RIMESSA IN DISCUSSIONE DELLE
DATAZIONI DELLE AREE GEOLOGICHE
proposto da Marcello Soave, del 12/11/2013
Ho trovato in due siti molto interessanti la teoria (che a occhio ritengo possibile essere esatta) che molte datazioni archeologiche siano sbagliate, perché basate anche sul preconcetto (o pregiudizio) nella scelta dei dati significativi. Se vi sono quindi reperti riguardanti la paleoastronautica che gli archeologi scartano per via della datazione, pùò essere che la datazione sia sbagliata e non la teoria ufologica. I siti da cui ho tratto il testo sono:
http://www.sideratau8.org/datazione.htm
http://mmmgroup2.altervista.org/i-date.html
Ecco quindi la
TEORIA SULLA RIDISCUSSIONE DELLE DATAZIONI ARCHEOLOGICHE
di MARIE CLAIR VAN OOSTERWYCK-GASTUCHE
NOTA INTRODUTTIVA DEL CENTRO "ELEUSIS SIDERA TAU 8"
Gli Eleusini Madre, nell'ambito delle loro istituzioni culturali e
di ricerca, hanno sempre prestato la massima attenzione allo sviluppo di nuove
teorie e di nuovi dati scientifici che possano contribuire a fare luce sulla
complessa storia del nostro pianeta, sulle vere origini dell'essere umano e
sullo sviluppo della civiltà. E' in questa ottica che salutiamo con gioia e
soddisfazione una nuova scoperta che a nostro parere sarà destinata a scuotere
dalle fondamenta i tradizionali metodi di datazione applicati dalla Geologia,
dalla Paleontologia e dall'Archeologia.
Le datazioni fornite dai radioisotopi Carbonio14, Potassio-Argon e
Torio230, considerate per molti anni certe e inconfutabili, tanto da essere
ritenute la "prova" per eccellenza in una quantità di ricerche -
compreso lo studio di reperti quali
I radioisotopi sono una sorta di orologi geologici, perché
dimezzano la propria radioattività in un preciso numero di anni accertato;
pertanto, misurando il residuo radioattivo presente nelle rocce si può risalire
alla loro età geologica.
In realtà non è proprio così che avviene, come ha saputo dimostrare la dott.
Gastuche, effettuando una ricerca sui criteri di datazione, quando le venne
chiesto di fornire un parere scientifico sulla frequenza di datazioni aberranti
prodotte dai metodi con i radioisotopi.
Infatti, molto spesso il metodo dei radioisotopi dà datazioni assolutamente
divergenti sullo stesso elemento: per esempio, testando resti fossili del
proconsul, una scimmia ominide estinta, si può avere al tempo stesso una
datazione di 14 milioni, di 42 milioni di anni, oppure di 264 milioni di anni.
In quale modo, allora, può essere stabilito che è corretta la prima datazione e
non le altre due?
Questi, ateo militante, spese la sua vita nel tentativo di
"dimostrare" che il diluvio universale non c'era mai stato e che
La sua teoria, chiamata uniformitarismo, si fondava sulla teoria
darwiniana, anzi l'una confermava l'altra. Lyell, infatti, affermò che i metodi
di classificazione degli strati geologici utilizzati fino a quel momento - che
precisavano la sovrapposizione in base al grado cristallino ma non azzardavano
alcuna datazione - potevano essere perfezionati e completati mediante la
ricerca del fossile caratteristico di ciascuno strato.
In pratica, in ogni strato geologico sarebbe presente un fossile che lo
caratterizza e, grazie alla scala evolutiva sancita da Darwin, la scala
fanerozoica, si potrebbe così stabilire la data a cui quello strato
geologico risale.
Quindi, non è la datazione dello strato geologico che permette di datare il
fossile ma, al contrario, è il fossile che determina la datazione delle rocce
in cui si trova.
Arthur Holmes utilizzò la stessa metodologia per il metodo dei radioisotopi,
prendendo per buona la datazione che si accorda meglio con la scala evolutiva
darwiniana e considerando anomale tutte le altre.
Questa teoria è tutt'oggi ancora ritenuta valida in ambito scientifico e viene
utilizzata regolarmente per tutte le datazioni ai radioisotopi, benché queste
diano un elevatissimo numero di dati divergenti. Nel caso del proconsul,
si è stabilito che "non può" essere vissuto 264 milioni di anni fa
perché in base alla scala fanerozioca in quel periodo "non potevano"
esserci vertebrati ma soltanto invertebrati.
Questo metodo di datazione, tutt'altro che scientifico, è stato alla base di
uno scandalo scoppiato nel 1973, quando lo scienziato Richard Leakey
ritrovò nei dintorni del lago Turkana molti fossili che fornivano una serie di
dati anomali.
Tra questi, vari utensili di pietra scheggiata e il teschio di una bambina, lo skull
1470, mescolati a fossili di australopitecine.
La datazione rilevata con i radioisotopi fu di oltre due milioni di anni fa e
già questo non si accordava con le scale evolutive, perché non si poteva
accettare una "ominizzazione" tanto precoce. Inoltre, la presenza di
un teschio non scimmiesco ma umano, con caratteristiche simili a quelle
attuali, era assolutamente incompatibile con qualsiasi scala evolutiva.
Le polemiche furono violente e prolungate, perché i dati scientifici ottenuti
dalla ricerca sul campo erano in netto contrasto con tutto quanto dato per
certo dalla stessa scienza.
Alla fine, la questione fu chiusa in un convegno internazionale, nel 1976, nel
quale si stabilì che:
in quel caso, la datazione al carbonio era errata,
il teschio umano era arrivato lì a seguito di smottamenti e terremoti,
i resti di australopitecine invece erano del posto e non avevano subito
spostamenti,
quel ritrovamento, come altri simili in altri siti, "aveva un
significato evolutivo dubbio".
RIMESSA IN DISCUSSIONE DELLE DATAZIONI DELLE AREE GEOLOGICHE
di MARIE CLAIR VAN OOSTERWYCK-GASTUCHE
Tratto da C.E.P. N°1
Questo articolo riassume un lavoro cominciato più di 20 anni fa. Io sono un
mineralogo professionista, specializzato in silicati. Ho lavorato
principalmente su materiali africani in un reparto di ricerca di geologia,
mineralogia e geocronologia. In quel periodo, un geocronologo di fama mondiale
chiese la mia opinione sull'origine delle età "anormali" che si
trovano tanto frequentemente negli studi geocronologici.
La mia risposta è molto semplice: poiché gli elementi radioattivi sono
incastrati in reticoli cristallini ben definiti, è logico pensare che durante
la genesi e l'alterazione dei cristalli essi siano influenzati da fattori come
la temperatura e le soluzioni (in particolare, nel caso di età anormali
misurate nelle rocce, le "condizioni idrotermiche").
Ovviamente la loro composizione chimica è importante (Gastruche, 1959; Gastruche
e De Kimpe, 1959; De Kimpe, Gastuche et Brindley, 1961, etc.) come
lo è la loro granulometria (Gastruche,
I geocronologi rifiutarono obiettando che condurre esperimenti sulle tecniche
isotopiche fosse "non scientifico," poiché queste forniscono sempre
delle età assolute. Allo stesso tempo evasero ogni forma di discussione,
persino quelle su quei risultati assurdi che essi mi avevano incaricato di
passare al setaccio. È vero che la mia conclusione non piacque loro. Capirete
il perché quando leggerete quest'articolo.
Una tale reazione stimolò la mia curiosità. Consultai diversi specialisti:
geologi, sedimentologi, embriologi, genetisti, etc., sulle prove riguardo ai
lunghi periodi evolutivi. Con mia sorpresa, scoprii che tutti pensavano che
esse fossero state fornite dai geocronologi. Allora consultai la vastissima
documentazione a mia disposizione. Dopo aver notato differenze di alcuni
miliardi di anni tra formazioni precambriane apparentemente identiche, mi
interessai agli "eventi ben datati" che accaddero sul continente
africano riguardo alla "nascita dell'intelligenza" tra le
popolazioni di antropoidi ed ominidi durante il loro "processo di
emersione" allo stato umano. Questi fossili, antichi di svariati milioni
di anni secondo le tecniche di datazione isotopica, a dire degli esperti,
contrassegnavano il limite ufficiale delle Ere ed in particolare del Pleistocene
in quanto questi coincidevano con la comparsa della produzione del primo
paleolitico.
Giunsi a due importanti conclusioni:
1. Non c'è alcuna prova, neanche la più piccola, di
un'origine animale del genere umano.
2. Le misurazioni isotopiche, che "datano" le ere geologiche,
non hanno alcun senso cronologico.
Ma le conclusioni dei manuali sono, come sappiamo, diametralmente opposte.
Cominciai con l'informarmi chiedendo ai miei colleghi geologi. Anzitutto volevo
conoscere i punti di riferimento cronologici che sono stati usati per
avvalorare i milioni di anni di evoluzione e che hanno permesso la selezione
dei dati geocronologici con lo scopo di mantenere solo i risultati validi
("migliori valutazioni"). Essi confessarono di non conoscerli ma mi consigliarono
di consultare il manuale "Physical Geology" di Holmes
(1965), perché "stava tutto lì."
Così cominciai la mia ricerca con quel manuale e scoprii che le date erano
state selezionate secondo la teoria "attualista" di Lyell.
In realtà la sua "scala stratigrafica" stabiliva "l'emergere
della vita" con la struttura cronologica, costruita durante quei lunghi
periodi chiamati "Ere" geologiche di cui l'ultima, il Pleistocene,
coincide con la comparsa dei nostri primi "progenitori" animali, gli
ominidi che, come sappiamo, fecero le prime pietre intagliate (paleoliti).
È importante notare che, per il suo "attualismo", Lyell trasse la sua
ispirazione da un preciso "credo" secondo cui le storie bibliche sono
solo favole, e perciò che quegli strati e quei fossili non potevano essere la
traccia del cataclisma di una inondazione, come si pensava fino ad allora, ma
riflettevano lunghi e tranquilli periodi durante i quali le specie si evolsero
progressivamente, dai Batteri fino all'Uomo. Di conseguenza un altro nome
dell'attualismo di Lyell è l'uniformitarismo o "teoria tranquilla".
Nel nome dell'obiettività scientifica, Lyell riconobbe di aver messo da parte
l'interpretazione diluvianista come un credo religioso soggettivo e perciò non
realista.
La scala di Lyell, che prova l'evoluzione scientificamente, fu presto insegnata
in tutte le università. Un esame più attento porta alla conclusione che essa è
divenuta obsoleta e che i fatti osservati sono molto meglio interpretati nel
contesto della storia Biblica.
Una simile affermazione potrebbe sembrare oltraggiosa. Eppure giunsi a questa
conclusione dopo aver consultato un considerevole numero di documenti. Una
ricerca più approfondita fornirebbe certamente nuove prove, ma penso che sia
importante mostrare qui ed ora perché i principi della geologia siano superati.
Devo confessarlo, la maggior parte dei geologi e dei paleontologi diventa
isterica quando presento il mio punto di vista. Tuttavia essi non hanno alcuna
risposta. Ora presenterò i principi di base dell'evoluzionismo e ne mostrerò le
debolezze.
I) La prova stratigrafica
Secondo Lyell, il tempo è misurato da una "scala stratigrafica" - la
successione verticale di strati ed il loro spessore rivelano che lenti depositi
si verificarono sulla crosta, supposta uniforme, della Terra con movimenti
verticali, mentre i continenti venivano dagli antichi oceani e viceversa.
Ma la recente teoria delle placche tettoniche ha rivelato l'eterogeneità della
crosta terrestre: continenti ricchi di alluminio silicati (SiAl), placche
rigide che "galleggiano" su un letto pastoso ricco di magnesio
silicati (SiMa) (Astenosfera). La sottilissima crosta suboceanica costituita
dal SiMa è ancora sottoposta a impressionanti fenomeni vulcanici. Perciò i
movimenti della crosta terrestre erano laterali, dal momento che le placche che
formano i continenti attuali vengono dalla rottura del continente unico
primitivo chiamato dai geologi Antico Continente Rosso (ACR).
Esso si sarebbe spaccato in diversi pezzi durante un cataclisma che ebbe luogo
circa 70 milioni di anni fa, secondo le migliori stime cronologiche.
Perciò la teoria di Lyell è piuttosto obsoleta, dato che sono stati invalidati
i suoi primi due postulati e che nessuna prova obiettiva ha mai confermato la
cronologia della "scala stratigrafica".
D'altra parte, recenti esperimenti di stratificazione hanno dimostrato che gli
stessi depositi, interpretati da Lyell come un segno di lunghi periodi, si sono
formati in tempi molto brevi in un ambiente catastrofico (cfr.: tra l'altro Julien,
Lan e Berthault, 1993). Di conseguenza, gli strati ed i fossili devono
essere interpretati diversamente.
II) La prova mineralogica e paleontologica
Questa sembra essere la meno ortodossa. Il primo criterio per determinare l'età
di uno strato era il suo grado di cristallizzazione.
I più antichi strati, secondo la classificazione di Arduino (1714-1795)
sono gli gneiss e le rocce cristalline, come i graniti, che sono impossibili da
sintetizzare e che si diceva si siano formati in una lontana era
"primitiva" chiamata "Archeana" o "Precambriana",
seguita dall'era "Secondaria", con rocce forti, e dall'era
"Terziaria", con rocce libere, composte da rocce alluvionali.
Lyell allora assunse la classificazione di Arduino aggiungendo un punto di
riferimento cronologico essenziale: il "fossile caratteristico".
In realtà, secondo i geologi, i fossili sono le "medaglie" della
geologia (Moret, 1958). L'evoluzione non è fissata dallo strato ma dal grado di
complessità del fossile. Così notiamo che la scala, fondata su un sistema di
stratificazione obsoleto, si basa sul presupposto secondo cui è vero ciò che
deve essere provato. Lyell inizialmente considera l'evoluzione come provata ma
senza alcuna prova.
In realtà, secondo "l'attualismo" (le trasformazioni che
seguono le famose leggi di Lamarck e di Darwin, enunciate in un contesto
puramente naturalista e mineralista) i primi organismi unicellulari (alghe e
batteri), che si suppongono "primitivi", generarono, attraverso
sviluppi successivi, organismi più complessi. Ecco gli elementi usati per
costruire la "Scala di Lyell". L'era "Archeana",
costituita da rocce cristalline, rivela tracce di alghe e batteri (in seguito
vennero chiamate Ere Precambriane, enfatizzando la loro estrema complessità).
Dopo quest'era, l'Era Paleozoica o Era Primaria (della "Emersione dei
Pesci"), il Mesozoico o Era Secondaria (della "Emersione dei
Rettili"), infine il Cenozoico (della "Emersione dei
Mammiferi"), divisa in terziario e quaternario, essendo quest'ultima
caratterizzata dal "processo di emersione" umana dalla condizione
animale.
Il significato dei prefissi greci: "archeos" (molto antico),
"paleos" (antico), "mesos" (medio), "kainos"
(recente), legati a "zoe" (vita), suggerisce la successiva comparsa
di forme di vita progressivamente più complesse, secondo una legge conosciuta
come "complessificazione conscia".
Notiamo che la stessa struttura si trova nel "lavoro di sei giorni"
del libro della genesi, ma in un arco di tempo estremamente ridotto.
Oggi, la prova essenziale dei lunghi periodi di tempo per l'evoluzione è data
dalla geocronologia e noterete che le mie osservazioni sono arrivate proprio al
momento giusto. Oggi, ufficialmente, le Ere Precambriane vengono datate
da
Cominciamo con la trasformazione delle specie. Oggi esse sono stabili ed i
fossili appartengono a specie morte (alcune tra le migliori di esse come il
celacanto sono state trovate addirittura vive, il che è imbarazzante). Ma altre
specie collegate a quelle scomparse sono ancora vive e caratterizzano ben
determinate "nicchie ecologiche" (Flori e Rasolofomasoandro, 1974).
Le specie determinano nicchie ecologiche e non qualche sorta di trasformazione.
Essendo la stabilità delle specie un fatto riconosciuto, le "ricostruzioni
phyletiche" che si suppone siano le basi dell'evoluzione, sono giochi
mentali e sono valide solo se l'evoluzione è provata, come ammettono volentieri
i paleontologi. Essi illustrano l'evoluzione, ma non la dimostrano. Nel 1957, Bounoure
scrisse sui mammiferi del terziario (l'osservazione è valida per tutte le
ricostruzioni): "La nostra mente può stabilire dei paragoni e dei legami
ideali di classificazione per queste ramificazioni degli animali: questo è
persino il compito per definizione dell'anatomia comparata. Ma andiamo oltre i
fatti se nella maggior parte dei casi interpretiamo questi legami come se
denotassero una reale diversificazione, una discendenza effettiva".
L'osservazione è valida per i resti fossili, ominidi o altro? Questi sono
presentati come nostri "progenitori" (bisogna notare le
virgolette intorno alla parola progenitori nel linguaggio evoluzionista, che
indicano il carattere essenzialmente soggettivo della loro classificazione).
Così la sterminata documentazione sui teschi, i denti o gli arti delle
differenti specie di scimmie, cavalli, e dinosauri, etc., non stabilisce una
transizione verso il cervello o la mano umani e la paleontologia non ha mai
fornito prove obiettive di un'evoluzione progressiva. Inoltre, alla luce della
genetica e dell'embriologia moderne, le teorie Lamarckiane e Darwiniane oggi
sono descritte come infantili e irreali (Chandebois 1989, 1993; Denton,
1989). In particolare Chandebois, un embriologo, pensa che i cambiamenti
abbiano avuto luogo dentro l'embrione attraverso semplici ma mirati meccanismi
psicochimici, e possano accadere in tempi molto brevi. Ciò presuppone
l'intervento di un'Intelligenza che agisca dentro l'embrione, prima della
nascita dell'animale; il che esclude le leggi di "utile o non utile"
e "selezione naturale".
Notiamo ancora che Darwin ha fondato la propria teoria della "selezione
naturale" supponendo l'esistenza di un periodo di tempo necessariamente
lungo per l'evoluzione delle specie (che egli spiegò consistere in minime
modifiche, come quelle create dagli allevatori inglesi nei cavalli e nei cani,
ma prolungate per immensi intervalli di tempo), basandosi egli stesso
sull'attualismo di Lyell. Nella prefazione de "L'origine delle
specie" egli scrisse: "Una persona che legga il grandioso lavoro di
Charles Lyell "Principi di geologia", che gli storici futuri
riconosceranno come una rivoluzione nelle scienze naturali (egli non si
sbagliava), e che non ammetta che i periodi passati siano stati molto lunghi,
può chiudere il mio libro immediatamente".
Se le discipline non fossero separate in comparti, gli scienziati avrebbero da
tempo abbandonato le tesi di Darwin, come vedremo e come molti riconosceranno
leggendo pubblicazioni specializzate.
III) La prova geocronologica
Rimane quest'ultima, mostrata oggi come la vera prova dell'evoluzione, per
datare la comparsa delle specie milioni o addirittura miliardi di anni fa.
Anche qui, un attento esame rivela il suo carattere illusorio. Il tempo
geologico misurato dal decadimento di un isotopo radioattivo fu il
lavoro fondamentale di Arthur Holmes (1890-1963), che condivideva la
"dottrina" di Lyell. In effetti, egli confermò le tesi di Lyell
attribuendo le più antiche età (da
Nonostante la sua documentazione paleontologica apparentemente convincente e la
sua impressionante formalità matematica, la scala geologica di Holmes appare
molto confusa. Le date della sua "scala Fanerozoica" sono tra le più
dubbie, come era stato notato in varie occasioni, la prima delle quali durante
un meeting che ebbe luogo proprio l'anno della sua morte. A quei tempi gli
rimproverarono di basarsi su un numero troppo limitato di dati e che
questi erano per la maggior parte discutibili (Harland, Smith and Wilcook
ed., 1964). Più tardi, York e Farquhar (1972), sconcertati dall'abbondanza
di età anormali e chiedendo ulteriori dati, ironicamente scrissero a
proposito della scala di Holmes, "Questi due presupposti necessari,
localizzazione stratigrafica precisa e datazione radiometrica affidabile, sembrano
escludersi l'un l'altra: andiamo quasi a finire su un principio di incertezza
geologica".
Il fatto preoccupante è il seguente: queste determinazioni isotopiche, che
forniscono i milioni di anni così ben accolti (e così controversi per gli
specialisti) e che hanno provato "l'Emersione della vita," non erano
mai state applicate ad alcun fossile o ad alcun strato in cui questi fossili
erano sepolti, non prestandosi le rocce sedimentarie alla radio-datazione.
Il materiale datato è generalmente un flusso di lava sovrastante questi
giacimenti fossiliferi, flusso di lava supposto in stretto legame con il
processo di evoluzione, come disegnato nella struttura "attualista"
che ispirò la scala di Holmes, il tutto senza un'ombra di prova.
Un altro fatto sconcertante: le età "corrette" che compaiono sono il risultato
di una selezione (Holmes, 1965), avendo l'autore accettato le
"migliori valutazioni" (quelle che confermavano la scala
stratigrafica di Lyell), rifiutando le altre come "anomale".
Il carattere ipotetico di una simile costruzione, valida se la teoria di Lyell
è esatta, è sottolineato dai geocronologi stessi, cominciando con gli autori
del metodo di datazione del potassio-argon. Dalrymple e Lanphere (1979),
Fitch, Hooker e Miller (1978), di fronte a problemi in materia,
discussero in "Geological Background to Fossil Man" sulla
capacità delle tecniche di decadimento radioattivo di fornire età reali per i
principali "eventi" del Rift Orientale Africano (East Rift Valley)
legati al "processo di emersione". Essi notarono che il fenomeno del
decadimento radioattivo fornisce date per "eventi" che hanno luogo
nelle rocce, ma sulla base di cambiamenti di temperatura e/o sulla comparsa di
soluzioni. Essi sottolineano: "È importante capire che l'esattezza delle
età ottenute con questi mezzi dipende dall'integrità e dalle condizioni di
preservazione della registrazione isotopica delle rocce (poiché esse cambiano
con i fattori sopraccitati e con l'alterazione dei minerali costituenti) e
dipende anche dalla nostra interpretazione degli esperimenti
radio-isotopici." Ciò si basa essenzialmente "sulla nostra
interpretazione dei dati relativi alla fauna fossile" (ciò che non si dice
è che l'interpretazione è di coloro che propongono l'attualismo e la struttura
della teoria dell'Evoluzione), poiché "la combinazione della stratigrafia
delle rocce e la paleontologia stratigrafica ci dà la scala di tempo
stratigrafica." Purtroppo, notano che i risultati ottenuti nel Rift
Orientale, lontani dal confermare le ipotesi attualiste, restano
particolarmente strani. Inoltre, questi autori concludono: "Poiché i due
principali strumenti della geocronologia sono ugualmente incerti, la cosa
migliore è usarli unitamente e non opporli."
Perciò lo strumento principale non è la geocronologia, ma la scala di Lyell e
l'argomento portante, che sembra privo di ogni senso, rimane il "fossile
caratteristico", essendo i risultati isotopici filtrati secondo la sua età
teorica.
La Tabella 1 presenta alcuni dei risultati ottenuti da Bishop e Al
(1969) con le tecniche del potassio - argon (*1), con la speranza di
determinare gli "eventi" ufficiali relativi alla "ascesa degli
ominidi" (*2) del Miocene. Una misurazione di 14-15 milioni di anni fa è
considerata valida per la datazione del Proconsole, un importante progenitore
"ominide" (*3), mentre età misurate a 42 e 264 milioni di anni fa
vengono scartate come "anormali". In realtà la prima data viene
integrata nella "scala Fanerozoica" di Holmes, mentre le altre sono
troppo vecchie. La data di 42 milioni di anni fa venne attribuita all'influenza
della granulometria, che è stata tirata in ballo diverse volte in mineralogia
(vedere ad esempio Gastruche,
(1*) A quel tempo si supponeva che fossero più affidabili di quelle all'Uranio
- Piombo e al Rubidio - Stronzio, i risultati dei quali mostravano l'influenza
delle soluzioni. Allora si pensava che non fosse questo il caso della tecnica
al Potassio - Argon, ma era un errore.
(2*) Gli ominidi sono grandi scimmie i cui resti fossili sono stati scoperti in
abbondanza nella zona intorno al Victoria Lake. Essi sono ovviamente i
"progenitori" degli ominidi e perciò sono nostri distanti
"progenitori", naturalmente!
Tabella 1: Alcune età
apparenti secondo il K/Ar ottenute su materiali classificati nel Miocene con
fossili di mammiferi, presso Victoria Lake.
(W. W. Bishop, H.A. Miller, F.J. Fitch. 1969)
Luogo |
Campione |
Descrizione |
Età in milioni di anni |
Autore |
Isola Rusinga |
lR.107 site |
Serie di materiali Kihara (situate sotto lo strato del Proconsole) |
14.6 + 1.4 |
Everden e al. (1964) |
|
KA 336 |
Idem. Biotite grezza di origine vulcanica |
15.2 + 1.5 |
Everden y Curtis (1965) |
|
KA 800 |
Idem. Stessa biotite, raffinata. |
42.0 |
Everden y Curtis (1965) |
Koru |
WW 24/2 |
Mica di tufo vulcanico terziario. |
258 + 13 |
Curtis (non pubblicato) |
|
|
|
264 + 8 |
Bishop e al.(1969) |
Volcán Egon |
KA 1775 |
Lava nefelina Teoricamente un flusso più antico e profondo. |
17.2 + 4 |
Bishop e al. (1969) |
|
|
Idem. Teoricamente un giacimento superiore più giovane. |
19.8 + 1.7 |
Bishop e al. (1969) |
Volcán Napak |
WW 1/11 |
Area 1 tufo vulcanico grezzo |
25.8 + 1.8 |
Everden e Curtis (1965) |
|
WW _ |
Area 1, biotite dello stesso tufo vulcanico. |
19.2 |
Everden e al. (1964) |
|
MB 23 |
Area 1, lava nefelina nera, altro luogo |
12.8 + 0.5 7.5 + 0.5 |
Bishop e al. (1969) |
|
Sun 1 |
Lava nefelina, altro luogo. |
14.3 + 0.7 6.9 + 0.5 |
Bishop e al. (1969) |
|
Sun 3 |
Lava nefelina, altro pendio vulcanico. |
27.5 + 2.6 18.7 + 2.0 |
Bishop e al. (1969 |
(3*) Il proconsole aveva sollevato grandi speranze. Il suo status
di "progenitore" è stato sottolineato da Ruby Zalinger in
UNESCO Mail (Le Courrier de l'Unesco, 1972) che lo disegnò eretto, con
una pietra in ogni mano! Steve Parker in "The Dawn of
Humanity" (1992) lo considera ancora favorevolmente a causa della sua
ampiezza frontale".
Anche
Una di queste era l'affidabilità della data del Pleistocene, ufficialmente
stabilita grazie ad un'altra famosa scoperta ad opera del dott. Louis
Bassett Leakey, nella gola Olduvai, in Kenya: l'Australopiteco associato a
manufatti di pietra grezza, gli "strumenti da taglio". Forse che
l'Australopiteco scolpisse 1,75 milioni di anni fa? Un fatto
"provato" da uno dei primissimi procedimenti di datazione al K/Ar
della lava ricoprente il famoso "Letto I" (Leakey, Everden e
Curtis, 1961). Holmes (1965), pieno di entusiasmo per la scoperta di
Leakey, proclamò ufficialmente che essa determinava la data dell'"evento
Olduvai" quando la scimmia divenne uomo.
Essa intraprese il processo di ominidizzazione cominciando con le pietre
taglienti. Di conseguenza, la data del Pleistocene è stata stabilita in un modo
"rigorosamente scientifico (*4)".
Tabella 2: Alcune apparenti età al K/Ar sul tufo vulcanico K.B.S.
(F.J.Fitch and J.A.Miller, in "Earliest Man and environment in the lake
Rudolf basin",1976)
Campione di riferimento |
Frazione granulometrica |
Età con margine di errore (milioni di anni) |
Leakey I (A) (tufo vulcanico di cristallo vitreo) |
30 - 50 mesh |
221 + 7 |
Leakey I (B1) Pietra pomice |
30 - 50 mesh |
3.02 + 1.6 |
Leakey I (B2) Sanidina estratta dalla pietra pomice |
30 - 50 mesh |
2.37 + 0.5 |
FM 7050 Ghiaia di pietra pomice |
30 mesh |
8.43 + 0.51 |
Sanidina schiacciata e decalcificata estratta dalla pietra pomice |
30 - 70 mesh |
17.5 + 0.9 |
(4*)Il talentuosissimo Australopiteco era il "robustus". Più tardi,
ad Olduvai, fu scoperto il "gracilis" (più gracile) che somigliava
all'Afarensis (Lucy), ma che poteva essere la femmina del "robustus",
avendo le specie, come appare più tardi, un importante dimorfismo sessuale.
Purtroppo, le età K/Ar ottenute in qualunque altra analisi sullo stesso
materiale provano di essere prive di senso. La più grande delusione viene dalle
scoperte di Koobi-Fora (presso Rudolf o il lago Turkana), dove fossili simili
associati allo stesso "strumento da taglio", sul tufo vulcanico
K.B.S., vennero ufficialmente datati antecedenti: 2.42 milioni di anni. Vennero
ottenute persino date più vecchie fino a 221 milioni di anni sullo stesso tufo,
ma non poterono essere decentemente introdotte nella scala di Holmes (vedere
figura 2). Notiamo ancora l'influenza della granulometria sull'età K/Ar
"apparente". "Apparente" è la parola impiegata dai geologi
stessi per descrivere età strane, che sono lontane dall'età aspettata del
fossile e che spariranno dalle pubblicazioni ufficiali. Sul campione FM 7050,
la frazione di sanidina calibrata da
Ancor peggio, il tufo vulcanico K.B.S. conteneva dei resti umani, il teschio di
un bambino: "Teschio 1470". Fu scoperto dal figlio del dott. Leakey,
Richard, che commentò la propria scoperta in questo modo: "O si taglia
fuori questo teschio, o le nostre teorie sugli uomini primitivi vengono
tagliate fuori" (R. Leakey, 1973). Suo padre morì nel
Divenne chiaro che né lo strumento paleontologico né lo strumento geologico
erano capaci di fornire una data affidabile. Inoltre, la strana sedimentazione
"ciclica" osservata là, dove gli stessi resti degli stessi fossili
fatti rotolare e spostare dai flussi erano mischiati ai letti di ceneri
vulcaniche, non poteva essere interpretata dalla "teoria tranquilla"
di Lyell. Essa rifletteva visibilmente la traccia di eventi catastrofici. Gli
specialisti finirono per riconoscerlo, con rammarico, ma con termini molto
tecnici ed incomprensibili per il semplice uomo della strada.
La reazione degli scienziati al "Teschio 1470" fu semplice:
tagliarono fuori il teschio e tennero le proprie teorie. Pur appartenendo
ad una bambina, con una capacità cranica ridotta evidente (800cc), esso è stato
attribuito all'Homo Erectus. Gli altri resti umani scoperti nell'aerea
orientale del Rift, mischiati ad una sorprendente massa di ossa animali, vennero
insabbiati allo stesso modo o citati in modo incomprensibile da Coppens, in
particolare, che riconobbe la "coesistenza dell'Australopiteco chiamato
robusto (*5) ed un incontestabile uomo.
Tutti conoscono questo fatto (veramente?). Essi vivono nello stesso paese, in
nicchie ecologiche diverse. Due tipi di ominidi (soltanto) coesistettero
durante la stessa era dell'umanità. E non è una faccenda di 2 o 300 anni ma di
1 milione di anni. Entrambi sono stati scoperti nello stesso ritrovamento,
negli stessi livelli. Su questo punto, il consenso è completo (Coppens,
1991).
Essendo stati invitati a concludere il simposio dedicato all'"Uomo
primitivo", pubblicato in collaborazione con lo stesso Coppens (Coppens
e Al., 1976), Howell e Isaac riconobbero che la scoperta di Leakey
"aveva sollevato un inaspettato numero di problemi". Ma poiché
l'evoluzione dell'Umanità è semplicemente una "questione di
comportamento", dato che "l'evidenza fossile ha chiaramente
mostrato l'esistenza dei primati bipedi in una parentesi dai 2 ai 3 milioni di
anni (*6), "tutti loro erano ominidi", c.v.d.
Un mistero rimaneva: Chi ha scolpito "gli strumenti da taglio"? La
conferenza sollevò queste domande in parte come uno scherzo - secondo gli
stessi autori - poiché non c'è alcuna risposta obiettiva. La maggior
parte delle località in cui gli ominidi vennero scoperti non hanno oggetti
manufatti e la maggior parte dei siti archeologici non presenta traccia di
ominidi...
Di conseguenza, la nostra risposta a queste domande rimane largamente soggettiva
e speculativa: si deduce facilmente che siamo lontani dall'obiettività
scientifica che questi ricercatori acclamano.
Ma la risposta dai geocronologi sull'affidabilità delle loro date è anch'essa
soggettiva e speculativa, completamente basata sulle scale di Lyell e di
Holmes, esse stesse costruite su concetti soggettivi. Deve la storia naturale
procedere con speculazioni soggettive tutte basate non sulla scienza ma su un
singolo, solido "credo" di Lyell: "da essere compiuto con Mosè"?
Ogni volta che vengono confrontati gruppi di fatti restrittivi che invalidano
la "teoria tranquilla" che serve come fondamenta per l'Evoluzione dei
viventi, paleontologi e sedimentologi si attaccano disperatamente ai dati dei
geocronologi, dei quali credono che posseggano l'incontestabile prova della
realtà di lentissimi fenomeni descritti da Lamarck e Darwin. Staremo a vedere
come si nutriranno delle proprie illusioni.
(5*) Il "Teschio 1470" si suppone che sia un erectus e Lucy un
Australopiteco afarensis!
(6*) Può l'Australopiteco stare eretto? La domanda è stata a lungo discussa
senza trovare risposta, finché non notammo che essi erano - come altre scimmie
- umili quadrumani (cfr. Johanson, 1996). I resti umani e le altre date
ovviamente anormali sono stati fatti passare sotto silenzio.