IL VAMPIRISMO ALLA LUCE DELLE TEORIE DI JACQUES VALLEE
In tale articolo cercheremo di dare una spiegazione ad un clamoroso ed inspiegabile caso di vampirismo avvenuto in Transilvania nel 1816 utilizzando alcune teorie dell’ufologo franco-americano Jacques Vallée ovvero l’esistenza della dimensione di Magonia, la capacità degli abitanti di Magonia di manipolare gli esseri umani, la teoria dell’”effetto termostato” e le modalità con le quali gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia mettono in atto tale “effetto termostato”. In questo articolo ci serviremo di tale schema concettuale: in primo luogo esporremo in maniera dettagliata tale caso di vampirismo; in secondo luogo esporremo in maniera sintetica le teorie di Jacques Vallée che utilizzeremo per spiegare tale caso di vampirismo ed infine tenteremo di dimostrare che servendoci di queste teorie di Vallée è possibile dare una spiegazione sia a questo caso di vampirismo sia alla convinzione dell’esistenza dei vampiri, convinzione che durò per molto tempo tra le popolazioni di molte nazioni europee.
Per prima cosa esporremo un caso clamoroso di vampirismo avvenuto in Romania e più precisamente in Transilvania.
Abbiamo scelto tale caso di vampirismo dal momento che ci sembra che tale caso difficilmente possa essere considerato solo una leggenda oppure solamente frutto della fantasia di qualche persona in vena di fare scherzi o soggetta ad allucinazioni.
Tale apparizione di un vampiro è avvenuta nel 1816 in Romania e precisamente in un villaggio situato nei pressi di Cluj. Quello che distingue questa storia di vampirismo da tutte o perlomeno da quasi tutte le altre storie riguardanti i vampiri è il fatto che dell’apparizione e delle vicende riguardanti tale vampiro esiste addirittura un resoconto scritto redatto da un nobile che risiedeva in un castello situato nei pressi di Cluj. Tale resoconto scritto è particolarmente attendibile perché è stato redatto dal nobile in questione circa un mese dopo la fine degli eventi riguardanti tale caso di vampirismo ragion per cui non è possibile realizzare che si tratti di una leggenda nata dall’alterazione di fatti storici avvenuti molto prima della scrittura di tale resoconto.
Prima di cominciare a raccontare tale storia di vampirismo vogliamo precisare che il documento in questione è stato ritrovato per puro caso nella biblioteca del nobile nascosto nelle pagine di un libro.
Tale storia di vampirismo molto diversa, come vedremo, dalla maggior parte delle altre anche perché si è svolta davanti a molti testimoni cominciò in un’osteria di tale villaggio nei pressi di Cluj. Era da alcune ore scesa la sera su tale villaggio e come accadeva in tutte le sere nell’osteria del villaggio si erano recati un buon numero di persone. Sembrava una serata come tutte le altre e gli avventori di tale locale erano intenti a svolgere le loro solite attività quando all’improvviso entrò nell’osteria quello che sembrò a tutti un personaggio molto sinistro tanto è vero che, come mette in evidenza il nobile nel suo racconto, immediatamente gli avventori dell’osteria smisero le loro attività abituali e concentrarono la loro attenzione sul misterioso personaggio appena entrato nell’osteria. Vogliamo precisare che uno degli avventori faceva parte della servitù del nobile che cominciò proprio dal suo servo le sue indagini. Scese un silenzio assoluto nell’osteria e tale silenzio si tramutò in vero e proprio terrore collettivo che si impadronì di tutti gli avventori dell’osteria quando il sinistro personaggio disse di essere un vampiro e per dimostrare che non stava scherzando mostrò i suoi canini aguzzi da vampiro avvicinandosi a vari avventori dell’osteria con la bocca aperta. In primo luogo si avvicinò proprio all’oste per poi spostarsi in direzione di altri avventori i quali poterono verificare che si trattava di un vampiro e non di un fantasma perché era dotato dei classici denti da vampiro. Ma il peggio doveva ancora arrivare per uno degli avventori dell’osteria che seduto a un tavolo stava bevendo insieme a degli amici un bicchiere di vino. Il vampiro si avvicinò a tale persona ma non si limitò solamente a mostrargli i denti come aveva fatto con tutti gli altri individui che si trovavano nell’osteria in quanto lo morse sul collo con i suoi denti da vampiro sebbene la ferita che gli provocarono tali denti non era molto profonda ragion per cui sembrava non destare nessuna preoccupazione.
Tuttavia il vampiro disse a tale persona che sarebbe morto entro pochi giorni e dopo aver pronunciato questa minaccia uscì lentamente dall’osteria dove secondo il resoconto scritto del nobile si era trattenuto per circa un quarto d’ora spostandosi da un lato all’altro dell’osteria al solo scopo di terrorizzare gli avventori. Appena uscito il vampiro tutti si resero conto che non era stata un’allucinazione collettiva perché il povero avventore che era stato morso dal vampiro presentava sul collo le due ferite causate dal terrificante essere. Il nobile scrive nel suo resoconto che la persona che era stata morsa dal vampiro morì una settimana dopo in maniera misteriosa ed inquietante.
Gli abitanti di tale villaggio decisero di bruciare il corpo di quest’uomo ucciso dal vampiro al fine di evitare che diventasse anche lui un vampiro. Qui finisce la prima parte della storia ma dobbiamo ora spiegare perché il nobile decise di mettere per iscritto tale episodio di vampirismo.
Come abbiamo detto in precedenza uno degli avventori dell’osteria faceva parte della servitù del nobile e in quanto tale viveva al castello. Egli non appena tornò al castello raccontò subito questa storia incredibile al suo padrone il quale considerò priva di fondamento tale storia e si arrabbiò con tale persona accusandolo o di essersi ubriacato nell’osteria o di volerlo prendere in giro. Tale servo raccontò al suo padrone che molte altre persone avevano visto il vampiro e che uno di essi portava addirittura sul collo i segni dell’incontro con il vampiro. Il nobile mandò a chiamare al suo castello alcuni degli avventori dell’osteria il giorno dopo l’apparizione del vampiro e in particolare rimase colpito sia dal fatto che tutti confermarono la versione data dal suo servo sia dal fatto che egli stesso poté notare che i segni dei denti del vampiro erano effettivamente presenti sul collo della persona che era stata morsa e minacciata di morte dal vampiro. Il nobile a questo punto cominciò a credere a questa storia di vampirismo e per tale motivo ordinò alla persona che era stata morsa dal vampiro di restare al suo castello per verificare se effettivamente tale persona sarebbe morta in pochi giorni e che cosa eventualmente ne avrebbe causato la morte. Il nobile mise in evidenza nel suo dettagliato resoconto scritto che tale persona, senza nessun motivo razionale, si indebolì giorno dopo giorno tanto che il giorno prima di morire non riusciva nemmeno ad alzarsi per pochi istanti dal letto. Dobbiamo anche mettere in evidenza che il nobile aveva ordinato a due suoi soldati di restare a guardia della porta che conduceva nella stanza dove si trovava la persona che era stata morsa dal vampiro per evitare che l’essere mostruoso potesse di nuovo venire a contatto con l’uomo.
La notte nella quale l’uomo vampirizzato morì quindi davanti alla porta della stanza dove egli si trovava c’erano i soldati del nobile che impedivano a chiunque di entrare in tale stanza nella quale si trovava un’ampia finestra lasciata in parte aperta non sorvegliata perché la stanza si trovava nella parte alta del castello ragion per cui nessun uomo sarebbe potuto entrare in essa utilizzando tale finestra in quanto avrebbe dovuto scalare le alte mura del castello cosicché solo un essere in grado di volare sarebbe stato in grado di entrare nella stanza utilizzando questa finestra.
All’improvviso i soldati che erano di guardia davanti alla porta udirono delle deboli grida emesse dall’uomo che stava per morire: l’uomo pronunciò solo questa frase udita dalle guardie: “Il vampiro è venuto a prendermi”.
Subito dopo aver sentito queste parole pronunciate dall’uomo vampirizzato i soldati entrarono nella stanza e trovarono l’uomo in agonia tanto che egli morì pochi minuti dopo l’ingresso della guardie nella stanza e non riuscì neppure a rispondere alle domande delle guardie che non poterono fare altro che avvertire il nobile della morte inquietante dell’uomo.
Il nobile entrò nella stanza dove si trovava la persona uccisa dal vampiro e narra nel suo resoconto scritto che egli trovò la finestra della stanza completamente aperta ragion per cui chiese ai soldati come mai tale finestra era completamente spalancata mentre egli aveva dato l’ordine di tenerla solo parzialmente aperta. I soldati negarono nella maniera più assoluta di essere stati loro ad aprire completamente tale finestra ed anche il servo del nobile che assisteva l’uomo moribondo confermò che quando egli era entrato nella stanza qualche ora prima della morte dell’uomo la finestra era solo parzialmente aperta. Il servo confermò anche al nobile che né lui né nessun altro servo avevano spalancato tale finestra che con tutta probabilità era stata spalancata dal vampiro stesso venuto ad annunciare all’uomo che l’ora della sua morte era arrivata.
Il nobile insieme agli abitanti del villaggio decisero di bruciare il corpo di tale persona per evitare che diventasse un vampiro dopo la sua morte. Il nobile attese un mese circa prima di mettere per iscritto tale storia per dare tempo al vampiro di compiere eventuali altre apparizioni ma egli non fu più visto da nessuno e non ci fu nessuna morte che potesse essere attribuita al vampiro né nel villaggio in questione né nei villaggi vicini. In sintesi tale vampiro com’era apparso dal nulla così scomparve definitivamente nel nulla come se fosse venuto da un’altra dimensione (la dimensione di Magonia).
Trascorso tale mese il nobile come egli stesso scrive nel suo stesso resoconto decise di indagare su eventuali casi di vampirismo avvenuti nel passato a Cluj e nei vari paesi situati nelle vicinanze di Cluj. Alla fine delle ricerche condotte dal nobile con l’aiuto di alcuni suoi soldati egli non riuscì anche risalendo a parecchi anni prima a trovare qualche persona soprattutto anziana in grado di parlargli di qualche caso di vampirismo clamoroso come quello che era accaduto nell’osteria di quel villaggio vicino Cluj. Tuttavia il nobile mise in evidenza nel suo resoconto scritto che circa una quarantina di anni prima del 1816 (anno nel quale avvenne tale caso di vampirismo) nella città di Cluj era avvenuto un fatto misterioso che non poteva essere spiegato razionalmente anche se non era facile stabilire se si trattava di un caso di vampirismo o dell’apparizione di un fantasma. Il nobile chiuse il suo resoconto scritto di tale caso di vampirismo raccontando in maniera dettagliata anche questo fatto misterioso avvenuto a Cluj mettendo in evidenza che considerava attendibile il racconto che gli era stato fatto su questo caso che si trovava a metà strada tra il vampirismo e le apparizioni dei fantasmi. Esporremo in maniera molto sintetica questo episodio misterioso anche se ci limiteremo ad applicare le teorie di Vallée solo al caso eclatante di vampirismo avvenuto nel 1816.
Riguardo questo fatto misterioso avvenuto a Cluj secondo il nobile 35-40 anni prima nella capitale della Transilvania, il nobile scrive che tutto era cominciato dal racconto che gli avevano fatto tre anziani abitanti di Cluj che gli riferirono che circa 35-40 anni prima essi mentre stavano ritornando alle loro case a notte inoltrata avevano incontrato sulla strada che portava alle loro case un essere misterioso apparso dal nulla: la creatura della notte andò loro incontro e disse loro di essere un vampiro e di essere venuto a Cluj per far saper agli abitanti di tale città tramite loro che entro poco tempo si sarebbero verificati nella città della Transilvania fatti spaventosi in quanto su tale città esisteva una maledizione lanciata dal vampiro stesso alcuni anni prima. Dopo qualche mese una giovane donna che viveva da sola in una casa situata nella periferia di Cluj si mise a letto e nel giro di una settimana perse completamente le sue energie come se qualcuno le succhiasse l’energia vitale giorno dopo giorno tanto che la giovane donna morì sostenendo un paio di giorni prima della sua morte che un vampiro era entrato più volte nella sua casa mordendola sul collo. A quel tempo le persone che la conoscevano non le credettero perché sul collo della donna non furono mai trovati segni che facessero pensare che la donna fosse stata morsa da un vampiro ragion per cui tutti pensarono che la donna fosse pazza ed avesse le allucinazioni anche dopo che ella morì in maniera inspiegabile.
Come abbiamo messo in evidenza nel nostro libro intitolato “I miti della società contemporanea” esisteva la ferma convinzione nell’epoca d’oro del vampirismo che i vampiri lasciassero sempre i segni dei loro denti sul collo delle loro vittime ragion per cui non deve sorprendere che la donna venne considerata pazza dagli abitanti di Cluj.
Tuttavia una settimana dopo la morte della donna un uomo raccontò che il fantasma della donna era entrato nella sua stanza ed aveva avuto rapporti sessuali con lui durante la notte annunciandogli che tali rapporti sessuali gli sarebbero costati la vita entro un mese dal momento che sulla donna esisteva la maledizione di un vampiro, maledizione che la donna aveva contagiato all’uomo che aveva accettato di avere rapporti sessuali con lei pur sapendo che ella era un fantasma.
Una settimana dopo tale misterioso evento un altro uomo che abitava a Cluj sostenne che il fantasma di tale donna era apparso nella sua stanza da letto durante la notte e gli aveva proposto di avere rapporti sessuali con lei. L’uomo accettò la proposta della donna pur sapendo che ella era già apparsa una settimana prima all’altro abitante di Cluj. La donna prima di sparire disse anche a questo secondo uomo che i rapporti sessuali che aveva avuto con lei gli sarebbero costati la vita entro un mese poiché ella gli aveva trasmesso la stessa maledizione del vampiro che l’aveva condotta alla morte.
Effettivamente i due uomini dopo circa un mese a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro furono costretti a mettersi a letto e divennero giorno dopo giorno sempre più deboli come se un essere soprannaturale (vampiro o fantasma che fosse) gli avesse succhiato l’energia vitale. In pochi giorni i due uomini morirono ma anche in questo caso sul loro collo non furono trovati i segni che avrebbero dovuto lasciare i denti del vampiro o della vampira sebbene entrambi gli uomini riferirono nel corso della loro misteriosa malattia che in più di un’occasione durante la notte erano apparsi loro il vampiro e la donna morta contemporaneamente e avevano ricordato loro che la maledizione del vampiro li avrebbe uccisi. Così termina il resoconto scritto del nobile che ammette di non sapere con certezza se questo evento misterioso e terrificante debba essere considerato un caso di vampirismo o debba essere classificato tra le apparizioni dei fantasmi.
A nostro avviso questo caso situato a metà strada tra le storie dei vampiri e le storie dei fantasmi sembrerebbe dare ragione a John Keel. Come abbiamo scritto nel nostro articolo “Alcune riflessioni sulla teoria del superspettro di John Keel” l’ufologo americano sostiene che tutti i fatti misteriosi anche quelli che sembrano non aver nessun legame fra loro sono creati dall’energia di un’entità che Keel definisce “Superspettro”, perché situata in una zona dello spettro elettromagnetico non percepibile dagli organi di senso degli esseri umani.
Invece il caso di vampirismo avvenuto nel 1816 si potrebbe spiegare utilizzando alcune teorie di Jacques Vallée che ora andremo ad esporre in maniera sintetica per poi in un secondo momento applicarle non solo a tale caso di vampirismo ma più in generale alla credenza dell’esistenza dei vampiri allo scopo di cercare di dare una spiegazione al fatto che per moltissimo tempo gli abitanti di numerose nazioni europee credettero fermamente all’esistenza dei vampiri e vissero nel continuo terrore di essere aggrediti da loro e trasformati di conseguenza in vampiri.
La prima teoria di Jacques Vallée che prenderemo in considerazione ed esporremo in maniera sintetica è l’esistenza di un universo parallelo al nostro definito da Vallée “La dimensione di Magonia” ( nel folklore medievale Magonia era il mondo abitato da fate, gnomi, elfi e folletti i quali in determinate circostanze favorevoli potevano entrare nel nostro mondo ed in alcuni casi potevano anche rapire gli esseri umani per portarli nel mondo di Magonia).
Secondo l’ufologo franco-americano gli abitanti della dimensione di Magonia (un universo parallelo al nostro) sarebbero in grado di interferire con le vicende del genere umano in vari modi: tali interferenze sarebbero finalizzate a manipolare la visione del mondo ed il comportamento degli esseri umani allo scopo di condizionare le loro credenze e i loro comportamenti senza che essi si rendano conto di subire sin dalla notte dei tempi l’influenza degli abitanti di Magonia. Come abbiamo scritto in un nostro articolo intitolato “Ipotesi sull’origine degli UFO” Vallée insieme a Keel deve essere considerato il fondatore della “New ufology” che si basa sul presupposto che dietro la fenomenologia ufologica non si nascondano gli extraterrestri ma entità parafisiche provenienti da un universo parallelo, da una dimensione parallela alla nostra i quali fingerebbero di essere degli alieni per manipolare le credenze degli esseri umani (ipotesi parafisica dell’origine degli UFO).
Vallée è convinto che gli abitanti della dimensione di Magonia interferiscono con le vicende degli esseri umani fin dagli inizi della storia del genere umano assumendo di volta in volta le sembianze di esseri quali fate, gnomi, elfi, folletti, creature soprannaturali di vario tipo, alieni. Secondo l’ufologo franco-americano nel corso della storia del genere umano gli abitanti di Magonia si sono mascherati in maniera molto diversa dimostrando così di avere capacità camaleontiche e scegliendo sempre il travestimento più credibile nelle varie epoche storiche. Per fare due esempi molto significativi nel corso dell’età medievale essi avrebbero assunto la forma di fate, gnomi ed elfi perché in quel determinato periodo storico quasi tutti gli individui credevano nell’esistenza del “piccolo popolo” mentre oggi gli stessi abitanti di Magonia avrebbero scelto di travestirsi da alieni dando così origine al fenomeno UFO perché oggi noi ci troviamo nell’era spaziale nella quale moltissime persone credono nell’esistenza degli alieni.
Come abbiamo scritto in due nostri libri intitolati “I credenti degli UFO” e “Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO” Vallée e Keel sono gli autori dei libri che hanno dato il via all’esplosione e alla diffusione, prima negli Stati Uniti e poi in molte altre nazioni della “Nuova ufologia” (John Keel è l’autore di “UFO operazione cavallo di Troia” mentre Jacques Vallée è autore del libro “Passaporto per Magonia”: tali libri devono essere considerati i testi base della nuova ufologia che nacque nel 1969 negli Stati Uniti).
Jacques Vallée è convinto che gli abitanti di Magonia assumano sembianze diverse nel corso dei secoli al fine di creare nel mondo degli esseri umani delle credenze, un clima socio-culturale (“stimmung”), politico, religioso funzionale ai loro interessi e al loro scopo principale ovvero creare una visione del mondo (“Weltschuung”) che permetta loro di manipolare le credenze e il comportamento degli esseri umani. Come abbiamo scritto in un nostro libro intitolato “Una lettura sociologica della realtà contemporanea” gli esseri umani agiscono tenendo conto non tanto della realtà dei fatti ma della interpretazione che essi danno dei fatti, interpretazione che molto spesso non coincide con la realtà effettiva ma anzi tende a deformarla. Sempre in tale libro abbiamo sostenuto quindi che in tutte le epoche storiche, compresa la nostra quello che condiziona il comportamento degli esseri umani non sono tanto gli eventi storici e sociali che avvengono in una data epoca storica ma la percezione collettiva di tali eventi che si verificano in tale epoca storica. In sintesi quello che vogliamo dire è che per manipolare gli esseri umani non è necessario modificare gli eventi storici ma è sufficiente modificare la percezione collettiva degli eventi storici che si verificano in una data epoca.
Una delle leggi fondamentali della sociologia è la legge definita del “Come se” (tale legge afferma che non importa che un evento sia reale per condizionare il comportamento degli esseri umani ma è sufficiente che gli esseri umani credano che tale evento sia reale anche se non lo è per condizionare il comportamento collettivo degli esseri umani). Nei nostri libri intitolati “I credenti degli UFO” e “Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO” abbiamo evidenziato che la teoria parafisica dell’origine degli UFO fondata da John Keel e Jacques Vallée ha un senso solamente se si parte dal presupposto che le entità parafisiche tengano conto ed utilizzino proprio la legge sociologica del “Come se” per manipolare il comportamento degli esseri umani dal momento che tale legge sociologica è valida non solo nel mondo contemporaneo ma in tutte le epoche storiche a partire da quelle più antiche.
Tornando alle teorie di Jacques Vallée che applicheremo al caso di vampirismo avvenuto nel 1816 in un villaggio situato nelle vicinanze di Cluj grandissima importanza riveste la teoria dell’“effetto termostato” elaborata dall’ufologo franco-americano. Secondo tale teoria gli abitanti di Magonia creano in tutte le epoche storiche un clima socio-culturale favorevole al raggiungimento dei loro scopi e poi fanno di tutto per mantenere inalterato tale clima socio-culturale. Di conseguenza secondo Vallée il loro comportamento è paragonabile all’azione di un termostato che una volta che si è raggiunta in una determinata casa la temperatura desiderata dal padrone di casa il termostato fa in modo che tale temperatura non subisca nessuna variazione cioè evita che la temperatura in questione aumenti o diminuisca, diventando o troppo fredda o troppo calda.
L’ultima teoria di Jacques Vallée che prenderemo in considerazione perché a nostro avviso è applicabile anche alla credenza nel vampirismo è la convinzione dell’ufologo franco-americano che gli abitanti di Magonia utilizzino tre strategie per creare e mantenere costante un determinato clima socio-culturale in una data epoca storica e quindi per dare luogo all’“effetto termostato”: spaventare gli esseri umani assumendo le sembianze di creature e terrificanti e creando situazioni spaventose (ad esempio casi di vampirismo e licantropismo), dare luogo a situazioni ed eventi attraenti e piacevoli creando creature attraenti ed affascinanti (ad esempio le fate), assumere comportamenti che creano confusione nella mente degli esseri umani (ad esempio comportamenti contraddittori o addirittura privi di senso).
Nella parte finale di questo articolo utilizzeremo le sopracitate teorie di Vallée per rispondere a due domande che ci siamo posti in un nostro libro intitolato “I miti della società contemporanea”: le due domande che ci siamo posti in tale libro nel capitolo riguardante il vampirismo sono; come mai per moltissimo tempo in numerose nazioni europee ed anche non europee moltissimi individui hanno creduto all’esistenza dei vampiri a tal punto da vivere nel continuo terrore ogni volta che tramontava il sole e scendevano le tenebre dal momento che i vampiri attaccavano le loro vittime dopo il tramonto del sole e il conseguente arrivo del buio? Come mai oggi nella società contemporanea nessuno crede più all’esistenza dei vampiri?
Riguardo alla prima domanda, accettando le teorie di Vallée si potrebbe rispondere che il fatto che tante persone hanno creduto all’esistenza del vampirismo nei tempi passati era dovuto al fatto che gli abitanti di Magonia volevano che gli esseri umani credessero all’esistenza dei vampiri perché tale credenza era funzionale al raggiungimento del loro scopo ovvero condizionare il comportamento degli esseri umani manipolando la loro “Weltenschuüng” (visione del mondo), la “Stimmung” e la “Bildung” dominanti nelle varie epoche storiche.
Per rispondere invece alla seconda domanda si potrebbe dire che gli uomini hanno smesso di credere ad un certo momento della loro storia in tutte le nazioni all’esistenza dei vampiri perché gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia sono giunti alla conclusione che non era più compatibile con il raggiungimento dei loro scopi il fatto che gli uomini credessero ancora all’esistenza dei vampiri cosicché hanno scelto di non alimentare più tale credenza. A questo punto tuttavia bisogna chiedersi in che modo secondo Vallée gli abitanti di Magonia hanno in un primo momento fatto in modo che gli uomini credessero all’esistenza dei vampiri per poi fare in modo in un secondo momento di convincere gli uomini che i vampiri non esistevano. A dire di Vallée gli abitanti di Magonia convinsero gli uomini dell’esistenza dei vampiri assumendo loro stessi le sembianze dei vampiri ed una volta assunte tali sembianze penetravano nel nostro universo attraverso delle finestre che mettevano in contatto due dimensioni parallele ovvero la nostra e la loro dimensione. Dopo essere entrati nel nostro universo, utilizzando tali finestre extradimensionali essi aggredivano effettivamente gli esseri umani travestiti da vampiri ragion per cui gli uomini che raccontavano di aver subito gli attacchi dei vampiri non mentivano né erano vittime di allucinazioni dal momento che erano stati effettivamente attaccati dagli abitanti di Magonia che avevano assunto le sembianze di vampiri.
Quando gli abitanti di Magonia decisero che gli uomini non dovevano più credere all’esistenza dei vampiri smisero di attaccare gli esseri umani assumendo le sembianze dei vampiri e per tale ragione col passare del tempo nessuno credette più all’esistenza dei vampiri che furono considerati esseri leggendari e di conseguenza finì quel clima di terrore che gli abitanti di Magonia avevano creato negli esseri umani convincendoli dell’esistenza dei vampiri.
In definitiva quindi Vallée crede che gli abitanti di Magonia dovessero assumere le sembianze dei vampiri per alimentare la credenza nel vampirismo. Noi riteniamo plausibile questa spiegazione data da Vallée però non ci sentiamo di escludere la possibilità non presa in considerazione da Vallée che gli abitanti di Magonia potrebbero non avere bisogno necessariamente di assumere loro stessi le sembianze dei vampiri dal momento che essi potrebbero anche utilizzare qualche forma di energia in loro possesso per creare i vampiri (ad esempio potrebbero sfruttare o l’energia esistente nella dimensione di Magonia o qualche forma di energia in loro possesso frutto delle loro conoscenze scientifiche molto superiori alle nostre).
Per quanto riguarda il caso di vampirismo avvenuto nel 1816 in Romania vogliamo metter in evidenza che siamo stati colpiti da due fatti che si notano con grande evidenza nel resoconto scritto redatto dal nobile che si è interessato di tale caso di vampirismo. In primo luogo abbiamo notato che il vampiro entrato nell’osteria sembrava molto interessato a dimostrare ai numerosi individui lì presenti che egli era senza nessun dubbio un vampiro dal momento che si è avvicinato a diversi uomini presenti nell’osteria mostrando i suoi denti da vampiro anche se alla fine ha morso il collo di una sola persona presente nell’osteria. Di conseguenza ci poniamo questa domanda: perché il vampiro ha mostrato con grande evidenza o per meglio dire con grande teatralità i suoi denti da vampiro facendo diversi giri all’interno dell’osteria senza mordere nessuno degli uomini presenti lì tranne quell’unica persona che poi dopo poco tempo è morta nel castello del nobile come gli aveva predetto il vampiro. Se partiamo dall’idea che tale vampiro era un abitante di Magonia che aveva assunto le sembianze di vampiro oppure era un essere creato dall’energia in possesso degli abitanti di Magonia è facile rispondere a tale domanda che altrimenti resterebbe senza risposta. Quello che vogliamo dire è che il vampiro ha fatto di tutto per convincere le persone che si trovavano in quella osteria che egli era senza dubbio un vampiro perché in quel periodo storico gli abitanti di Magonia volevano convincere gli esseri umani che i vampiri esistevano realmente. In secondo luogo vogliamo chiudere tale articolo mettendo in evidenza che questo caso di vampirismo non può assolutamente essere spiegato sostenendo che il vampiro non era reale ma era solamente una allucinazione degli avventori dell’osteria. Contro l’ipotesi dell’allucinazione è possibile citare almeno tre argomentazioni a nostro avviso abbastanza forti da rendere insostenibile e priva di senso l’ipotesi dell’allucinazione: in primo luogo il vampiro è stato visto non da una o due persone ma da i numerosi avventori presenti quella sera in osteria ragion per cui è impossibile che tutti siano rimasti contemporaneamente vittima di un’allucinazione; in secondo luogo i segni del morso del vampiro presenti sul collo dell’uomo attaccato dal vampiro furono visti da tutte le persone che erano presenti nell’osteria e anche il nobile autore del resoconto scritto afferma a chiare lettere di aver visto i segni del morso del vampiro sul collo dell’uomo; in terzo luogo se si fosse trattato di un’allucinazione l’uomo attaccato dal vampiro non sarebbe morto in maniera misteriosa in poco tempo come gli aveva predetto il vampiro.
Giovanni Pellegrino
Riferimenti bibliografici
G. Pellegrino, I miti della società contemporanea, New Grafic Service, Salerno, 2004
G. Pellegrino, Alcune riflessioni sulla teoria del superspettro di John Keel, nexusedizioni.it
G. Pellegrino, Ipotesi sull’origine degli UFO, centrostudilaruna.it
G. Pellegrino, Una lettura sociologica della realtà contemporanea, New Grafic Service, Salerno, 2003
G. Pellegrino, I credenti degli UFO, Edisud, Salerno, 2002
G. Pellegrino, Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO, Progetto Immagine, Torino, 2007