmente altre
annate di caldo record.
UN 2007 ROVENTE ANCHE IN ITALIA
Agli inizi di gennaio l'ufficio meteorologico inglese ha lanciato
l'allarme: il 2007 sarà l'anno più caldo di sempre! Secondo i
ricercatori inglesi c'è il 60 per cento di probabilità che le
temperature medie del nostro Pianeta quest'anno risultino eguali o
superiori a quelle delle annate record del 2005 e 1998. In effetti due
fenomeni, su tutti, potrebbero spingere il 2007 verso picchi di caldo
mai toccati prima: il riscaldamento globale ed El Niño. Il primo
fenomeno, causato sia dalla maggior attività del Sole (negli ultimi 1000
anni mai così «caldo» come ai giorni nostri) sia dalle emissioni di CO2,
ha subito un'accelerazione proprio nell'ultimo trentennio: il ritmo di
riscaldamento della Terra durante il XX secolo è stato di circa 0,06 °C
per decade ma negli ultimi 25-30 anni è bruscamente balzato a circa 0,18
°C per decade. Una tendenza testimoniata dal fatto che dal 1880 a oggi
le cinque annate più calde di sempre sono tutte concentrate nell'ultimo
decennio.
Il surriscaldamento si è fatto sentire soprattutto alle medio-alte
latitudini, Italia compresa: dall'analisi del Centro Epson Meteo in base
ai dati registrati in 62 località italiane risulta difatti che le
temperature medie di questi primi anni del nuovo millennio sono più di
un grado superiori a quelle tipiche della prima metà degli anni '80.
Insomma, la tendenza al forte surriscaldamento dell'ultimo decennio
lascia pensare che il 2007 sarà comunque un anno molto caldo, mentre la
spinta necessaria a battere il record potrebbe arrivare dal Niño, ovvero
dall'anomalo riscaldamento di gran parte dell'Oceano Pacifico Tropicale.
Già da qualche mese è in atto un moderato episodio di Niño che, secondo
il centro di previsioni climatiche dell'ente americano per l'atmosfera e
oceani (NOAA), dovrebbe raggiungere l'apice proprio in questo febbraio,
per poi cominciare lentamente a indebolirsi.
Tuttavia, tutti i maggiori centri di ricerca americani ed europei
concordano nel prevedere che almeno fino a maggio le temperature
superficiali del maggiore dei nostri oceani rimarranno più calde del
normale: in tal modo però trasmetteranno calore anche agli strati
atmosferici di una regione molto vasta che, dalla Nuova Guinea alle
coste dell'Ecuador, si estende per più di 10.000 chilometri!
In Italia invece El Niño farà sentire i suoi effetti soprattutto durante
la prossima estate: i profondi sconvolgimenti della circolazione
generale dell'atmosfera che lo accompagnano difatti durante la stagione
estiva solitamente spingono con maggior frequenza e insistenza (come già
accaduto nelle estati caldissime del 1994, 1998 e, soprattutto, 2003)
sulla nostra Penisola il rovente anticiclone africano che, oltre alla
calura, porta anche forte siccità. Inoltre quest'anno ad aiutare
l'avanzata dell'alta pressione africana contribuirà anche la periodica
inversione della direzione dei venti stratosferici tropicali: i venti
quest'estate soffieranno difatti da Est verso Ovest, indebolendo le
correnti occidentali che, negli strati più bassi dell'atmosfera,
spingono le perturbazioni atlantiche verso l'Europa e contrastano la
risalita dell'anticiclone africano verso l'Europa.
Andrea e Mario Giuliacci
03 febbraio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/02/newton.shtml
Il
raggio che fa vomitare
Tra le armi non
letali allo studio della marina Usa, un phaser
a onde radio che fa perdere l'equilibrio, l'udito e
procura vomito
|
|
TEXAS (Stati Uniti) – Un'arma non letale
che stordisce e dà le vertigini. Parliamo di una delle
novità ospitate al
Navy's Opportunity Forum 2007 – l'appuntamento con le
tecnologie sviluppate dalle piccole imprese per la Marina
militare american a – a Crystal City.
PHASER – Messo a punto dalla società texana
Invocon, il nuovo phaser è in sostanza un raggio di
radiofrequenze in grado di interferire con l'udito e con
l'equilibrio umano, procurando un effetto talmente
disorientante e fastidioso da causare anche il vomito in chi
viene colpito. Non ultimo, riesce a raggiungere l'obiettivo
anche se si trova al di là di un muro o di altre strutture
non metalliche Come leggiamo su
Wired , l'arma di Invocon è destinata ai militari e ai
tutori dell'ordine, e pare sia stata proprio la Marina ad
averne commissionato la creazione.
I PRECEDENTI - Le pistole «a raggi» sono da
tempo allo studio dei laboratori del governo americano, che
infine sono riusciti nella messa a punto della cosiddetta
Active Denial Technology (Adt): alla fine dello scorso anno
la tecnologia in questione è stata utilizzata per lo
sviluppo di un sistema detto Ads – anche in questo caso
un'arma non letale – che in pratica si serve di proiettori
di fasci elettromagnetici da 95 gigahertz che vengono
assorbiti dall'epidermide, provocando un fastidiosissimo
surriscaldamento in corrispondenza della zona colpita, senza
però lasciare danni permanenti.
07 marzo 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/03_Marzo/07/raggio_vomito.shtml
Niburu (articoli storici) 4
Redazione ECplanet
Da un articolo di SCIENCE NEWS - 7 APRILE 2001
Un articolo della rivista Science News datato 7 aprile 2001,
intitolato “A Comet's Odd Orbit Hints at Hidden Planet” (La
strana
orbita di una cometa suggerisce la presenza di un Pianeta
Nascosto n.d.
r.), riporta la conclusione di una ricerca scientifica
svolta da un
team internazionale di astronomi che hanno studiato l'orbita
di una
cometa scoperta lo scorso anno, denominata 2000CR/105.Un
corpo delle
dimensioni almeno pari a quelle di Marte - recita l'articolo
- molto
oltre gli altri 9 pianeti conosciuti del Sistema Solare,
potrebbe
essere stato un tempo parte del nostro sistema, e potrebbe
ancora
essere lì. Questo corpo segue un'orbita attorno alla nostra
stella
molto ellittica che lo porta a trovarsi alla distanza di
circa 4.5
miliardi di chilometri dal Sole per poi riavvicinarsi fino a
trovarsi
nei pressi di Nettuno. Il periodo di rivoluzione di questo
corpo ‘ di
circa 3.300 anni terrestri. Un'orbita così ellittica è
spesso segnale
dell’influenza gravitazionale di un corpo molto massivo. Che
possa
essere la spinta gravitazionale di Nettuno ? In uno studio
nella
rivista scientifica Icarus, il tema di astronomi, con a capo
Brett
Gladman dell'Osservatorio de la d'Azur a Nizza, Francia, non
la pensa
così. La risposta potrebbe essere la presenza di un pianeta
non ancora
scoperto, delle dimensioni almeno pari a quelle di Marte,
alla distanza
di circa 200 Unità Astronomiche dal Sole, nella cosiddetta
Fascia di
Kuiper.
Questo potrebbe anche spiegare perché molti corpi celesti in
questa
zona hanno un angolo orbitale che si discosta così tanto dal
piano
dell'orbita degli altri pianeti che ruotano attorno al Sole.
L'articolo
è stato scritto dall'astronomo olandese Govert Schilling che
riassume
le scoperte così: “Una supercometa che segue una strana
orbita attorno
al Sole suggerisce la presenza di un pianeta non
identificato che un
tempo si trovava agli estremi confini del nostro Sistema.
Cosa ancora
più sorprendente, l'oggetto misterioso potrebbe ancora
essere lì.”
Data articolo: giugno 2007
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Niburu (articoli storici) 3
Redazione ECplanet
Da un articolo di ALAN ALFORD - 2000
Nel 1978 la teoria di un Decimo Pianeta fece un balzo in
avanti quando
due astronomi dell'osservatorio navale statunitense di
Washington DC,
Robert Harrington e Tom Van Flandern cominciarono le
ricerche su nuovi
dati scientifici sulla massa di Plutone e del suo satellite
Caronte.
Gli scienziati alla fine delle loro ricerche stabilirono che
le orbite
di Urano e Nettuno venivano disturbate dalla forza di
gravità di un
corpo celeste ancora non identificato.
Gli anni seguenti i due ricercatori proposero un modello
generato al
computer del pianeta che venne denominato Planet X. La
teoria
consisteva nel considerare il Planet X un pianeta catturato
dal Sole,
con un orbita molto eccentrica, molto inclinata e molto
lunga intorno
al Sole. Secondo i calcoli dei due ricercatori il Planet X
doveva avere
una dimensione di 3 o 4 volte maggiore rispetto a quella
della Terra.
Nel 1982 la NASA confermò ufficialmente la possibilità di un
Planet X,
affermando che “un qualche oggetto misterioso è nello
spazio, molto
lontano i pianeti più esterni” del Sistema Solare.
L'anno successivo il satellite astronomico a infrarossi (IRAS)
scovò
un enorme oggetto nelle profondità dello spazio. Il
Washington Post
riassunse un’intervista con il direttore del progetto IRAS
come segue:
“Un corpo stellare grande almeno quanto Giove e
sufficientemente vicino
alla Terra da poter essere considerato appartenente al
nostro Sistema
Solare è stato individuato in direzione della costellazione
di Orione
dal nostro satellite in orbita. Posso solo affermare che non
siamo in
grado di stabilire cosa sia”. Esperimenti scientifici degli
anni
successivi portarono a stabilire, secondo calcoli
matematici, che il
Planet X era 4 volte più grande della Terra e aveva un
orbita ellittica
inclinata di 30 gradi e che la sua distanza dal Sole era 3
volte
maggiore di quella di Plutone. Nel 1987 la NASA annunciò
ufficialmente
la possibile esistenza del Planet X, la rivista americana
Newsweek
riportò scritto che “la Nasa ha tenuto una conferenza al suo
Centro di
Ricerca di Ames in California la scorsa settimana e ha fatto
uno strano
annuncio: un decimo pianeta eccentrico potrebbe - o forse no
- orbitare
attorno al sole; il ricercatore che ha annunciato questa
notizia, John
Anderson, afferma che davvero il Planet X potrebbe essere lì
da qualche
parte, tuttavia non vicino agli altri nove pianeti; questo
potrebbe
spiegare le irregolarità delle orbite di Urano e Nettuno”.
Nel suo
libro “Materia oscura, pianeti scomparsi e nuove comete” (orig.
Dark
matter, missing planets and new comets), Van Flandern
afferma quanto
segue: “Statisticamente, alcune stelle avrebbero potuto
avvicinarsi al
nostro Sole di circa 40 volte la distanza di Plutone nel
corso
dell'esistenza del nostro Sistema Solare, e avrebbero potuto
spingere i
pianeti più esterni a compiere orbite fortemente ellittiche.
Queste orbite potrebbero portare a incontri ravvicinati del
pianeta
con gli altri nove”. Flandern aggiunse che tale orbita è
molto
instabile e non potrebbe durare per più di 100.000 anni, a
causa delle
forte gravità di Giove, che in un incontro ravvicinato con
il pianete
sarebbe in grado di scaraventarlo al di fuori del nostro
Sistema
Solare. Nel 1995, dopo la scoperta di una nuova cintura di
asteroidi
oltre Nettuno, Van Flandern suggerì l'ipotesi che il Planet
X potesse
essere esploso, e gli asteroidi fossero i frammenti di tale
esplosione.
Quattro anni più tardi, nell'edizione del Settembre 1999 del
Meta
Research Bulletin rispose alla scoperto di tre asteroidi
oltre Nettuno:
“La scoperta di ulteriori asteroidi al di là di Nettuno
conferma la
presenza di una cintura di asteroidi, pertanto il Planet X
potrebbe
essere una cintura di asteroidi piuttosto che un pianeta
intatto”.
Data articolo: giugno 2007
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Niburu (articoli storici) 2
Redazione ECplanet
Due gruppi di ricercatori hanno ipotizzato l'esistenza di un
pianeta o
stella abortita, sfuggito all'attenzione degli astronomi,
orbitante
attorno al sole alla distanza di oltre 4 mila miliardi di
chilometri,
molto lontana dalla orbita dei 9 pianeti conosciuti. La
teoria, che
potrebbe spiegare la traiettoria di alcune comete, verrà
pubblicata in
due differenti riviste scientifiche. Finora nessun
telescopio ha
individuato quest'oggetto ma, sulle basi delle sue influenze
gravitazionali, J. Murray ipotizza che il pianeta potrebbe
essere più
grande di Giove ed orbitare circa 32.000 Unità Astronomiche
dal Sole.
Nel frattempo un gruppo di ricercatori dell'Università della
Louisiana
con a capo il fisico John Maltese ipotizzano che l'oggetto
potrebbe
essere un pianeta od una Nana Bruna, circa tre volte più
grande di
Giove, ed orbitare a circa 25.000 Unità Astronomiche dal
Sole.La loro
teoria verrà pubblicata sulla rivista Icarus. I ricercatori
della
Louisiana affermano che la presenza di questo pianeta
potrebbe spiegare
la configurazioni delle comete. Affermano inoltre che il
periodo di
rivoluzione dell'oggetto intorno al Sole dovrebbe essere di
circa 4 o 5
milioni di anni. La teoria di Murray ipotizza un periodo di
rivoluzione
di almeno 6 milioni di anni e che il pianeta ruota intorno
al Sole nel
verso opposto a quello seguito dai 9 pianeti conosciuti.
Come mai un
pianeta di tali dimensioni ruota così lontano dal Sole? I
ricercatori
affermano che probabilmente potrebbe essere un corpo celeste
“libero”
catturato dalla forza di gravità del Sole.
E come non è stato individuato prima ? Murray risponde che
perfino un
pianeta come Giove sarebbe difficilmente osservabile a tali
distanze.
Matese aggiunge che sarebbe stato impossibile individuare
questa Nana
Bruna perfino per il satellite astronomico a infrarossi
lanciato nel
1983, ma potrebbe essere individuato dal nuovo satellite a
infrarossi
che sta per essere lanciato. I due gruppi di ricercatori
hanno
dichiarato di non essere in grado di stabilire se si
riferiscono allo
stesso oggetto ma ammettono che le ipotesi sull'orbita e la
massa di
quest'ipotetico pianeta sono molto simili. Tutto questo
potrebbe
sembrare fantascienza ma un esperto del campo, Brian Mardsen,
che è a
capo del “International Astronomical Union’s Central Bureau
for
Astronomical Telegrams” e del Reparto Pianeti Minori dello
Smithsonian
Astrophysical Observatory, conferma che questa ipotesi è
stata oggetto
di discussioni per anni.
Tuttavia Mardsen aggiunge che non è convinto della
fondatezza di
queste ultime ricerche. Se le teorie di queste ultime
ricerche
dovessero essere confermate, aprirebbero la strada a nuovi
scenari.
Qualcuno ha proposto che l'effetto della gravità di questo
oggetto si
avvertirebbe sulla Terra sottoforma di tempeste periodiche
di comete,
aumentando enormemente la possibilità che una di esse entri
in
collisione con il nostro pianeta. Daniel Whitmire, collega
di Matese in
questa ricerca, già nel 1985 spiegava con l'impatto di
comete le
estinzioni di massa sulla Terra. Tuttavia Matese afferma che
quest'oggetto “non è in grado di creare tempeste di comete
ed influenza
solo il 25% delle comete proveniente dalla Nube di Oort.
Tuttavia
ipotizza che potrebbero esserci delle correlazioni tra gli
effetti
della gravità di questo pianeta con il moto oscillatorio del
Sistema
Solare nella galassia.
Data articolo: giugno 2007
Fonte: MSNBC - 7 OTTOBRE '99
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Niburu (articoli storici) 1
Redazione ECplanet
Dopo la scoperta di Plutone del 1930, gli astronomi notarono
ben
presto che la presenza di quest'unico pianeta non era
sufficiente a
spiegare le interferenze sulle orbite d’Urano e Nettuno.
Così nel 1970
venne generato al computer il primo modello di un ipotetico
Decimo
Pianeta (Planet X). Si calcolò che il Planet X dovesse
essere almeno 5
volte più grande della terra.
Venne calcolata inoltre la lunghezza e la forma della sua
orbita
attorno al sole e il numero d'anni per completarla. Nel 1983
un gruppo
d'astronomi supportati dalla NASA compirono degli studi con
il
satellite astronomico ad infrarossi (IRAS) e scoprirono la
presenza di
un oggetto di dimensioni pari almeno a quelle di Giove ai
margini del
Sistema Solare. Gli scienziati non seppero classificare
quest'oggetto.
Roberto Solarion - 1997
L'opinione di John Murray - 7 ottobre 1999
Incuriosito dal fatto che le orbite delle comete a lungo
periodo
osservate da terra non erano orientate esattamente nello
spazio, uno
scienziato della “Open University in UK” ha capito che
potrebbero
essere influenzate dalla gravità di un grande e misterioso
oggetto
sconosciuto, in orbita attorno al sole. Il prossimo 11
ottobre 1999 su
“Monthly Notices” della Royal Astronomical Society, il dott.
John
Murray parlerà di un oggetto orbitante attorno al Sole
lontano 32 volte
la distanza che separa la Terra dal Sole. Potrebbe essere
poco
percepibile a causa del suo lento movimento, e potrebbe
essere sfuggito
nelle attuali e nelle precedenti ricerche sui pianeti
distanti... Si
crede che le comete a lungo periodo siano originate in un
vasto “bacino
di riserva” di comete potenziali, conosciute come la fascia
(=nube) di
Oort, che avvolge il Sistema Solare ad una distanza che
varia dalle
10.000 alle 50.000 unità astronomiche (UA).
Gli astronomi hanno capito che la vicinanza di una terra
all'interno
del Sistema Solare, abitualmente, genera perturbazione nelle
loro
orbite. Solo quando vicine al sole gli oggetti cominciano a
fare “le
comete”, con la loro classica coda. Il Dott. Murray ha
notato che fra
le comete che raggiungono l'interno del Sistema Solare, un
gruppo
proviene da luoghi dello spazio che sono disposti in fila
lungo un arco
intorno al cielo. Egli ha intuito che questo potrebbe
contrassegnare
l'esistenza di un esteso movimento intorno allo spazio in
un’altra zona
della fascia di Oort, creata da perturbazioni gravitazionali
sulle
comete che viaggiano. L'oggetto potrebbe essere grande
quanto Giove per
creare delle perturbazioni gravitazionali così estese da
rilevarne gli
effetti, ma attualmente, le teorie accreditate non spiegano
le
perturbazioni con l'esistenza di un pianeta così distante
dal sole.
Se fosse così massivo (come ritiene Murray) potrebbe essere
una nana
bruna (il più caldo fra gli oggetti stellari) e non un
pianeta, e
verosimilmente potrebbe essere determinato molto facilmente.
Nonostante
ciò il dott. Murray specula sull'esistenza di questo
oggetto, se
esiste, è sicuramente di natura terrestre, e non stellare,
probabilmente è stato catturato dalla formazione del Sistema
Solare,
con un evento che sembra avere alle basi le correnti leggi
conosciute.
Sebbene un grande, e distante pianeta abbia un fascino
indescrivibile e
l'ipotesi sia suggestiva, il Dott. Murray tuttavia dà
rilievo al fatto
che questa potrebbe essere l'unica spiegazione per motivare
le
perturbazioni orbitali delle comete a lungo periodo.
Data articolo: maggio 2007
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http://www.giornaletecnologico.it/
L’elettricità diventa WiTricità
Come i dati viaggerà nell’etere
In un futuro non troppo lontano l’elettricità giungerà nelle
abitazioni tramite etere. Niente più fili dunque, il futuro
dell’
alimentazione di cellulari e laptop sarà wireless. Un gruppo
di
ricercatori del MIT, l’ateneo di Cambridge (Massachusetts),
che vanta
le menti più brillanti del mondo, è riuscito ad accendere
una lampadina
da 60 Watt senza che la stessa fosse collegata a una presa
sul muro. L’
invenzione, ribattezzata WiTricity, in italiano sarebbe
WiTricità,
porta il nome di un gruppo di cervelloni guidati da Marin
Soljacic,
giovane professore di fisica, appena 33enne, di origine
croata.
Per il momento l’esperimento ha funzionato, anche se la
lampadina si
trovava ad una distanza esigua, appena due metri dal
ripetitore. Tra
non oltre 5 anni si riuscirà però a renderla in grado di
competere con
l’attuale, e per alcuni versi obsoleto, sistema di
distribuzione. Per
Soljacic questa scoperta rivoluzionerà la vita dell’uomo e
segnerà l’
inizio di una nuova era. Ma come è giunto ad una idea così
innovativa?
“Continuavo a svegliarmi la notte – ha spiegato il fisico -
e il mio
portale mi ricordava con il suo bip che mi ero dimenticato
di
ricaricarlo. Mi sono convinto che la soluzione non era di
trovare la
presa elettrica, ma di cambiare il sistema in modo che si
ricaricasse
da solo”. Ora il suo portatile sembra aver trovato
finalmente la pace
e, grazie alla genialità di Soljacic e colleghi, potrà
alimentarsi
autonomamente.
Il prossimo passo sarà quello di commercializzare il
prodotto e
diffonderlo capillarmente in tutto il mondo, magari a costi
competitivi
e accessibili a tutti. Lo scienziato diventerà di certo
ricchissimo ma,
ha detto lo stesso inventore, il detentore delle licenze
sarà il MIT.
Archivi UFO inglesi
Il Ministero della Difesa inglese apre i propri “X-files”
La notizia è storica. Dopo la Francia, anche il Ministero
della Difesa
inglese ha deciso che gli archivi segreti concernenti oltre
7.000
rapporti UFO catalogati dal Defence Intelligence Staff nel
corso di 30
anni di indagini saranno finalmente resi pubblici.
La decisione – annunciata dal Ministero in una lettera al
ricercatore
David Clarke, dell’università di Sheffield – è conseguenza
della
campagna che da dieci anni Clarke conduce assieme ad altri
colleghi per
convincere il governo del suo paese a rendere pubblici tutti
i dossier
sugli UFO.
Si presume che ci vorranno ancora alcuni mesi per vedere
pubblicati su
internet i 7.000 casi, ma l’attesa sarà sicuramente
ricompensata. Il
materiale destinato ad essere rilasciato contiene anche
numerosi
episodi con protagonisti piloti della RAF, della Royal Navy
ed
equipaggi di aerei civili.
Secondo Clarke, “la decisione di rendere pubblici i dossier
integrali
è un successo e una pietra miliare sia per l’ufologia
britannica che
per la campagna sulla libertà di informazione in
Inghilterra”.
David Clarke sarà ospite del Convegno internazionale
1947-2007:
Sessant’anni di UFO che si terrà a Saint-Vincent (Aosta) il
23 giugno
2007. Il Convegno è organizzato dal Centro Italiano Studi
Ufologici in
collaborazione con Focus. C’è molta attesa per il suo
intervento, che
anticiperà le ultimissime novità sul rilascio degli archivi
britannici.
Archivi UFO francesi
Parigi, 22 mar. (Adnkronos) - La Francia è diventata oggi il primo
Paese al mondo ad aver aperto al pubblico il suo archivio ufficiale che
documenta gli avvistamenti di Ufo. Lo ha annunciato il direttore del
'Gruppo di studio e d'informazione sui fenomeni aerospaziali non
identificati' presso il 'Centro nazionale per gli studi spaziali'
(Cnes) di Parigi. "Si tratta di una prima mondiale", ha commentato
Patenet. "E' vero che negli Stati Uniti si possono chiedere delle
informazioni, ma soltanto sulla base di un singolo caso - ha spiegato
Patenet - Noi abbiamo fatto l'esatto contrario: abbiamo messo tutte le
informazioni a completa disposizione del pubblico".
Oltre 400 dossier che documentano altrettanti casi d'avvistamenti di
oggetti volanti non identificati possono essere consultati su
un'apposita sezione del sito web del Cnes ( www.cnes-geipan.fr/geipan).
Al momento si tratta di un quarto dei circa 1.600 presunti casi di
osservazioni di Ufo segnalati in Francia dall'inizio degli anni '50 ad
oggi. Tutti i dossier saranno regolarmente online entro la fine
dell'anno, ha assicurato il responsabile del Cnes. "Stiamo lavorando
sulla base del principio che non vi è nulla che non possiamo pubblicare
online, salvo una sola eccezione: quella di proteggere, in alcuni casi,
la privacy personale", ha spiegato Patenet. Gli 'X-Files' francesi
contengono i verbali della polizia, stesi sulla base di testimonianze,
con i dati personali - che potrebbero aiutare a identificare i
testimoni - oscurati da omissis.
__________
di LUIGI BIGNAMI La Repubblica
Sono 1600 casi, il 28% dei quali inspiegabile, studiati dal Geipan,
struttura del Centro nazionale per gli studi spaziali francesi.
E' IL PRIMO dicembre 1979, sono le 7 e 35 del pomeriggio, un
negoziante del sud della Francia sta tornando a casa in auto.
Improvvisamente sulla sua sinistra gli passa vicino una palla
luminosissima che muta colore dal bianco al rosso, passando per
l'arancio e il giallo. Quella "palla" emette un suono stridente, un
beep beep fortissimo. L'uomo, terrorizzato, accelera per arrivare il
più presto possibile a casa. Settanta, ottanta chilometri all'ora. A
due km dalla sua casa il fenomeno scompare improvvisamente. Lo shock fu
così violento che egli ebbe un blocco intestinale che durò a lungo.
Testimone serio, testimonianza considerata veritiera. Altra situazione:
è il 15 ottobre 2004. Nei della Francia quattro Mirage vengono seguiti
da un oggetto volante non identificato. I piloti, che avvistano
l'oggetto per circa 15-20 secondi, fanno in tempo a chiamare le basi a
terra, ma i controllori di volo non osservano alcun segnale sui loro
radar. La testimonianza è certa, l'evento rimane inesplicabile.
Sono questi il primo e l'ultimo di una lunga serie di avvistamenti di
oggetti volanti non identificati ritenuti non spiegabili, le cui
testimonianze sono risultate di altissimo valore dal Groupement pour
l'Etude et l'Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non identifiés
(Geipan) francese. Il Geipan venne fondato nel 1977 dal Cnes, il Centro
nazionale per gli studi spaziali francesi per studiare i fenomeni
inesplicati che avvengono nei cieli. Dopo 30 anni di ricerche tenute
segrete oggi gli archivi verranno aperti al pubblico e messi a
disposizione su internet.
In tutto sono circa 1.600 casi e, tolti quelli assolutamente
inaffidabili, tra quelli ritenuti interessanti il 28% non ha ancora
avuto una spiegazione. I fenomeni perfettamente chiariti sono il 9%,
quelli probabilmente identificati sono il 33%, mentre quelli per cui è
difficile dare una valutazione, nonostante la loro importanza, sono il
30%. Materiale che richiederebb 100.000 pagine per poter essere
pubblicato su carta: si tratta di 3.000 verbali di oltre 6.000
testimoni, redatti dalle autorità di vario tipo, dalle gendarmerie a
ricercatori.
Spiega Jacques Patenet, responsabile del progetto: "Il fenomeno Ufo
non è certamente nuovo, ma negli ultimi anni ha avuto un forte richiamo
da parte dei media. Il lavoro che ora pubblichiamo, grazie alla volontà
del Cnes, darà modo agli studiosi di analizzare ulteriormente questo
problema. Tuttavia preferiamo chiamare gli eventi insoliti Pan ossia
Phénomène Aérospatial Non identifié, piuttosto che Ufo o altro che può
portare a errate interpretazioni".
Il rapporto del Cnes non è il primo studio realizzato sugli Ufo. Gli
Stati Uniti ad esempio, hanno studiato il fenomeno a livello statale
più di una volta. Nel 1947-48 l'Air Technical Intelligence Center
(Atic) della base di Wright Patterson di Dayton nell'Ohio, divenne
centro di riferimento per i primi rapporti di Ufo, il quale aveva il
compito di verificare l'esistenza di un'eventuale arma segreta nemica.
Nacque poi il Progetto Sign. Si trattava di una commissione militare
voluta con decreto del Ministro della Difesa Americano. I lavori
durarono circa un anno dopo di che il progetto ripartì con il nome di
Progetto Grudge. Il 30 aprile 1949 viene stilato il rapporto finale:
gli Ufo non esistono.
Ma nel 1952 una nuova ondata di avvistamenti obbligò a una nuova
inchiesta: nacque così il progetto New Project Grudge, più noto come in
codice Project Blue Book. Operò fino a al 1969 e fu la prima importante
ricerca sui dischi volanti. I risultati, ancora una volta, dissero che
per l'Air Force i cosiddetti Ufo non costituivano una minaccia alla
sicurezza nazionale e non esistevano prove decisive della loro origine
spaziale. Nel 1966 fino 1968 venne indetta la Commissione Condon che
affrontò la documentazione del Progetto Blue Book per dare un'ultima
parola sui casi in studio. Questa commissione dette vita così al
Project Colorado, il cui gruppo di esperti faceva capo all'Università
di Boulder nel Colorado, la più qualificata istituzione scientifica nel
mondo per lo studio dell'alta atmosfera e dello spazio
circumterrestre.
Nel gennaio 1969 fu stilato il verdetto del controverso Rapporto
Condon, secondo cui il fenomeno non era degno di alcun rilievo,
malgrado, appunto, l'alta percentuale di casi inspiegati in esso
contenuti. Vi sono stati, poi, altri studi considerati seri i quali,
comunque, non giunsero mai a una conclusione definitiva. Ora adesso lo
studio del Cnes: ancora una volta fenomeni inspiegati si mostrano nei
nostri cieli, ma ancora una volta rimane misteriosa la loro fonte.
Gli scienziati russi trovano una lettera inviata dai marziani
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04.04.2007 |
Source:
Pravda.ru |
URL: http://italia.pravda.ru/science/5292-0 |
Nei pressi del fiume Podkamennaja Tunguska, la zona
della tiga siberiana nella quale nel lontano 1908 cadde un tuttora
misterioso corpo celeste, un gruppo di ricercatori della citta' di
Krasnojarsk ha scoperto alcune tavolozze al quarzo sulla superficie delle
quali sono incise misteriose scritture che, si presuppone, siano state
effettuate tecnogicamente con l'impiego di plasma.
Secondo quanto dichiarato a proposito da parte del
presidente del "Fondo cosmico del fenomeno di Tunguska" Yurij Lavbin, le
tavolozze ritrovate sono state sottoposte ad accurate analisi sia a
Karsnojarsk che a Mosca. Dai risultati delle analisi effettuate dagli
specialisti russi e' emerso che il quarzo impiegato contiene una lega di
sostanze cosmiche inesistenti sul nostro pianeta. Le ricerche inoltre
hanno confermato che le tavolozze sono di origine artefatta, dal momento
che alcune di loro sono formate da diversi strati su ognuno dei quali sono
stati incisi segni di un alfabeto sconosciuto.
Lavbin sostiene che le tavolozze al quarzo ritrovate
non rappresentino altro che i frammenti di un contenitore informativo
inviato sul nostro pianeta da una civilta' extraterrestre e
successivamente esploso a causa di un infelice atterraggio sulla Terra.
Nei confronti delle tavolozze scoperte dai ricercatori di Krasnojarsk
hanno gia' rivolto la propria attenzione scienziati americani, inglesi,
francesi e tedeschi.
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part, hyperlink to PRAVDA.Ru should be made. The opinions and views of the
authors do not always coincide with the point of view of PRAVDA.Ru's
editors.
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Perù: svelato il mistero del meteorite
precipitato presso Puno
domenica 16 settembre 2007
L'oggetto che sabato scorso ha colpito le alte pianure del Perù, e che ha
causato tra i residenti della comunità peruviana di Carancas (Puno) una
misteriosa malattia, sfociata in una tremenda emicrania, mal di testa, nausea e
vomito...è un genere raro di meteorite. Lo hanno annunciato poche ore fa gli
scienziati a Lima. Dopo avere prelevato i campioni per portarli in un
laboratorio della capitale, un team di ricercatori peruviani ha confermato le
origini dell'oggetto piombato dal cielo nei pressi del lago Titicaca.
L'accaduto aveva dato adito ad una ridda di ipotesi, stimolando la fantasia di
molti e speculando sul fatto che l'esplosione avesse potuto avere origine da una
eruzione sotteranea dei geyser o dal rilascio di gas nocivo della materia finita
nel sottosuolo.
Secondo Luisa Macedo, ricercatrice presso l'INGMMET
(Peru's Mining, Metallurgy, and Geology Institute), che ha visitato
il luogo d'impatto, il malessere è il risultato dei fumi di arsenico
inalati: il meteorite ha generato il gas quando la superficie calda
dell'oggetto è venuta a contatto con un rifornimento idrico sotterraneo
inquinato d'arsenico. Nel sud del Perù sono numerosi i depositi di arsenico
trovati nel sottosuolo, ha spiegato Modesto Montoya, un fisico
nucleare che ha collaborato col team. I depositi, formatesi in modo naturale,
contaminano anche l'acqua potabile locale.
"Se il meteorite arriva incandescente ad un'alta temperatura causata
dall'attrito nell'atmosfera, colpire l'acqua può generare una colonna di vapore"
spiega José Ishitsuka, un geologo del
Peruvian
Geophysics Institute, che ha analizzato l'oggetto.
Già da mercoledì, tutti e 30 i residenti colpiti dallo strano malessere stanno
meglio. Al geologo peruviano, i locali, che hanno temuto per la loro vita,
hanno descritto il meteorite come una palla luminosa, infiammata e con una
lunga scia di fumo.
L'impatto del meteorite ha fatto innalzare i residui fino ad un'altezza di
250 metri, con alcuni materiali atterrati sul tetto di una casa a 120 metri
dal cratere, riporta Ishitsuka al
National Geographic.
Il cratere assomiglia ad uno stagno fangoso largo 13 metri e profondo 10.
Dai campioni prelevati gli scienziati peruviani hanno confermato che si tratta
di un meteorite, sul quale non hanno rivelato alcuna radiazione insolita. "Tutto
ha radioattività, persino le roccie sotterranee" ha detto Modesto
Montoya "ma niente fuori dall'ordinario è stato trovato".
L'analisi preliminare del l'INGMMET non ha rivelato frammenti
di metallo, ma una rara roccia di meteorite. Il metallo viene su meglio dal
calore generato dagli oggetti che entrano nell'atmosfera della terra, e la
maggior parte dei meteoriti sono metallici, come quello che il
5 gennaio è piombato nella sala da pranzo di una casa del New
Yersey (immagine a lato).
I campioni analizzati presentano i bordi lisci, erosi dall'impatto con
l'atmosfera, e hanno una quantità significativa di materiale che si attacca al
magnete, il che dimostra la presenza del ferro. Mentre
invece, i campioni di acqua prelevata nel cratere risultano normali, sebbene
il colore e la composizione del terreno si presentano "insoliti" per la zona,
ha fatto notare la Macedo.
E per coloro che pensavano che l'oggetto venuto dal cielo potesse essere una
parte di spazzatura spaziale rilasciata da qualcuno dei tanti satelliti
obsoleti a spasso nello spazio, ci ha pensato José Machare,
consulente geologo INGEMMET, a porre
fine a queste voci, dicendo che si tratta di un frammento roccioso e le roccie
che cadono dal cielo possono soltanto essere meteoriti.
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SCOOP MONDIALE - Effettuata un' importatissima scoperta.
Postato da Coordinatore U.S.A.C. Regione Sardegna Pier Paolo Saba
[27/06/2007 13:35]
A seguito di questa straordinaria scoperta, il sottoscritto
indice una Conferenza Stampa.
Invito esteso ai Soprintendenti Archeologi ed ai Rettori delle
Università dell’intera
Sardegna, per l’onore
di averli graditi Ospiti alla Conferenza Stampa che si terrà
presso l’Aula
Magna dell’EXPO
in Olbia ( Via Porto Romano) in data da concordare nella
possibilità di poterla organizzare nella maniera migliore,
giacché, si dovranno invitare i rappresentanti delle maggiori
Testate Giornalistiche e le TV Nazionali e locali.
La Conferenza verte sul caso di una scoperta casuale effettuata
da Pier Paolo Saba, Scultore e Pittore e appassionato d’Archeologia
da lunghi anni, e già collaboratore esterno della stessa
Soprintendenza Archeologica di Cagliari dal periodo in cui era
Soprintendente l’indimenticabile
Dott. Ferruccio Barreca, che ha alimentato la passione per uno
studio sempre più approfondito sulla Sardegna e sugli sviluppi
che lo studio dell’Archeologia
e la ricerca in sito avrebbe portato.
Una passione che non si è mai assopita e che, nel tempo, si è
intrecciata con svariati interessi giungendo fino ad oggi sempre
più viva, giusto nel momento in cui sto facendo delle
approfondite ricerche alla scoperta delle origini sulle genti
che abitavano la Sardegna, nelle epoche remote.
Così, per puro caso, la ripresa in esame del famoso DISCO DI
FESTO, mi riporta ala memoria dei simboli che già conoscevo
avendoli rivisti più di una volta, quelli in pratica raffigurati
in graffiti ed alti rilievi, nelle Domus de Janas.
Essendo che questi simboli sono pressoché identici, ecco la
folgorazione. Mi sono detto, quindi, che questa scoperta
dovesse essere divulgata e soprattutto posta sotto l’attenta
osservazione degli studiosi, Archeologi e Accademici letterati,
per una possibile interpretazione che, partendo dalla Sardegna,
spieghi finalmente il contenuto scritto nel famosissimo Disco
che, a questo punto, suggerisce una matrice sarda.
La presentazione della presente, in prologo, rimanda alla
successiva esposizione che intende motivare le ricerche che
hanno permesso questa straordinaria scoperta.
MOTIVAZIONI:
In data odierna, 25 Giugno 2007, il sottoscritto Pier Paolo
Saba, mentre si trova intento alla stesura di un testo di suo
componimento, attento ad una ricerca approfondita che possa
avvalorare la tesi relativa alle genti che abitavano la mitica
Posidonia,
raccontata dai Sacerdoti di SAIS, (antica capitale
amministrativa dell’alto
Egitto), e dallo stesso Solone, vissuto cento anni prima di
Platone, il quale a sua volta nei Dialoghi fa parlare Crizia e
Timeo, che raccontano dell’immane
catastrofe che distrusse, inabissandola, Atlantide.
La tesi sviluppata dallo scrivente vede nei Popoli del Mare, gli
stessi abitanti di Posidonia
“Atlantide”,
scampati miracolosamente al cataclisma che annientò la patria
primigenia, mentre essi erano lontani, in altre terre, intenti
ai loro commerci e dove di volta in volta, lì, in quelle stesse,
fondano delle colonie, amalgamandosi poi con gli autoctoni e col
trascorrere generazionale permettono la creazione di nuovi
popoli.
Intanto vediamo uno degli audaci gruppi di naviganti Atlantidei
che, seguendo le rotte che conducevano verso le coste Europee,
entrati nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, si
trovano improvvisamente innanzi ad una immensa terra ammantata
di verde, cosi lussureggiante e di folgorante bellezza, s’accostano,
e approdano in questa sorta di paradiso dove scoprono che è
abitata da uomini che vivono in caverne e palafitte; ben presto
scoprono che questa terra è ricchissima di minerali pregiati,
argento, rame, piombo e tra questi scoprono l’ossidiana,
il detto oro nero, che esporteranno poi in tutto il mondo allora
conosciuto.
Fermatisi in pianta stabile edificheranno una potente e
grandiosa civiltà, quella Nuragica, esportata in seguito, in
Corsica, a Lipari (Sicilia), a Tirinto a Gerico ed oltre il Mar
Nero sino al Caspio, ad esempio, e nuova dimostrazione, vedi il
“Pozzo Sacro unicum” rinvenuto in Bulgaria, esportato dall’avanzata
cultura che questi impareggiabili naviganti, commercianti ed
indomiti guerrieri, portavano con se durante i loro perpetui
viaggi.
Erano detti
“I
Popoli del Mare”,
genti antiche preesistenti alla nascita di una cultura che
sarebbe stata poi, chiamata Greca, le quali (i Greci) un giorno
porranno le Colonne d’Ercole
al limite dell’Egeo,
lì, tra la punta estrema della Sicilia nord occidentale e
l’attuale Tunisi, giusto nel tratto oramai reso un pantano
invalicabile dai detriti e la sabbia accumulutasi in questo
stretto passaggio che impediva il regolare deflusso delle acque,
isolando in questo modo il Mar Egeo, che divenne un immenso lago
dal quale era impossibile fuoriuscire.
Questo era l’aspetto
dell’area
Mediterranea nel Wurmiano, periodo del Pleistocene iniziato
700.000 anni fa e protrattosi oltre, tra gli 80.000 e 10.000
anni, fintanto che altre scosse telluriche procurarono il
riassetto delle placche tettoniche che sconvolsero per l’ennesima
volta il bacino mediterraneo, stravolgendone la conformazione di
allora, quando la Tirrenide s’inabissò
lasciando affiorare solo una minima parte della sua smisurata
estensione riducendola infine alla conformazione attuale che è
la Sardegna la terra degli SHRD, da SHRDN, quindi Sardegna e/o
Shardana (popolo della).
Attraverso la ricerca, quindi, che mi porta all’ipotetica
formula espressa, e già non più tale, poiché, la stessa ricerca
mi ha offerto l’occasione
casuale di avvalorare la tesi che da oggi sconvolge gran parte
della storia scritta fin ora.
Fantasticando, potrei sostenere che sono stati gli spiriti degli
antichi SHRD a pormi in mano quest’occasione,
ma poiché io non credo agli spiriti e mi rifaccio invece a
solidi documenti scientifici ed affidandomi al raziocinio che
ancora mi sostiene, ne parlo a ragion veduta ed in piena lucida
coscienza; ecco che, quanto sto per esporre, è frutto, seppur
casuale, di un’accurata
rivisitazione d’antichi
documenti che mi hanno sbalordito nel momento che innanzi ai
miei occhi sono apparsi dei simboli mai interpretati né tradotti
fino ad ora, raffigurati nel famosissimo Disco di Festo, posto
in comparazione con degli altri simboli - graffiti e
bassorilievi provenienti dalle Domus de Janas della Sardegna, e
che si rivelano incredibilmente identici.
Questa scoperta è semplicemente straordinaria e sono convinto
che porrà in subbuglio l’intero
mondo scientifico letterario ed archeologico, così come sono
certo che non potrà passare inosservata essendo parte di un
patrimonio mondiale al quale m’invoco
per la massima diffusione di questa scoperta.
Ritengo doverosa, pertanto, la convocazione di una Conferenza
Stampa e TV a livello nazionale, per la presentazione di questa
rivoluzionaria scoperta.
Saranno convocati i Soprintendenti Archeologici dell’intera
Sardegna e gli Accademici delle Università, invitati a prendere
atto della documentazione inerente alla scoperta effettuata, che
il sottoscritto esporrà per l’occasione.
La Conferenza si terrà in Olbia presso la - Sala Conferenze
dell’EXPO
-
alla presenza delle Massime Autorità Cittadine che saranno
onorate di ricevere in città, sì tanto Illustri rappresentanti
delle Scienze Letterarie e Archeologiche, ed altrettanto onore
sarà tributato alle rappresentanze delle maggiori Testate
Giornalistiche ed agli operatori e Giornalisti TV Nazionali, e
locali.
Il sottoscritto, nell’attesa
di conferma della Vs. illustre presenza, coglie l’occasione
per inviare a tutti i più distinti e cordiali saluti.
Pier Paolo Saba
Contatti:
E-mail: psabap@libero.it
E-mail: saba.pierpaolo@gmail.com
Tel. Cell: +39/ 329 0857587
Stupore IN GIAPPONE
«Prepariamoci a combattere gli alieni»
Due esponenti del governo nipponico ammettono l'esistenza degli
Ufo
TOKIO – Il capo di Stato maggiore delle Forze di autodifesa
giapponesi, il ministro Shigeru Ishiba, ha affermato
che il Giappone deve prepararsi preventivamente ad un possibile
attacco da parte de gli alieni. E non è il solo a pensarla così.
Capita di rado, o quasi mai, che un responsabile governativo si
sbilanci ufficialmente, quando viene sollecitato sull'argomento
dell'esistenza di oggetti non i dentificati, gli Ufo Per questo
hanno suscitato grande curiosità e sbigottimento in questi
giorni a Tokio e in tutto il Giappone le dichiarazioni di
importanti esponenti politici.
RISPOSTE STEREOTIPATE
- Il primo ad esporsi pubblicamente è stato il capo di gabinetto
nipponico, Nobutaka Machimura, martedì scorso durante una
conferenza stampa. Alle domande insistenti dei giornalisti sui
recenti avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli del
Sol Levante il ministro ha ammesso, senza giri di parole, che
«il governo può solo offrire risposte stereotipate a questa
domanda – ma personalmente, credo definitivamente che gli Ufo
esistano». «Non dovrei aggiungere altro, ma vorrei veramente che
queste domande venissero poste con più frequenza», ha detto.
GODZILLA
- Come scrive il quotidiano Kyodo News sulla sua pagina
online, quest'oggi è stato invece il turno di un secondo
ministro, quello alla Difesa, Shigeru Ishiba. «Non c'è nessun
motivo per negare ulteriormente che oggetti non identificati
(Ufo) esistono, e che questi vengono controllati da un'altra
forma di vita», ha detto ai reporter, specificando tuttavia che
si tratta di un'esternazione a titolo personale. «Verificherò se
l'esercito del Giappone sia in grado di affrontare un attacco
alieno - del resto, anche nei film di Godzilla sono di fatto le
truppe giapponesi ad entrare in azione», ha affermato Ishiba.
«Non si capisce come mai», ha poi aggiunto, «la nostra
legislazione non dispone ancora di alcuna direttiva nel caso di
un'invasione extraterrestre». Pure in questo caso il politico ha
voluto sottolineare che quella espressa era solo un'opinione
personale.
ATTACCO
- Con la sua Costituzione estremamente pacifista, il Giappone
rinuncia ad avere delle forze armate predisposte per una guerra,
e si vieta ogni partecipazione militare a conflitti
internazionali. Dalla fine della seconda guerra mondiale Tokyo
ha avuto solo una Forza di Autodifesa.
Elmar Burchia
20 dicembre 2007
Impianto eolico colpito da un UFO?
05/03/2009
Sono partite le indagini dopo che una turbina ad energia eolica
a Conisholme, in Inghilterra, è stata danneggiata ad inizio
gennaio da, si sospetta, un attacco di un UFO. Secondo il
tabloid inglese “The Sun”, abitanti del luogo hanno detto di
essere stati svegliati da un forte colpo alle 4 di mattina, dopo
che erano state intraviste strane luci dirigersi verso
l’aerogeneratore eolico, alto 88 metri. Ci sono stati severi
danni ad alcune delle pale dell’aerogeneratore, della lunghezza
di 20 metri ciascuna; secondo il giornale, una pala è stata
addirittura completamente squarciata nell’incidente.
Dozzine di abitanti del luogo hanno rivelato di aver visto sfere
misteriose, di colore giallastro-arancione, nei cieli del
Lincolnshire quella notte. Un testimone oculare ha sostenuto di
aver visto un’enorme palla di luce dotata di ‘tentacoli’
scendere fino a terra.
In un’intervista al programma ‘Today’ della BBC Radio Four, Dale
Vince, fondatore dell’impianto eolico Ecotricity, ha ammesso che
la ditta non riusciva a trovare una spiegazione per l’incidente,
nonostante svariati giorni di indagini. Il danno è stato causato
‘da qualcosa della taglia e forma di una vacca’ che ha colpito
la turbina, secondo il portavoce. Il danno potrebbe essere stato
causato anche da un colpo di fulmine, oppure da un cedimento
catastrofico dovuto all’uso eccessivo. Ma, ha aggiunto, non ci
sono prove né di uso eccessivo delle parti né di fulmini.
"Non
abbiamo una spiegazione migliore [della teoria dell’UFO]",
ha concluso.
Tratto da: Business Insurance Europe, 26 gennaio 2009.
Traduzione a cura di Selene Scarsi
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